Posts written by *Reny

view post Posted: 23/5/2016, 12:52     +1Ibrahimovic: "Per adesso, la prossima stagione non sarò qui" - CALCIO MERCATO BIANCONERO
Se venisse da noi .un contratto di due o tre anni sarebbe ottimo!!.. :.ok.: l'anno giusto per la champions!! ne sono certo!!! :1st:
view post Posted: 13/5/2013, 23:24     Cena Juventina a Corato: rissa tra tifosi. - JUVENTUS FORUM
Agnelli: Ho visto Conte. Entrambi vogliamo vincere

Il presidente della Juve: «Il tecnico conosce le aspettative dei nostri tifosi: le nostre ambizioni coincidono»

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MILANO - Il Presidente della Juventus Andrea Agnelli ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sky Sport HD.

Presidente della Juventus che ha vinto due scudetti di fila. Se si volta indietro, qual è la prima immagine che le viene in mente?
«Non è tanto un’immagine, credo che sia una sensazione condivisa da me e da tutto lo staff, dai dirigenti, dall’allenatore, dalla squadra, ed è una sensazione di grandissimo orgoglio».

E se guarda, invece, al futuro, ora che un’altra vittoria è archiviata?
«Il futuro è un domani, noi dobbiamo guardare a quello che sarà il prossimo trionfo. Io ho sempre detto: la vittoria più bella è quella che deve venire».
Se dovesse analizzare questo periodo di successi della Juventus, qual è la peculiarità che distingue la sua società rispetto agli altri club che ha battuto in questi due anni?
«Non è guardare agli altri club. Io credo che quando abbiamo deciso in famiglia di ridare una responsabilità diretta a uno di noi, l’obiettivo era uno ed unico: riportare la Juventus a vincere, perché nella storia della famiglia quello ha sempre rappresentato. Per fare ciò, la parte preponderante che mi ero posto era di riportare quella mentalità vincente che la Juve ha avuto, ha e deve avere per continuare nel suo percorso».

Come riesce a conciliare i due aspetti, quello di tifoso viscerale nei 90 minuti della partita e quello da manager razionale? Se esistono questi due aspetti…
«Esistono eccome. Tutti i miei collaboratori sanno che da tre ore prima della partita non si discute, c’è la partita, mi danno ancora un’oretta di buono dopo la partita, e dopo di che si ricomincia con le attività aziendali, che sono tante e molteplici. Io sono prima di tutto un tifoso e ho il privilegio, da tifoso, di presiedere anche la squadra di cui sono tifoso. Quel momento è sacro. Vivo la partita come se andassi in campo, tant’è che prima non mangio, dopo la partita c'è sempre la sfida a chi arriva primo alla pasta e solitamente siamo Buffon ed io, che abbiamo bisogno di recuperare».

Dal 2010 ad oggi, lei ha rivoluzionato la Juventus, la Juventus ha cambiato lei?
«Sì, certamente, mi ha dato una dimensione pubblica che prima non avevo, quindi già solo questo fatto vuol dire che ha cambiato la mia vita. Andare per strada oggi è diverso che andarci tre anni fa, quindi sì, decisamente mi ha cambiato. Inoltre mi ha arricchito professionalmente, perché avere la responsabilitÍ operativa di un’azienda come la Juventus, fa sì che la crescita professionale sia stata esponenziale, però le esperienze che avevo avuto precedentemente mi avevano sufficientemente preparato al profilo manageriale, la Juventus poi io l’ho vissuta da quando ero bambino, quindi diciamo che l’azienda Juventus l’ho sempre conosciuta e quindi sapevo dove andare ad affrontare le varie problematiche e i temi che c’erano quando siamo arrivati».

Dopo la prima stagione alla Juventus, ha cambiato una sola cosa: l’allenatore. Ha scelto Conte. Perché era convinto di fare la scelta giusta?
«Mi piace sempre fare un paragone: quando guardiamo l’ultima Champions League che abbiamo vinto, era il 1996, e se guardiamo all’undici che è sceso in campo in quel momento, sette undicesimi venivano dalla gestione precedente. Quando noi siamo arrivati, dico io, Marotta, Paratici, Nedved, nel 2010, abbiamo trovato una parte sportiva che era sicuramente non al livello di Juventus. C’eravamo dati due anni, quelli dovevano essere quelli della rifondazione per riportare ad avere un’ossatura della squadra che avrebbe poi potuto ambire a vincere. Questa erano le idee che c’eravamo dati. Forse è celebre la conferenza stampa del febbraio 2011, quando dissi: “se l’anno prossimo abbiamo questi problemi, allora abbiamo un problema”. Il primo anno, che si potessero avere degli intoppi era pacifico. Guardiamo la squadra di quest’anno: abbiamo ventuno venticinquesimi completamente cambiati rispetto alla squadra del 2010, bisognava dare del tempo. L’allenatore è stato poi un elemento che nel primo anno non ci ha soddisfatto, però è stato importante il principio che abbiamo ristabilito, che l’allenatore incomincia la stagione e finisce la stagione, bisogna dare certezza, i bilanci, ho sempre detto, si fanno il 30 giugno. Antonio mi contattò, come disse, tramite un amico comune, mi venne a trovare, mi parlò effettivamente, come ha detto lui, per tre ore, mi riempì la testa di quello che era il suo modo di vedere la Juventus, l’atteggiamento, quello che mancava, mi convinse, devo dire mi convinse del tutto. Infatti è vera la battuta che fa, che scese mia moglie e mi disse: “chi è questo?”, e io: “stai buona, questo è il prossimo allenatore della Juventus”. Dopodiché vide anche Marotta e Paratici e fummo tutti convinti che era lui la persona giusta per fare quello step successivo. L’anno scorso, quando abbiamo vinto quello splendido scudetto da imbattuti, dissi: “la squadra che stiamo mettendo insieme è una buona squadra, Antonio ha funzionato da acceleratore e, quindi, i risultati a cui tutti ambivamo sono arrivati un po’ prima del previsto”».

È andato oltre le sue aspettative?
«Temporalmente. Quando sono arrivato ho detto: “la Juventus deve vincere”. L’aspettativa era di vincere, diciamo che abbiamo vinto un po’ prima del previsto».

Il prossimo incontro con Conte quanto durerà?
«Il prossimo c’è stato la settimana scorsa. Antonio è venuto a trovarmi a casa, sempre a casa, lo stesso divano, abbiamo discusso di nuovo un paio d’ore. Antonio ha passato due anni estremamente intensi: il primo lasciando il Siena si è concentrato sulla Juventus in tutto e per tutto, l’anno scorso devo dire che ha fatto un’altra estate non felice o facile, perché è vero che abbiamo vinto uno scudetto da imbattuti, però è altrettanto vero che nel frattempo Antonio era finito tra le grinfie dei procedimenti legati al calcioscommesse. Sono due anni che non si riposa e, secondo me, una settimana tranquillo gli fa sicuramente bene. Antonio conosce le aspettative del mondo della Juventus e sa perfettamente che vincere sembra di nuovo normale, ma non è così. Abbiamo discusso di quali sono le sue aspettative e lui voleva valutare con me quelle che erano alcune esigenze per poter continuare questo percorso, chiedendomi certezze, ma certezze non si possono dare a nessuno. Anche io vorrei le certezze di vincere la Champions League l’anno prossimo, però le certezze non le pu ò avere nessuno. L’ho rinfrancato, l’ambizione della società, mia personale e sua, è quella di vincere. Il giorno dopo che l’ho incontrato io, c’è stato subito un incontro con Marotta, Paratici e Nedved, già in quella circostanza c’è stato un chiarimento su quelle che devono essere le strategie per il mercato della Juventus. Antonio ha sempre detto che non è una questione di soldi e così non è, lui vuole avere e continuare ad avere la certezza che ci siano i presupposti per continuare a vincere, e mi sembra che questi ci siano. Il lavoro sarà un lavoro congiunto, un lavoro del tecnico, un lavoro dello staff, un lavoro di valutazione su quali sono gli elementi da aggiungere per poter continuare a vincere. Quello che mi preme sottolineare è che i meriti e i risultati che abbiamo ottenuto fino ad oggi vanno divisi tra la squadra, tutti quanti ricordiamo Buffon, Chiellini, Barzagli che è eccezionale, Vidal, ma credo che questo sia anche lo scudetto dei Padoin, dei Peluso, dei Giaccherini, dei Matri, dei Quagliarella, un gruppo di persone che per tutta la stagione aveva un unico obiettivo in testa, che era vincere. Credo che vada dato il giusto merito alla squadra. L’allenatore è un allenatore che ha funzionato da acceleratore ed Í sicuramente un grandissimo allenatore. Ma la società non è stata da meno, noi abbiamo fatto sembrare normale fare quattro mesi in panchina senza allenatore, mi sembra che oggi nessuno ne parli più, vuol dire che i senatori hanno avuto il loro ruolo, vuol dire che lo staff tecnico ha avuto il suo ruolo, vuol dire che chi ha preso il posto di Antonio al suo posto in panchina ha avuto il suo ruolo, Paratici poi un giorno racconter à come sono stati quei quattro mesi nello Sky Box. Oggi ci sono tutte le componenti al loro posto, credo che tutte le componenti vogliano continuare a vincere, in Italia e anche in Europa. È difficile, perché l’anno prossimo abbiamo un appuntamento con la storia, perché la Juventus, tranne quella del quinquennio negli anni ’30, non ha mai vinto tre scudetti di fila, quindi bisogna che la mente sia focalizzata all’anno prossimo perché abbiamo un appuntamento con la storia: diventare la prima Juventus a vincere tre scudetti di fila. In Europa, andare il più lontano possibile. Abbiamo esempi che ci dicono che le certezze non esistono. Il Real Madrid sono circa dieci anni che non vince la Coppa dei Campioni, eppure è la squadra che fattura di più e quindi ha il budget superiori a tutti. Il Machester United l’anno scorso è uscito contro il Basilea, quest’anno agli ottavi di finale. Le certezze non le ha nessuno. Ci vuole entusiasmo, passione, forza di volontà, dedizione, tanto lavoro e tutti insieme possiamo porci gli obiettivi che auspicabilmente raggiungeremo».

Le riserve sul futuro di Conte sono sciolte?
«Da parte mia sono completamente sciolte, non ho mai avuto riserve, lui aveva bisogno di un a carezza e di una conferma che il programma va avanti e quello che gli ho detto è che può star tranquillo perché finchè ci sono io, a me la fame di vittorie non passerà mai».

Abbiamo visto dare un bacio a Conte prima di salire sul pullman. Sinceramente non la vedo come uno che da delle carezze, diciamo che era in senso figurato, no?
«Esatto».

E’ un modello applicabile in Italia quello dell’allenatore a lungo termine, come Ferguson al Manchester United?
«Quando uno ha tutti gli elementi tali per cui si sta bene assieme, l’auspicio è che sia così. Io lo scrissi appena arrivò Conte, auspicai che lui potesse diventare il nostro Ferguson. Sarà solo il tempo a giudicare se anche in Italia saremo in grado di avere un Ferguson».

Però, l’obiettivo c’è ancora, dal momento che resterà.
«L’auspicio è questo, sì».

Dal punto di vista dei rinforzi, fino a quanto può ambire la Juventus a livello di qualità di giocatori, d’importanza di giocatori, si è parlato spesso di top player; la Juve può ambire a questi giocatori?
«Il calcio italiano, in questo momento, è sicuramente un calcio che è in difficoltà. Mi è capitato di recente di definire la Serie A ormai come un campionato di transito, una lega di transito, e non una destinazione finale. Quindi, questa è una riflessione che va fatta su tutto il sistema, perché se noi diventiamo una lega di transito, faremo sempre fatica ad acquistare dei giocatori che costano, diciamo, 30, 40, 50. Ci piace dare questa definizione di top player, cioè i tutto per, ed il top player costa tanto, non se è buono poi in campo. Llorente aveva una clausola rescissoria di 37 milioni, se l’avessimo preso l’anno scorso sarebbe stato un top player, se viene a parametro zero, non so, voglio dire, è solo una questione anche di come si fanno. Se io guardo ai migliori acquisti che abbiamo fatto, Vidal, Pogba, Barzagli e Pirlo, l’investimento complessivo è stato di circa 14 milioni, Vidal era sui 12, avevamo qualche commissione sugli altri. Quindi, vuol dire che il valore medio dei quattro migliori giocatori che scendono in campo è stato di 3 milioni. Se noi diciamo, dobbiamo spendere a tutti i costi, no. Noi dobbiamo anche essere capaci di trovare queste situazioni. Poi, è chiaro che nel rifondare una squadra, come dicevo prima, abbiamo 21, 22 giocatori su 25 diversi rispetto al 2010, qualcosa di sbagliato si fa per forza, questo è un dato di fatto oggettivo. Ma credo che tutto sommato, io non posso far altro che elogiare il lavoro di Marotta, il lavoro di Paratici, il lavoro di Nedved e spero di poter a breve elogiare il lavoro di Gianni Rossi e Pessotto sul settore giovanile, perché lì stiamo investendo molto, lo si passa sempre in secondo piano, ma voglio dire, a Vinovo oggi abbiamo il J College, quindi, abbiamo la scuola per i ragazzi. Quando ci trasferiremo alla Continassa, tutto Vinovo verrà destinato all’attività di sviluppo dei giovani, con tanto di stanze e refettorio. Quindi, diventa un vero e proprio collegio».

Ibrahimovic è un obiettivo possibile per la Juventus? Lei lo rivorrebbe?
«No».

Punto?
«Punto».

Higuain?
«Devo dire che la parte di mercato, io ho sempre sostenuto che c’è quella che chiamo io la capacità di fuoco. La capacità di fuoco sono il costo del personale tesserato più gli ammortamenti. Quest’anno saremo vicino ai 200 milioni tra queste due voci, e questo ci mette tra il sesto, settimo, ottavo, nono posto in Europa. Quindi, se vale il discorso del budget, noi dovremmo raggiungere tutti gli anni, come minimo, i quarti di finale di Champions League. Ora, sappiamo perfettamente che questo, cioè l’equazione budget uguale risultato sportivo, non c’è. Bisogna avere la capacità di gestirlo al meglio, bisogna avere la capacità di gestire i giocatori al meglio, perché le motivazioni, il lavoro e la volontà, danno sempre quel qualcosa in più. Però, il budget che noi mettiamo a disposizione dell’area sportiva è un budget sicuramente importante. Dal mio punto di vista, ho sempre sostenuto questo e sono decisioni che vengono delegate, in primis a Marotta, che poi ne discute con Paratici, con Nedved, con Conte stesso, perché è parte integrante di queste decisioni. Loro devono stare entro questa cifra. Quindi, per me possono smontarla e rimontarla, l’importante è che il costo totale, tra ammortamenti e retribuzione del personale tesserato, faccia quello che gli viene messo a disposizione».

Ci saranno cessioni eccellenti, tipo Vidal, Marchisio?
«Ripeto, queste sono scelte che competono all’area tecnica, discutono tra di loro, io con loro partecipo. Per me, l’importante è tenere a mente quello che è l’obiettivo, che è vincere, tenere a mente quello che è il rispetto di questa capacità di fuoco, che oggi si aggira intorno ai 200 milioni. Da questo punto di vista per me, e viene messo in mano tecnica, devono gestirlo al meglio, consapevoli che l’ambizione nostra è quella di vincere ogni competizione a cui partecipiamo, ma siamo altrettanto consapevoli, come ho detto in passato, che ci sono, comunque, altre squadre che hanno le stesse legittime ambizioni nostre e, quindi, anno su anno è difficile. Ripeto, vincere l’anno prossimo vorrebbe dire entrare nella storia. Quindi, non è una questione evidente, bisogna essere concentrati dal giorno uno e dire dobbiamo entrare nella storia tre volte di fila».

Bisogna essere affamati come dice Conte?
«Bisogna essere affamati. Non bisogna mai perdere la fame ed è un qualcosa che io non perdo neanche al giovedì quando gioco con i miei amici, quindi figuriamoci se perdo la fame nel gestire la Juventus».

C’è sempre anche Nedved quando gioca?
«Quasi sempre».

Con lei o contro?
«Sono a estrazione le squadre, quindi dipende dalle volte».

La Juventus in questo momento è all’opposizione in Lega Calcio e non è filogovernativa nemmeno per quanto riguarda la Figc. E questo va un po’ contro una tradizione della Juventus che è sempre stata vicina al governo del palazzo. È cambiato qualcosa radicalmente o potrebbe evolversi in modo diverso?
«Sì certo che è cambiato qualcosa. Il 2006 Í stato un terremoto in casa Juventus e quindi tutta una serie di scelte che non sono state condivise allora hanno sicuramente lasciato il segno. Da parte nostra c’è grande consapevolezza di aver rispettato la giustizia sportiva, così come rispettiamo le decisioni che oggi avvengono in Lega. C’è stata un’assemblea, con 14 voti favorevoli e 6 contrari, che ha dato un governo. Le vicende del 2006 hanno chiaramente lasciato degli strascichi e ci sono tutta una serie di azioni giudiziarie che sono in corso e che per noi sono assolutamente importanti. Detto questo, noi dobbiamo valutare quello che è l’aspetto legato al 2006 in un’ottica retrospettiva, ma di continua richiesta di parità di trattamento, perché i fatti che sono emersi successivamente sono stati fatti comunque che hanno portato alla luce elementi nuovi. Dall’altra parte però dobbiamo essere consapevoli che il governo e l’opposizione nel calcio non esistono, siamo un’unica associazione che vive nella sua collettività per migliorare e riportare il calcio italiano in posizioni più prestigiose di quelle che occupa oggi. Lo stesso discorso si può dire della Federazione: credo che l’intervista del vice presidente Albertini sia stata assolutamente eloquente l’altro giorno, quando dice “noi oggi in seno al consiglio federale abbiamo una serie di componenti che hanno le loro posizioni e i loro punti di vista, mentre invece bisognerebbe avere un punto di vista della Federazione che prende decisioni nell’interesse del gioco calcio, non delle varie componenti. Possiamo maturare, possiamo migliorare, ma non è il momento di criticare questa o quella azione, questa persona o quella persona. Io da quando sono nel calcio sento solo criticare la gente e anche a me è capitato di criticare. Credo che questo sia il momento di fare un passo indietro e lavorare tutti quanti, tutti uniti per riaffermare quella che è la posizione del calcio italiano in Europa».

Nelle prossime maglie non ci saranno né le due o tre stelle, nÍ la scritta “31 sul campo”. È una scelta soltanto estetica o di contenuto?
«C’è lo scudetto sulle maglie però che è importante».

Quindi non ci sono ripensamenti?
«No. Da questo punto di vista, credo che la gente ne un discorso di contabilità. Gli scudetti per noi sono 31, sappiamo perfettamente che l’albo ufficiale ne dà 29. Arrivati a questo punto a me magari piace ricordare un altro numero, tra l’altro domani inaugureremo la mostra “Il lunedì si parlava di calcio”, che è la storia della mia famiglia, della Juventus, e sono 90 anni e questo ci rende la proprietà più longeva di qualsiasi marchio sportivo al mondo. Bene, dal ’23 ad oggi noi come famiglia abbiamo vinto 30 scudetti in 90 anni, il che vuol dire uno scudetto ogni 3 anni. Come media statistica su 90 anni fa media e quindi di questo siamo molto orgogliosi, sono trenta. Negli ultimi 3 anni abbiamo fatto anche un po’ meglio, perché abbiamo fatto due su tre. Quindi non ci resta che proseguire».

I suoi anni?
«Sì, sì, gli ultimi tre anni».

I tifosi della Juventus su internet hanno votato Vidal come miglior giocatore della stagione, mvp di questo Scudetto. Lei cosa ne pensa?
«Per me è il collettivo. Questo è sicuramente lo Scudetto dei Buffon, Chiellini, Barzagli, Vidal, della novità Pogba, di Vucinic. Ma questo è lo Scudetto di Padoin, Giaccherini, Matri, Quagliarella, di tutti. Questo è stato lo Scudetto di una squadra che si è ripetuta. Lo dice sempre il mister, vincere una volta può essere un caso, ripetersi vuol dire che società, staff tecnico, allenatore e giocatori funzionano».

Qual è stato il momento più emozionante di questa stagione per lei?
«Il gol di Giaccherini contro il Catania sicuramente ha dato una gioia particolare. E poi credo che la vittoria a Bologna sia stato un momento estremamente determinante nel percorso di rivincere lo Scudetto».

C’è stato un momento in cui ha temuto di non riuscire a vincerlo quest’anno?
«Uno finché non lo vince deve sempre temere di non vincerlo. Averlo vinto con tre giornate di anticipo ci ha fatto vivere il finale di stagione più sereni. Uno non deve mai pensare di aver vinto fino a che non ha effettivamente vinto. La concentrazione è sempre stata altissima da parte di tutti, perché siamo perfettamente consapevoli che finché non si è vinto, non si è vinto. Io ne ho viste, ho visto il primo 5 maggio, quello originale e non questo qua, così come ho visto la giornata di Perugia, quando perdemmo all’ultima giornata. Bisogna arrivare, quando uno ha vinto ha vinto altrimenti deve sempre temere che qualcosa possa succedere».

Pensa mai a quello che le ha insegnato suo padre anche nella gestione e nel modo in cui in questi anni lei sta imparando a vincere?
«Uno dei grandi insegnamenti di mio padre è un insegnamento silenzioso. Una delle poche frasi che mi ha sempre detto: “Uno deve cercare di raggiungere gli obiettivi che si è prefissato”. E quindi non perdersi strada facendo nel cercare altre opportunità. Uno deve darsi degli obiettivi e cercare di raggiungerli. L’esempio di mio padre è sempre stato molto silenzioso, molto rispettoso, ma anche molto rigoroso. Parafrasando una frase inglese: “He lead by example”. Lui era leader per l’esempio che dava e gli altri lo seguivano».

A proposito di modello inglese e spagnolo. Oggi si parla di modello tedesco. Qual secondo lei è più applicabile in Italia per tornare ai vertici anche in Europa?
«Non dobbiamo ispirarci a un modello piuttosto che a un altro, perché ogni nazione ha le sue peculiarità. E quindi anche nella gestione stessa del reperimento delle risorse, la Germania è diversa dall’Inghilterra e la Spagna diversa dall’Italia. Noi dobbiamo individuare quello che è il nostro modello di riferimento in base a quello che è il nostro perimetro di riferimento. Bisognerebbe avere una guida diretta e forte da parte della federazione in modo tale che le varie componenti una insieme all’altra perseguano quello che è l’obiettivo che da’ la federazione, nella consapevolezza che la Lega Serie A debba essere il traino di questo sistema».

Dal 1986, quello di quest’anno è stato il primo Scudetto vinto dalla Juve senza Del Piero. Del Piero ha fatto i complimenti anche alla società in un messaggio recente. Sembra però che tra di voi ci sia sempre una certa freddezza. Questa freddezza finirà?
«Non è una questione di freddezza. Io sono riconoscente ad Alessandro. Abbiamo passato tante serate assieme, così come sono riconoscente a tutti i giocatori delle Juventus precedenti. Alessandro è un grande della storia della Juventus. Mi è capitato tante volte di accostarlo agli Scirea, ai Platini, ai Sivori. Alessandro sarà sempre nei nostri cuori e mi auguro presto di rivederlo nella nostra famiglia, allo stadio e in altre circostanze. Perchè comunque è un pezzo di storia della Juventus e di questo ne andiamo fieri».

Qual è l’obiettivo di domani?
«Vincere».

In cosa la Juventus le assomiglia di più?
«Io sono cresciuto dentro la Juventus. Vincere, questa volontà di vincere e di raggiungere gli obiettivi che si è prefissati. Da questo punto di vista crescere vicino alla Juventus ha più plasmato me che non io la Juventus. Io ho il privilegio di traghettarla per un periodo. Ha vinto prima di me e vincerà dopo di me».

Fonte:tuttosport
view post Posted: 1/5/2013, 16:10     L'angolo dei prescritti "onesti" e di illeciti sportivi. - CALCIO ITALIANO, EUROPEO E DEL RESTO DEL MONDO
Moggi punzecchia Zanetti a 'Stile Juventus': "In questi mesi gli consiglio di studiare le carte di Calciopoli..."

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"La delusione più grande della Serie A? La stagione dell'Inter è una delusione, ma è anche la mia più grande soddisfazione. Non dovrebbero accampare la scusa dei tanti infortunati, perchè domenica la squadra che hanno messo in campo era sicuramente superiore al Palermo". Sono le parole di Luciano Moggi a "Stile Juventus" su Radio Manà Manà Sport.

"Voglio fare gli auguri a Zanetti -ha proseguito l'ex dg bianconero al microfono di Nicola De Bonis-, che è un uomo e un professionista serio, quindi auspico che possa tornare in campo il prima possibile. Gli consiglio però di sfruttare questi mesi di degenza per studiare le carte di Calciopoli, anzichè fidarsi di quello che racconta Moratti. Anche se probabilmente l'argentino è costretto a recitare una parte, perchè ambisce a prendere il posto che fu di Facchetti ai vertici della società".

:.quoto:
view post Posted: 22/4/2013, 01:34     +1[Topic unico] Juventus-Milan 1-0. - 2012/2013







ma pensa che coglione...... :uhhh:





grande Chiello uno dei migliori





Claudio Zuliani Vs Carlo Pellegatti







view post Posted: 22/4/2013, 00:48     +1[Topic unico] Juventus-Milan 1-0. - 2012/2013


e Amelia cè...e Amelia cè...e Amelia cè...e Amelia cè...
:haha: :haha: :haha: :haha: :haha: :haha:

view post Posted: 3/4/2013, 00:09     [Topic unico] Bayern Monaco-Juventus 2-0. - 2012/2013
Beckenbauer: "Buffon sembrava pensionato". Heynckes: "Annullato Pirlo"

Il presidente onorario sul portiere: "Ha preso gol da 120 metri". Rummenigge: "La Juve può rimontare. Non possiamo sottovalutare i bianconeri"


"Alaba ha tirato da 120 metri, Buffon sembrava un pensionato. Non si arrabbi, ma doveva prendere quel tiro. Forse non pensava che Alaba calciasse da lì". L'accusa al portiere bianconero arriva, un po' a sorpresa, da Franz Beckenbauer, presidente onorario del Bayern. Il riferimento è al gol dell'1-0 dopo appena 26 secondi che ha spianato la strada al successo dei bavaresi.

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heynckes "Abbiamo preparato bene la partita - ha detto invece il tecnico del Bayern - e siamo riusciti a rendere meno fluido il loro gioco sin dall'inizio e ad annullare Pirlo. Possiamo essere soddisfatti di questo risultato, soprattutto considerando che non abbiamo subito gol, non è mai facile battere una squadra italiana in questo modo, domiando. Abbiamo sempre avuto il controllo della partita contro i campioni d'Italia".

rummenigge — Karl-Heinz Rummenigge non dimentica. Parla ancora bene italiano e non si fida della Juve, che ai tempi in cui lui giocava in Italia (con la maglia dell'Inter) dominava la scena: "Sappiamo che la Juve non si può sottovalutare e che bisognerà andare a Torino con la massima concentrazione perché sappiamo che faranno di tutto per rimontare". Il 2-0 non lascia tranquillo Rummenigge, presidente del cda del Bayern: "Dopo 25 secondi siamo andati in vantaggio, poi abbiamo fatto una partita di grande qualità e volontà. Siamo molto contenti, ma non c'è euforia. Sappiamo che questa è stata la prima di due partite importanti. La Juve può segnare dei gol anche in trasferta".

passato e futuro"Noi caricati dalla sconfitta dell'anno scorso in finale contro il Chelsea? Sicuramente ci ha fatto male, senza dubbio è stata una sconfitta che ha messo sotto shock tutti, giocavamo in casa contro una squadra che si poteva anche battere. Ma il nostro è un club molto preparato: abbiamo cercato di costruire qualcosa di buono, ma è una strada lunga da percorrere".

aspettando guardiola "Con Guardiola vogliamo dominare in Germania e in Europa? Non sarà così facile, anche se quest'anno sembra che stravinciamo il campionato. È che all'inizio il Dortmund non è partito bene e poi magari ha mollato. Guardiola è un allenatore che va bene come filosofia, perché la nostra filosofia è vicina a quella del Barcellona. Poi è un uomo che conosco da qualche anno, è nata anche una specie di amicizia. Noi abbiamo scelto lui e lui ha scelto il Bayern. È stato un bel matrimonio"
view post Posted: 2/4/2013, 23:59     [Topic unico] Bayern Monaco-Juventus 2-0. - 2012/2013
Buffon: «Il Bayern ha meritato la vittoria»

parla meno ..fai i fatti...non sai trattenere una palla...
vada via i ciappppppppppppp..!!!!!!! azzooooooooo
view post Posted: 31/3/2013, 23:41     [Topic unico] Inter-Juventus 1-2. - 2012/2013
certo che a noi danno rigori contro che sbattono sulla schiena....vedasi Isla contro la squadra del nano..e di zio fester..
view post Posted: 31/3/2013, 18:27     [Topic unico] Inter-Juventus 1-2. - 2012/2013
perchè questo non è rigore?? sù siamo onesti Cassano si butta prima di essere sfiorato....il butterato

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altro che aquila :haha: :haha: :haha: :1229773541.gif: :1229773541.gif: :1229773541.gif: :1229773541.gif:
view post Posted: 20/3/2013, 11:49     Sacchi difende Conte: "Grande tecnico, tiene alto l'onore dell'Italia" - JUVENTUS FORUM
Sacchi difende Conte: "Grande tecnico, tiene alto l'onore dell'Italia"

Secondo l'ex tecnico di Milan e Nazionale, l'allenatore della Juve ha il talento che solo i grandi possiedono, ma non gli si perdona il successo

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La Juventus è prima in classifica con merito, tiene alto il nome dell’Italia in Champions: la squadra gioca un calcio bello e moderno, guidata da un allenatore ammirato in tutto il mondo. Vedere giocare i bianconeri è piacevole anche per chi non è juventino, e allora perché tanto astio, perché inveire, tirare sassi, offendere una squadra e un mister che ci fanno onore?


INVIDIA — Enzo Ferrari diceva che gli italiani perdonano tutto ma non il successo, mi chiedo quando l’intelligenza e la cultura avranno la meglio sull’ignoranza e l’invidia e quando andremo allo stadio per divertirci e non per insultare o compiere violenze? Poi facciamo i puristi con Conte se il tecnico si agita in panchina. Antonio è l’artefice principale del gioco dei bianconeri: autore e direttore di una squadra che è cresciuta in breve tempo in modo esponenziale regalandoci partita dopo partita spettacolo e serietà. Un team che aiuta ad ampliare la nostra conoscenza calcistica, apre nuovi orizzonti facendoci uscire dagli stereotipi e dai luoghi comuni: i bianconeri vincono e segnano molti gol senza avere uno specialista del gol. I bianconeri dominano in campo senza aver acquistato il top player. Il gioco ideato, condotto e allenato da Antonio è il vero leader che moltiplica le qualità tecniche e fisiche di tutti. Nella Juventus possano alternarsi tutti i giocatori e il gioco cambia poco, questo vale per Giaccherini, Asamoah ma anche per Pirlo e tanti altri, i quali stanno dando il meglio di se stessi in un sistema che ne amplifica soluzioni e fantasia. Per arrivare a tanto Antonio si è avvalso di un club che lo stima e lo supporta e che mai gli ha tolto autorevolezza così come ha usufruito di buoni giocatori che si sono dimostrati di alto livello sotto tutti i punti di vista: professionali, umani ed etici. Non ha ingaggiato i più famosi ma sicuramente i più funzionali alle sue idee calcistiche. I più generosi dei critici gli riconoscono grinta, passione, energia, componenti importanti perché non sarebbero sufficienti a spiegare l’armonia, la fluidità e la fantasia di questa squadra. Il gioco è un’entità difficile da comprendere perché astratta così come è altrettanto complicato comprendere la qualità didattiche dei vari mister.

PERFEZIONISTA — Antonio non solo possiede passione, entusiasmo, culturadel lavoro e perfezionismo ma ha una sensibilità e un talento che solo i grandi possiedono. I bianconeri sono una squadra dotata di organizzazione, tempistiche di gioco e di smarcamento di alto livello. Se questa squadra fosse un’orchestra sarebbe intonatissima e potrebbe interpretare tutte le musiche: dal rock alla sinfonica. I giocatori si muovono ad occhi chiusi, come fossero una sola cosa, non soltanto per lo spirito di squadra bensì per la conoscenza che il mister gli ha saputo infondere. Antonio è un grande professionista, generoso, intelligente. Possiede grandi capacità di insegnamento: credo che meriti il rispetto e il ringraziamento di tutti quelli che amano il bel calcio.

Arrigo Sacchi

FONTE: gazzetta.it

:1229773541.gif: Grazie mister.... :.allah :
view post Posted: 18/2/2013, 15:17     Panchina d'oro:1° CONTE!!!! - JUVENTUS FORUM

Panchina d'Oro a Conte: «L'onore più grande»



La Panchina d'Oro 2011-2012 è stata assegnata al tecnico della Juve: «Orgoglioso perchè votato dai miei colleghi. Totti? Brutto il fallo su Pirlo. Domani ci vediamo alle 8 a Vinovo ma non è una scelta punitiva. Questa squadra la devo solo ringraziare. La Champions toglie energie fisiche e mentali»

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FIRENZE - La Panchina d'Oro 2011-2012 è stata assegnata ad Antonio Conte, allenatore della Juventus campione d'Italia in carica. «Ringrazio per questo premio ambitissimo per chi fa la nostra professione, ringrazio chi mi ha votato e chi no, è un premio che mi spinge a cercare di migliorare sempre». Così il tecnico della Juventus Antonio Conte ha ringraziato ricevendo il riconoscimento da parte dei colleghi oggi a Coverciano, la Panchina d'Oro per la stagione 2011-2012, che lo ha visto vincere lo scudetto e arrivare in finale della Coppa Italia.

PANCHINA D'ARGENTO A ZEMAN - La Panchina d'argento serie B a Zdenek Zeman per la stagione 2011-2012, quando ha portato alla promozione il Pescara. La Panchina d'Oro prima divisione Lega Pro è stata assegnata Toscano della Ternana. La Panchina d'argento per la seconda divisione Lega Pro a Battistini del Perugia. «Ringrazio i colleghi, i miei giocatori e tutto il Pescara per questo premio», ha detto Zeman che ha ricevuto la Panchina d'argento serie B per aver portato alla promozione la squadra abruzzese nella stagione 2011-2012.

«DOMANI ALLE 8 NON PER PUNIZIONE» - «E' stato un bellissimo riconoscimento che mi è stato dato dai colleghi. Li ringrazio». Così Antonio Conte ha commentato la conquista della Panchina d'oro per il trionfo con la Juve nella scorsa stagione. «Felice anche per il premio Aic, dato con le votazioni dei giocatori della A. Per me questo è uno stimolo per fare sempre meglio. Quando ero a Bari avevo vinto la panchina d'argento e quindi sono 'abituato'». Conte ha parlato del raduno di domani a Vinovo alle 8 di mattina: «Sveglia presto, come accaduto tante altre volte. Sottoporremo i giocatori a test fisici e atletici, era una cosa già programmata. E' stato azzardato dire che c'era una volontà punitiva. Non devo punire questi ragazzi per nessun motivo, anzi è grazie a loro se ho vinto scudetto e questo premio. La squadra in un anno e mezzo ha fatto passi da gigante. Perchè ho chieso prima del match con la Roma chi si sentiva di scendere in campo? Era un modo per caricarli di responsabilità». Conte bacchetta anche Totti per il fallo su Pirlo: «Gli ho fatto tanti complimenti per il gol straordinario. Contro di noi ha fatto una cosa bellissima e una brutta durante la partita. Spero si sia rivisto in tv per il fallo su Pirlo anche se so che poi si è scusato perchè Andrea è un suo amico». La Champions toglie parecchie energie, come ha dimostrato il ko contro i giallorossi... «E' il primo anno che lottiamo su tutti i fronti, esclusa la coppa Italia. La Champions toglie energie nervose e fisiche. Io però penso anche alla costruzione di un processo, non solo alla vittoria. Quest'anno abbiamo fatto molto in termini di crescita. La gente lo sa, per i tifosi deve essere questa la cosa più importante perchè si può anche vincere senza costruire». «Confronto a caldo dopo il ko con la Roma? Preferisco non parlare mai dopo la partita perchè a caldo quando le cose non vanno benissimo si dicono cose che [ meglio evitare. Ci confronteremo domani con la squadra, come facciamo sempre. Valuteremo i pro e i contro della partita giocata contro la Roma, sapendo che possiamo fare meglio. Abbiamo un gruppo fantastico. Milan-Barça? Essendo tifoso delle squadre italiane, tifo Milan. Mi auguro che possa fare una grande partita perchè stiamo facendo di tutto per far salire questo coefficiente Uefa». «Anche il Milan può battersi per lo scudetto, adesso non c'è più nulla da scherzare, bisogna giocare come fossimo in una finale mondiale». Antonio Conte suona la carica, e aspetta una immediata reazione dalla sua Juve reduce dal ko con la Roma. «Vero che il Napoli ieri ha pareggiato in casa con la Samp, ma io penso a casa nostra - ha continuato l'allenatore bianconero - penso che dobbiamo tornare prima possibile a vincere. Il passo falso lo abbiamo fatto noi sabato all'Olimpico, le sconfitte vanno vissute nel modo giusto ma senza sorrisi perchè perdere non deve mai farci piacere».

FONTE: tuttosport.com

premio STRAMERITATO!!! bravissimo :.ok.: :clap: :clap: :clap: :1229773541.gif:
view post Posted: 28/1/2013, 16:37     Moggi a 'Stile Juventus': "Mai detto che la Juve deve ricordarsi i favori ricevuti. Mar - JUVENTUS FORUM
Lucianooooooooooooooooooooo !!!!!!!!!!!!ci hai mandati all'inferno....ti ricordi o no!!!!!!!!!!! cialtrone... :bad: : :bad: : :bad: : :bad: : :bad: : :bad: : :bad: : :bad: : :bad: :
view post Posted: 22/1/2013, 23:29     [Topic unico] Juventus-Lazio 1-1. - 2012/2013
sono incazzato nero!!!! non posso più vedere quella mezza sega di matri!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! azzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz
view post Posted: 20/1/2013, 02:15     +1[Topic unico] Juventus-Udinese 4-0. - 2012/2013

Vedere le faccie di Crudeli :haha: :haha: e compagnia....una goduria unica ..Pooooooooooooooooggggggbaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa :.ok.: :1229773541.gif:
255 replies since 7/3/2011