Cena Juventina a Corato: rissa tra tifosi.

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TOPIC_ICON13  view post Posted on 13/5/2013, 21:52     +1   -1
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Gianni Balzarini ha riportato poco fa su Italia 2 di alcuni tafferugli tra tifosi alla cena a Corato dove sono presenti anche Antonio Conte, Claudio Marchisio e Leonardo Bonucci, sarebbe intervenuta anche la polizia. La situazione dopo attimi di confusione e' ora tranquilla. Alla cena erano presenti oltre 2,000 tifosi e grande entusiasmo.

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50 euro a persona per oltre 2000 persone, senza sicurezza e vigilanza privata, hanno solo pensato a far venire più gente possibile e ad incassare soldi, è normale che con oltre 2000 persone succede un casino e non si riesce a gestire più la situazione, pessima organizzazione... :uhhh:
 
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Tirzan
view post Posted on 13/5/2013, 22:02     +1   -1




Chi ha organizzato? Topo Gigio?
 
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TerryTerry
view post Posted on 13/5/2013, 22:04     +1   -1




:uhhh:
 
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view post Posted on 13/5/2013, 22:19     +1   -1
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LIVE CORATO - Conte, Marchisio e Bonucci fuggono dalla festa: "Via per la scarsa organizzazione". Ecco cosa è successo. Il mister: "Vogliamo aprire un ciclo. Parole Agnelli? Voglio prima sentirle"


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23:09 - JC FRANCAVILLA FONTANA: "NESSUNA RISSA" - Pochi istanti fa, Ivan, responsabile comunicazioni "Juventus Club Doc Francavilla Fontana", ha fornito la propria testimonianza a Tuttojuve.com: "Scusate ho letto l'articolo relativo alla rissa tra tifosi a Corato, io sono ancora qui presente, niente di vero c'è stato un eccesso di entusiasmo e la totale assenza di ordine pubblico e organizzazione. Non c'è stata nessuna rissa solo che tutti volevano quello che gli era stato promesso ovvero foto con i giocatori e mister!".

23:02 - UN TIFOSO: "CACCIATI COME ANIMALI. PAGATI 50 EURO E NON CI HANNO NEMMENO DATO DA MANGIARE" - Arriva anche la testimonianza di un tifoso, intervistato da Sky Sport. Ecco quanto evidenziato da Tuttojuve.com: "Avete pagato 50 euro per un rinfresco e per stare a contatto con i bianconeri? Assolutamente sì. Non solo non c'è stato un rinfresco, cioè noi non abbiamo avuto neanche modo di mangiare nulla, ma soprattutto dopo aver aspettato svariate ore e dopo essere venuti più volte a Corato, sia per dare l'acconto per i biglietti, sia per ritirarli, non abbiamo avuto neanche modo di fare la foto, siamo stati scacciati come animali. Eravamo circa 2000 persone che si accingevano ad entrare e siamo stati anche presi in giro, perchè ci hanno fatto entrare, ci hanno ritirato i ticket, poi i giocatori sono andati via. Se la disponibilità di Conte e dei giocatori c'era? Sì".

22:55 - CAOS A CORATO, I BIANCONERI FUGGONO DALLA FESTA. CONTE: "PAROLE AGNELLI? VOGLIO PRIMA SENTIRLE" - Ampio resoconto di Sky Sport su quanto avvenuto stasera a Corato. Tuttojuve.com vi riporta il racconto del giornalista dell'emittente satellitare Enzo Tamborra "Avremmo voluto sentire qualcosa in più da Antonio Conte, ma la serata ha preso una piega sbagliata. Doveva essere una festa, invece si è trasformato tutto in un caos anche molto pericoloso. Conte ha parlato dal palco, rivolgendosi ai tifosi, esibendo la Coppa dello Scudetto. Ha detto: 'Vogliamo aprire un ciclo'. Poi in realtà, a telecamere spente, un collega della carta stampata, ha chiesto: 'Hai sentito cosa ha detto Andrea Agnelli?'. Lui ha risposto: 'Prima voglio sentire le parole del presidente e poi vi dico'. Quindi un Conte che con i tifosi ha mostrato molto entusiasmo, ma poi ha tirato un po' il freno quando gli è stato chiesto qualcosa sulle parole del presidente Agnelli. Quindi situazione per certi versi da chiarire. Doveva essere una festa e non lo è stata, perchè qui a Corato, in 2500, pagando anche un biglietto di accesso di 50 euro per un rinfresco, per fare una foto ricordo con Conte, Bonucci e Marchisio, alla fine hanno avuto grande difficoltà ad avvicinarsi ai loro beniamini. Quindi quello che doveva essere un incontro è diventato quasi un assalto per gravi lacune dal punto di vista organizzativo. Non si può organizzare una manifestazione di questo tipo con questi presupposti. Sta di fatto che alla fine Conte, Bonucci e Marchisio sono rimasti finchè hanno potuto, poi sono andati via perchè la situazione era diventata insostenibile. Si trattava di un'iniziativa promossa dallo Juventus Club Doc e da i Bianconeri d'Italia. I tifosi hanno chiesto il rimborso del biglietto, qualcuno ha urlato vergogna, qualcuno ha cercato di fare irruzione. Precedentemente c'era stato il momento bello della serata, con i tifosi che avevano brindato allo Scudetto della Juventus. Ma la carente organizzazione ha impedito che questa diventasse una fosse. Alla fine è stato necessario anche l'intervento delle forze dell'ordine per evitare che la situazione degenerasse. Per quanto riguarda Conte, ripetiamo, pochi momenti di contatto. Avrebbe dovuto parlare Bonucci, in verità. Conte non ha parlato, lo ha fatto dal palco, dove ha detto 'Vogliamo aprire un ciclo'. Poi alla domanda di un collega sulle dichiarazioni di Agnelli, ha affermato: 'Prima di parlare, ho bisogno di sentire cosa ha detto'".


22.47 - MARCHISIO E BONUCCI: "VIA PER LA SCARSA ORGANIZZAZIONE" - Claudio Marchisio e Leonardo Bonucci sono dovuti andare via dalla festa di Corato e hanno espresso su Twitter le loro opinioni.
Marchisio: "@ClaMarchisio8: Peccato per questa sera! Purtroppo siamo dovuti andare via per la mancata organizzazione. Ci dispiace molto!".
Bonucci: "@bonucci_leo19: Volevamo festeggiare con i tanti tifosi accorsi ma a causa della scarsa organizzazione questo non è stato possibile".


22:14 - TAFFERUGLI ALLA FESTA DI CORATO - Gianni Balzarini ha riportato poco fa su Italia 2 di alcuni tafferugli tra tifosi alla cena a Corato dove sono presenti anche Antonio Conte, Claudio Marchisio e Leonardo Bonucci, sarebbe intervenuta anche la polizia. La situazione dopo attimi di confusione e' ora tranquilla. Alla cena erano presenti oltre 2,000 tifosi e grande entusiasmo.

18:00 - STASERA GRANDE FESTA DEI TIFOSI A CORATO CON CONTE, BONUCCI E MARCHISIO - In vista di uno Scudetto sempre più vicino, stasera a Corato (BA) ci sarà la festa per celebrare i campioni bianconeri insieme allo Juve Club DOC Puglia. L'organizzazione è stata affidata all'associazione Bianconeri d'Italia insieme al Centro Coordinamento Juventus Club. "Scegliamo di festeggiare il 31° scudetto in Puglia, che è una terra che amo e perché è una regione juventina" ha dichiarato Fabio Germani, presidente di "Bianconeri d'Italia". Ospiti d'eccezione per la serata: ci sarà il tecnico Antonio Conte oltre a due giocatori bianconeri, nazionali italiani, nonché tifosissimi bianconeri: Leonardo Bonucci e Claudio Marchisio. Ma non solo, ci sarà anche una grande sorpresa: ovvero la Coppa dello Scudetto, che sarà consegnata sabato sera ai bianconeri dopo la sfida con il Cagliari. La festa avrà luogo al residence "Polvere di Rose" in contrada Polvere di Rosa a Corato (BA). Il ricevimento avrà inizio alle ore 18. Chi volesse partecipare ed è membro Juventus Club Doc può rivolgersi al club di riferimento. In alternativa contattare il seguente numero: 348/5120671.

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view post Posted on 13/5/2013, 22:36     +1   -1
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Sto leggendo cose assurde e vergognose da parte di "tifosi" juventini sulle pagine ufficiali facebook di Bonucci e Marchisio, boh io veramente non ci capisco niente più, dopo aver vinto il 2° scudetto consecutivo, si sta facendo veramente troppo casino in giro sia tra Club Doc per quello successo stasera, sia tra ultrà che dicono che vengono snobbati dai giocatori e dalla società e che sono stati snobbati dalla festa scudetto (addirittura dicono che il palco lo dovevano mettere rivolto alla loro curva) e che non sono stati tutelati a Bergamo appositamente e sia tra tifosi normali che su facebook stanno impazzendo, è questo non lo vedo per nulla normale, abbassiamo tutti un pò i toni e vediamo di non far rompere stesso noi il giocattolo!!!!!!!!!! GODETEVI STO 31° SCUDETTO E NON ROMPETE LE PALLE!!!!!!!!!!!!!!!
 
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view post Posted on 13/5/2013, 23:24     +1   -1
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Agnelli: Ho visto Conte. Entrambi vogliamo vincere

Il presidente della Juve: «Il tecnico conosce le aspettative dei nostri tifosi: le nostre ambizioni coincidono»

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MILANO - Il Presidente della Juventus Andrea Agnelli ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sky Sport HD.

Presidente della Juventus che ha vinto due scudetti di fila. Se si volta indietro, qual è la prima immagine che le viene in mente?
«Non è tanto un’immagine, credo che sia una sensazione condivisa da me e da tutto lo staff, dai dirigenti, dall’allenatore, dalla squadra, ed è una sensazione di grandissimo orgoglio».

E se guarda, invece, al futuro, ora che un’altra vittoria è archiviata?
«Il futuro è un domani, noi dobbiamo guardare a quello che sarà il prossimo trionfo. Io ho sempre detto: la vittoria più bella è quella che deve venire».
Se dovesse analizzare questo periodo di successi della Juventus, qual è la peculiarità che distingue la sua società rispetto agli altri club che ha battuto in questi due anni?
«Non è guardare agli altri club. Io credo che quando abbiamo deciso in famiglia di ridare una responsabilità diretta a uno di noi, l’obiettivo era uno ed unico: riportare la Juventus a vincere, perché nella storia della famiglia quello ha sempre rappresentato. Per fare ciò, la parte preponderante che mi ero posto era di riportare quella mentalità vincente che la Juve ha avuto, ha e deve avere per continuare nel suo percorso».

Come riesce a conciliare i due aspetti, quello di tifoso viscerale nei 90 minuti della partita e quello da manager razionale? Se esistono questi due aspetti…
«Esistono eccome. Tutti i miei collaboratori sanno che da tre ore prima della partita non si discute, c’è la partita, mi danno ancora un’oretta di buono dopo la partita, e dopo di che si ricomincia con le attività aziendali, che sono tante e molteplici. Io sono prima di tutto un tifoso e ho il privilegio, da tifoso, di presiedere anche la squadra di cui sono tifoso. Quel momento è sacro. Vivo la partita come se andassi in campo, tant’è che prima non mangio, dopo la partita c'è sempre la sfida a chi arriva primo alla pasta e solitamente siamo Buffon ed io, che abbiamo bisogno di recuperare».

Dal 2010 ad oggi, lei ha rivoluzionato la Juventus, la Juventus ha cambiato lei?
«Sì, certamente, mi ha dato una dimensione pubblica che prima non avevo, quindi già solo questo fatto vuol dire che ha cambiato la mia vita. Andare per strada oggi è diverso che andarci tre anni fa, quindi sì, decisamente mi ha cambiato. Inoltre mi ha arricchito professionalmente, perché avere la responsabilitÍ operativa di un’azienda come la Juventus, fa sì che la crescita professionale sia stata esponenziale, però le esperienze che avevo avuto precedentemente mi avevano sufficientemente preparato al profilo manageriale, la Juventus poi io l’ho vissuta da quando ero bambino, quindi diciamo che l’azienda Juventus l’ho sempre conosciuta e quindi sapevo dove andare ad affrontare le varie problematiche e i temi che c’erano quando siamo arrivati».

Dopo la prima stagione alla Juventus, ha cambiato una sola cosa: l’allenatore. Ha scelto Conte. Perché era convinto di fare la scelta giusta?
«Mi piace sempre fare un paragone: quando guardiamo l’ultima Champions League che abbiamo vinto, era il 1996, e se guardiamo all’undici che è sceso in campo in quel momento, sette undicesimi venivano dalla gestione precedente. Quando noi siamo arrivati, dico io, Marotta, Paratici, Nedved, nel 2010, abbiamo trovato una parte sportiva che era sicuramente non al livello di Juventus. C’eravamo dati due anni, quelli dovevano essere quelli della rifondazione per riportare ad avere un’ossatura della squadra che avrebbe poi potuto ambire a vincere. Questa erano le idee che c’eravamo dati. Forse è celebre la conferenza stampa del febbraio 2011, quando dissi: “se l’anno prossimo abbiamo questi problemi, allora abbiamo un problema”. Il primo anno, che si potessero avere degli intoppi era pacifico. Guardiamo la squadra di quest’anno: abbiamo ventuno venticinquesimi completamente cambiati rispetto alla squadra del 2010, bisognava dare del tempo. L’allenatore è stato poi un elemento che nel primo anno non ci ha soddisfatto, però è stato importante il principio che abbiamo ristabilito, che l’allenatore incomincia la stagione e finisce la stagione, bisogna dare certezza, i bilanci, ho sempre detto, si fanno il 30 giugno. Antonio mi contattò, come disse, tramite un amico comune, mi venne a trovare, mi parlò effettivamente, come ha detto lui, per tre ore, mi riempì la testa di quello che era il suo modo di vedere la Juventus, l’atteggiamento, quello che mancava, mi convinse, devo dire mi convinse del tutto. Infatti è vera la battuta che fa, che scese mia moglie e mi disse: “chi è questo?”, e io: “stai buona, questo è il prossimo allenatore della Juventus”. Dopodiché vide anche Marotta e Paratici e fummo tutti convinti che era lui la persona giusta per fare quello step successivo. L’anno scorso, quando abbiamo vinto quello splendido scudetto da imbattuti, dissi: “la squadra che stiamo mettendo insieme è una buona squadra, Antonio ha funzionato da acceleratore e, quindi, i risultati a cui tutti ambivamo sono arrivati un po’ prima del previsto”».

È andato oltre le sue aspettative?
«Temporalmente. Quando sono arrivato ho detto: “la Juventus deve vincere”. L’aspettativa era di vincere, diciamo che abbiamo vinto un po’ prima del previsto».

Il prossimo incontro con Conte quanto durerà?
«Il prossimo c’è stato la settimana scorsa. Antonio è venuto a trovarmi a casa, sempre a casa, lo stesso divano, abbiamo discusso di nuovo un paio d’ore. Antonio ha passato due anni estremamente intensi: il primo lasciando il Siena si è concentrato sulla Juventus in tutto e per tutto, l’anno scorso devo dire che ha fatto un’altra estate non felice o facile, perché è vero che abbiamo vinto uno scudetto da imbattuti, però è altrettanto vero che nel frattempo Antonio era finito tra le grinfie dei procedimenti legati al calcioscommesse. Sono due anni che non si riposa e, secondo me, una settimana tranquillo gli fa sicuramente bene. Antonio conosce le aspettative del mondo della Juventus e sa perfettamente che vincere sembra di nuovo normale, ma non è così. Abbiamo discusso di quali sono le sue aspettative e lui voleva valutare con me quelle che erano alcune esigenze per poter continuare questo percorso, chiedendomi certezze, ma certezze non si possono dare a nessuno. Anche io vorrei le certezze di vincere la Champions League l’anno prossimo, però le certezze non le pu ò avere nessuno. L’ho rinfrancato, l’ambizione della società, mia personale e sua, è quella di vincere. Il giorno dopo che l’ho incontrato io, c’è stato subito un incontro con Marotta, Paratici e Nedved, già in quella circostanza c’è stato un chiarimento su quelle che devono essere le strategie per il mercato della Juventus. Antonio ha sempre detto che non è una questione di soldi e così non è, lui vuole avere e continuare ad avere la certezza che ci siano i presupposti per continuare a vincere, e mi sembra che questi ci siano. Il lavoro sarà un lavoro congiunto, un lavoro del tecnico, un lavoro dello staff, un lavoro di valutazione su quali sono gli elementi da aggiungere per poter continuare a vincere. Quello che mi preme sottolineare è che i meriti e i risultati che abbiamo ottenuto fino ad oggi vanno divisi tra la squadra, tutti quanti ricordiamo Buffon, Chiellini, Barzagli che è eccezionale, Vidal, ma credo che questo sia anche lo scudetto dei Padoin, dei Peluso, dei Giaccherini, dei Matri, dei Quagliarella, un gruppo di persone che per tutta la stagione aveva un unico obiettivo in testa, che era vincere. Credo che vada dato il giusto merito alla squadra. L’allenatore è un allenatore che ha funzionato da acceleratore ed Í sicuramente un grandissimo allenatore. Ma la società non è stata da meno, noi abbiamo fatto sembrare normale fare quattro mesi in panchina senza allenatore, mi sembra che oggi nessuno ne parli più, vuol dire che i senatori hanno avuto il loro ruolo, vuol dire che lo staff tecnico ha avuto il suo ruolo, vuol dire che chi ha preso il posto di Antonio al suo posto in panchina ha avuto il suo ruolo, Paratici poi un giorno racconter à come sono stati quei quattro mesi nello Sky Box. Oggi ci sono tutte le componenti al loro posto, credo che tutte le componenti vogliano continuare a vincere, in Italia e anche in Europa. È difficile, perché l’anno prossimo abbiamo un appuntamento con la storia, perché la Juventus, tranne quella del quinquennio negli anni ’30, non ha mai vinto tre scudetti di fila, quindi bisogna che la mente sia focalizzata all’anno prossimo perché abbiamo un appuntamento con la storia: diventare la prima Juventus a vincere tre scudetti di fila. In Europa, andare il più lontano possibile. Abbiamo esempi che ci dicono che le certezze non esistono. Il Real Madrid sono circa dieci anni che non vince la Coppa dei Campioni, eppure è la squadra che fattura di più e quindi ha il budget superiori a tutti. Il Machester United l’anno scorso è uscito contro il Basilea, quest’anno agli ottavi di finale. Le certezze non le ha nessuno. Ci vuole entusiasmo, passione, forza di volontà, dedizione, tanto lavoro e tutti insieme possiamo porci gli obiettivi che auspicabilmente raggiungeremo».

Le riserve sul futuro di Conte sono sciolte?
«Da parte mia sono completamente sciolte, non ho mai avuto riserve, lui aveva bisogno di un a carezza e di una conferma che il programma va avanti e quello che gli ho detto è che può star tranquillo perché finchè ci sono io, a me la fame di vittorie non passerà mai».

Abbiamo visto dare un bacio a Conte prima di salire sul pullman. Sinceramente non la vedo come uno che da delle carezze, diciamo che era in senso figurato, no?
«Esatto».

E’ un modello applicabile in Italia quello dell’allenatore a lungo termine, come Ferguson al Manchester United?
«Quando uno ha tutti gli elementi tali per cui si sta bene assieme, l’auspicio è che sia così. Io lo scrissi appena arrivò Conte, auspicai che lui potesse diventare il nostro Ferguson. Sarà solo il tempo a giudicare se anche in Italia saremo in grado di avere un Ferguson».

Però, l’obiettivo c’è ancora, dal momento che resterà.
«L’auspicio è questo, sì».

Dal punto di vista dei rinforzi, fino a quanto può ambire la Juventus a livello di qualità di giocatori, d’importanza di giocatori, si è parlato spesso di top player; la Juve può ambire a questi giocatori?
«Il calcio italiano, in questo momento, è sicuramente un calcio che è in difficoltà. Mi è capitato di recente di definire la Serie A ormai come un campionato di transito, una lega di transito, e non una destinazione finale. Quindi, questa è una riflessione che va fatta su tutto il sistema, perché se noi diventiamo una lega di transito, faremo sempre fatica ad acquistare dei giocatori che costano, diciamo, 30, 40, 50. Ci piace dare questa definizione di top player, cioè i tutto per, ed il top player costa tanto, non se è buono poi in campo. Llorente aveva una clausola rescissoria di 37 milioni, se l’avessimo preso l’anno scorso sarebbe stato un top player, se viene a parametro zero, non so, voglio dire, è solo una questione anche di come si fanno. Se io guardo ai migliori acquisti che abbiamo fatto, Vidal, Pogba, Barzagli e Pirlo, l’investimento complessivo è stato di circa 14 milioni, Vidal era sui 12, avevamo qualche commissione sugli altri. Quindi, vuol dire che il valore medio dei quattro migliori giocatori che scendono in campo è stato di 3 milioni. Se noi diciamo, dobbiamo spendere a tutti i costi, no. Noi dobbiamo anche essere capaci di trovare queste situazioni. Poi, è chiaro che nel rifondare una squadra, come dicevo prima, abbiamo 21, 22 giocatori su 25 diversi rispetto al 2010, qualcosa di sbagliato si fa per forza, questo è un dato di fatto oggettivo. Ma credo che tutto sommato, io non posso far altro che elogiare il lavoro di Marotta, il lavoro di Paratici, il lavoro di Nedved e spero di poter a breve elogiare il lavoro di Gianni Rossi e Pessotto sul settore giovanile, perché lì stiamo investendo molto, lo si passa sempre in secondo piano, ma voglio dire, a Vinovo oggi abbiamo il J College, quindi, abbiamo la scuola per i ragazzi. Quando ci trasferiremo alla Continassa, tutto Vinovo verrà destinato all’attività di sviluppo dei giovani, con tanto di stanze e refettorio. Quindi, diventa un vero e proprio collegio».

Ibrahimovic è un obiettivo possibile per la Juventus? Lei lo rivorrebbe?
«No».

Punto?
«Punto».

Higuain?
«Devo dire che la parte di mercato, io ho sempre sostenuto che c’è quella che chiamo io la capacità di fuoco. La capacità di fuoco sono il costo del personale tesserato più gli ammortamenti. Quest’anno saremo vicino ai 200 milioni tra queste due voci, e questo ci mette tra il sesto, settimo, ottavo, nono posto in Europa. Quindi, se vale il discorso del budget, noi dovremmo raggiungere tutti gli anni, come minimo, i quarti di finale di Champions League. Ora, sappiamo perfettamente che questo, cioè l’equazione budget uguale risultato sportivo, non c’è. Bisogna avere la capacità di gestirlo al meglio, bisogna avere la capacità di gestire i giocatori al meglio, perché le motivazioni, il lavoro e la volontà, danno sempre quel qualcosa in più. Però, il budget che noi mettiamo a disposizione dell’area sportiva è un budget sicuramente importante. Dal mio punto di vista, ho sempre sostenuto questo e sono decisioni che vengono delegate, in primis a Marotta, che poi ne discute con Paratici, con Nedved, con Conte stesso, perché è parte integrante di queste decisioni. Loro devono stare entro questa cifra. Quindi, per me possono smontarla e rimontarla, l’importante è che il costo totale, tra ammortamenti e retribuzione del personale tesserato, faccia quello che gli viene messo a disposizione».

Ci saranno cessioni eccellenti, tipo Vidal, Marchisio?
«Ripeto, queste sono scelte che competono all’area tecnica, discutono tra di loro, io con loro partecipo. Per me, l’importante è tenere a mente quello che è l’obiettivo, che è vincere, tenere a mente quello che è il rispetto di questa capacità di fuoco, che oggi si aggira intorno ai 200 milioni. Da questo punto di vista per me, e viene messo in mano tecnica, devono gestirlo al meglio, consapevoli che l’ambizione nostra è quella di vincere ogni competizione a cui partecipiamo, ma siamo altrettanto consapevoli, come ho detto in passato, che ci sono, comunque, altre squadre che hanno le stesse legittime ambizioni nostre e, quindi, anno su anno è difficile. Ripeto, vincere l’anno prossimo vorrebbe dire entrare nella storia. Quindi, non è una questione evidente, bisogna essere concentrati dal giorno uno e dire dobbiamo entrare nella storia tre volte di fila».

Bisogna essere affamati come dice Conte?
«Bisogna essere affamati. Non bisogna mai perdere la fame ed è un qualcosa che io non perdo neanche al giovedì quando gioco con i miei amici, quindi figuriamoci se perdo la fame nel gestire la Juventus».

C’è sempre anche Nedved quando gioca?
«Quasi sempre».

Con lei o contro?
«Sono a estrazione le squadre, quindi dipende dalle volte».

La Juventus in questo momento è all’opposizione in Lega Calcio e non è filogovernativa nemmeno per quanto riguarda la Figc. E questo va un po’ contro una tradizione della Juventus che è sempre stata vicina al governo del palazzo. È cambiato qualcosa radicalmente o potrebbe evolversi in modo diverso?
«Sì certo che è cambiato qualcosa. Il 2006 Í stato un terremoto in casa Juventus e quindi tutta una serie di scelte che non sono state condivise allora hanno sicuramente lasciato il segno. Da parte nostra c’è grande consapevolezza di aver rispettato la giustizia sportiva, così come rispettiamo le decisioni che oggi avvengono in Lega. C’è stata un’assemblea, con 14 voti favorevoli e 6 contrari, che ha dato un governo. Le vicende del 2006 hanno chiaramente lasciato degli strascichi e ci sono tutta una serie di azioni giudiziarie che sono in corso e che per noi sono assolutamente importanti. Detto questo, noi dobbiamo valutare quello che è l’aspetto legato al 2006 in un’ottica retrospettiva, ma di continua richiesta di parità di trattamento, perché i fatti che sono emersi successivamente sono stati fatti comunque che hanno portato alla luce elementi nuovi. Dall’altra parte però dobbiamo essere consapevoli che il governo e l’opposizione nel calcio non esistono, siamo un’unica associazione che vive nella sua collettività per migliorare e riportare il calcio italiano in posizioni più prestigiose di quelle che occupa oggi. Lo stesso discorso si può dire della Federazione: credo che l’intervista del vice presidente Albertini sia stata assolutamente eloquente l’altro giorno, quando dice “noi oggi in seno al consiglio federale abbiamo una serie di componenti che hanno le loro posizioni e i loro punti di vista, mentre invece bisognerebbe avere un punto di vista della Federazione che prende decisioni nell’interesse del gioco calcio, non delle varie componenti. Possiamo maturare, possiamo migliorare, ma non è il momento di criticare questa o quella azione, questa persona o quella persona. Io da quando sono nel calcio sento solo criticare la gente e anche a me è capitato di criticare. Credo che questo sia il momento di fare un passo indietro e lavorare tutti quanti, tutti uniti per riaffermare quella che è la posizione del calcio italiano in Europa».

Nelle prossime maglie non ci saranno né le due o tre stelle, nÍ la scritta “31 sul campo”. È una scelta soltanto estetica o di contenuto?
«C’è lo scudetto sulle maglie però che è importante».

Quindi non ci sono ripensamenti?
«No. Da questo punto di vista, credo che la gente ne un discorso di contabilità. Gli scudetti per noi sono 31, sappiamo perfettamente che l’albo ufficiale ne dà 29. Arrivati a questo punto a me magari piace ricordare un altro numero, tra l’altro domani inaugureremo la mostra “Il lunedì si parlava di calcio”, che è la storia della mia famiglia, della Juventus, e sono 90 anni e questo ci rende la proprietà più longeva di qualsiasi marchio sportivo al mondo. Bene, dal ’23 ad oggi noi come famiglia abbiamo vinto 30 scudetti in 90 anni, il che vuol dire uno scudetto ogni 3 anni. Come media statistica su 90 anni fa media e quindi di questo siamo molto orgogliosi, sono trenta. Negli ultimi 3 anni abbiamo fatto anche un po’ meglio, perché abbiamo fatto due su tre. Quindi non ci resta che proseguire».

I suoi anni?
«Sì, sì, gli ultimi tre anni».

I tifosi della Juventus su internet hanno votato Vidal come miglior giocatore della stagione, mvp di questo Scudetto. Lei cosa ne pensa?
«Per me è il collettivo. Questo è sicuramente lo Scudetto dei Buffon, Chiellini, Barzagli, Vidal, della novità Pogba, di Vucinic. Ma questo è lo Scudetto di Padoin, Giaccherini, Matri, Quagliarella, di tutti. Questo è stato lo Scudetto di una squadra che si è ripetuta. Lo dice sempre il mister, vincere una volta può essere un caso, ripetersi vuol dire che società, staff tecnico, allenatore e giocatori funzionano».

Qual è stato il momento più emozionante di questa stagione per lei?
«Il gol di Giaccherini contro il Catania sicuramente ha dato una gioia particolare. E poi credo che la vittoria a Bologna sia stato un momento estremamente determinante nel percorso di rivincere lo Scudetto».

C’è stato un momento in cui ha temuto di non riuscire a vincerlo quest’anno?
«Uno finché non lo vince deve sempre temere di non vincerlo. Averlo vinto con tre giornate di anticipo ci ha fatto vivere il finale di stagione più sereni. Uno non deve mai pensare di aver vinto fino a che non ha effettivamente vinto. La concentrazione è sempre stata altissima da parte di tutti, perché siamo perfettamente consapevoli che finché non si è vinto, non si è vinto. Io ne ho viste, ho visto il primo 5 maggio, quello originale e non questo qua, così come ho visto la giornata di Perugia, quando perdemmo all’ultima giornata. Bisogna arrivare, quando uno ha vinto ha vinto altrimenti deve sempre temere che qualcosa possa succedere».

Pensa mai a quello che le ha insegnato suo padre anche nella gestione e nel modo in cui in questi anni lei sta imparando a vincere?
«Uno dei grandi insegnamenti di mio padre è un insegnamento silenzioso. Una delle poche frasi che mi ha sempre detto: “Uno deve cercare di raggiungere gli obiettivi che si è prefissato”. E quindi non perdersi strada facendo nel cercare altre opportunità. Uno deve darsi degli obiettivi e cercare di raggiungerli. L’esempio di mio padre è sempre stato molto silenzioso, molto rispettoso, ma anche molto rigoroso. Parafrasando una frase inglese: “He lead by example”. Lui era leader per l’esempio che dava e gli altri lo seguivano».

A proposito di modello inglese e spagnolo. Oggi si parla di modello tedesco. Qual secondo lei è più applicabile in Italia per tornare ai vertici anche in Europa?
«Non dobbiamo ispirarci a un modello piuttosto che a un altro, perché ogni nazione ha le sue peculiarità. E quindi anche nella gestione stessa del reperimento delle risorse, la Germania è diversa dall’Inghilterra e la Spagna diversa dall’Italia. Noi dobbiamo individuare quello che è il nostro modello di riferimento in base a quello che è il nostro perimetro di riferimento. Bisognerebbe avere una guida diretta e forte da parte della federazione in modo tale che le varie componenti una insieme all’altra perseguano quello che è l’obiettivo che da’ la federazione, nella consapevolezza che la Lega Serie A debba essere il traino di questo sistema».

Dal 1986, quello di quest’anno è stato il primo Scudetto vinto dalla Juve senza Del Piero. Del Piero ha fatto i complimenti anche alla società in un messaggio recente. Sembra però che tra di voi ci sia sempre una certa freddezza. Questa freddezza finirà?
«Non è una questione di freddezza. Io sono riconoscente ad Alessandro. Abbiamo passato tante serate assieme, così come sono riconoscente a tutti i giocatori delle Juventus precedenti. Alessandro è un grande della storia della Juventus. Mi è capitato tante volte di accostarlo agli Scirea, ai Platini, ai Sivori. Alessandro sarà sempre nei nostri cuori e mi auguro presto di rivederlo nella nostra famiglia, allo stadio e in altre circostanze. Perchè comunque è un pezzo di storia della Juventus e di questo ne andiamo fieri».

Qual è l’obiettivo di domani?
«Vincere».

In cosa la Juventus le assomiglia di più?
«Io sono cresciuto dentro la Juventus. Vincere, questa volontà di vincere e di raggiungere gli obiettivi che si è prefissati. Da questo punto di vista crescere vicino alla Juventus ha più plasmato me che non io la Juventus. Io ho il privilegio di traghettarla per un periodo. Ha vinto prima di me e vincerà dopo di me».

Fonte:tuttosport
 
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Furiadicheb
view post Posted on 14/5/2013, 08:25     +1   -1




ABOLIRE ULTRA' E CLUD DOC, fino a quando avrò voce lo dirò. Sui Club Doc direi di verificare per bene prima di dargli il simbolo di Club Doc, ce ne sono troppi in giro, migliaia di club solo in Italia è un'assurdità. Non ha senso. Ce ne dovrebbero essere UNO in ogni regione di Italia. Non di più. Sugli ultrà direi che non c'è nemmeno nulla da aggiungere ormai. Continuo a dire che a me delle coreografie allo stadio non interessa nulla. Voglio le famiglie allo stadio, voglio la festa allo stadio non gente che fa cori contro le squadre avversarie. Non mi interessa questo.
Pensate che hanno fatto di tutto per guadagnarci sopra su 2000 persone. Pensate che schifo.
 
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view post Posted on 14/5/2013, 18:28     +1   -1
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Corato, caos per festa Juve. Marchisio: «Un peccato»


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"Volevamo festeggiare con i tanti tifosi accorsi ma a causa della scarsa organizzazione questo non è stato possibile": il difensore della Juventus, leonardo Bonucci, stigmatizza così, via twitter, gli incidenti verificatisi ieri sera a Corato (Bari) dove era in programma una serata per festeggiare lo scudetto della Juve e alla quale dovevano partecipare lo stesso Bonucci, il tecnico Antonio Conte e Claudio Marchisio. Serata finita nel caos. "Peccato per questa sera - ha twittato ieri sera Marchisio - Purtroppo siamo dovuti andare via per la mancata organizzazione. Ci dispiace molto!".

LA PAURA - Una festa che per poco non si è trasformata in tragedia. In duemila sono arrivati da ogni parte della Puglia, pagando anche 50 euro a testa con la promessa di un autografo o di una foto con i neo-campioni d'Italia. Invece la festa è iniziata tra i sorrisi e i cori inneggianti alla squadra del cuore, ma è finita tra spintoni, urla, un caos indescrivibile, bambini impauriti in lacrime e gente che ha cercato riparo invece di avvicinarsi ai propri idoli del pallone. Insomma, sono dovute intervenire le forze dell'ordine per riportare la calma. Danneggiate anche alcune attrezzature della struttura ricettiva da chi ha scavalcato recinzioni o ha tentato di passare tra le stanze di servizio per raggiungere i calciatori. Conte, Bonucci e Marchisio sono dovuti andar via in tutta fretta. "Ci hanno trattato da animali - ha commentato più di qualche tifoso - abbiamo pagato 50 euro e c'era un piccolo buffet per migliaia di persone, senza la possibilità di avvicinarci ai giocatori. E poi hanno fatto mostrare anche una coppa 'fintà". Già, perchè quella alzata al cielo sul piccolo palco allestito nel locale era la coppa di campioni d'Italia 2011-2012. Un inganno che per i tifosi bianconeri, anche se si dovesse decidere di rimborsare loro le spese come si vocifera nelle ultime ore, è proprio difficile da digerire.

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view post Posted on 14/5/2013, 18:44     +1   -1
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Corato, caos per la Juve. Scuse dagli organizzatori


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Una brutta pagina che nulla ha a che fare con lo sport e i suoi valori. La festa juventina di Corato, in provincia di Bari, lunedì sera, si è conclusa con la fuga di Conte, Marchisio e Bonucci per via della calca incontrollata. Tifosi inferociti, poi, hanno assediato il locale per alcune ore ed è stato necessario l’intervento della Digos. Sì, una brutta pagina, anche per gli organizzatori, impreparati a un evento di simili proporzioni (presenti oltre 2000 appassionati). L’Associazione Bianconeri d’Italia porge le sue scuse e preannuncia i rimborsi.

IL COMUNICATO - "L’evento è stato organizzato in modo che gli ospiti , forniti di tagliando, potessero interagire con i propri beniamini, come da programma. Il cocktail previsto è stato regolarmente servito in modalità apericena, nella zona adiacente la piscina. Inizialmente i giocatori ed il mister si sono presentati sul terrazzo della struttura per un primo saluto e successivamente accompagnati sul palco per le foto di rito. I nostri campioni sono stati poi accompagnati all’interno della struttura al fine di offrire la possibilità, a tutti, muniti di secondo tagliando, di poter incontrare i propri idoli. Ciò non si è potuto verificare per l’intemperanza di numerosi ospiti/tifosi. Ci scusiamo con le tante persone civili che hanno partecipato al nostro evento, inclusi famiglie e bambini. Occorre precisare che l’evento era stato organizzato con destinazione degli introiti a scopo benefico. L’esito della serata ha stravolto tale destinazione. Pertanto sarà disposto un rimborso nominativo che sarà comunicato nei prossimi giorni".

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MattyRibasDaCunha
view post Posted on 14/5/2013, 19:42     +1   -1




Per chi ha parlato di intascare soldi il più possibile..

CITAZIONE
Occorre precisare che l’evento era stato organizzato con destinazione degli introiti a scopo benefico.
 
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view post Posted on 15/5/2013, 01:36     +1   -1
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CITAZIONE (MattyRibasDaCunha @ 14/5/2013, 20:42) 
Per chi ha parlato di intascare soldi il più possibile..

CITAZIONE
Occorre precisare che l’evento era stato organizzato con destinazione degli introiti a scopo benefico.

Parte degli introiti, ovvero neanche la metà degli oltre 100 mila euro...
 
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muni79
view post Posted on 16/5/2013, 11:00     +1   -1




Corato Le festa della Juventus finisce in caos

 
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view post Posted on 17/5/2013, 23:07     +1   -1
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Devo fare alcune precisazioni ufficiali che ho ricevuto oggi alla riunione dei Club Doc della Campania, allora le persone erano precisamente 2495 di cui 2000 era ultrà e tifosi normali che hanno pagato 50 euro ciascuno e di quelle 50 euro niente andava in beneficenza, le restanti 495 persone erano soci dei Club Doc che hanno pagato 40 euro ciascuno di cui 10 euro sono andati o dovevano andare in beneficenza, come vedete alla faccia della beneficenza alla fine in beneficenza ci doveano andare solo circa 5 mila euro e i restanti quasi 115 mila euro dove dovevano andare??? Una sola parola: VERGOGNA!!!
 
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MattyRibasDaCunha
view post Posted on 17/5/2013, 23:21     +1   -1




Ma i soldi chi li prendeva? No perché non penso siano cosi affamati di spiccioli (perché questi sono spiccioli per una società di A)
 
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view post Posted on 17/5/2013, 23:30     +1   -1
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CITAZIONE (MattyRibasDaCunha @ 18/5/2013, 00:21) 
Ma i soldi chi li prendeva? No perché non penso siano cosi affamati di spiccioli (perché questi sono spiccioli per una società di A)

La Juventus non centra niente, centra chi ha organizzato tutta questa cosa, cioè gli ultrà Italia Bianconera di cui fa parte Fabio Germani.
 
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15 replies since 13/5/2013, 21:52   402 views
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