Agnelli risponde: martedì il presidente Juve si confessa a Sky

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juvesteel 79
view post Posted on 28/5/2016, 13:44     +1   -1




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Martedì 31 Maggio alle 18.30 e alle 23.00 su SkySport1HD andrà in onda il programma “Agnelli Risponde”.


Il presidente della Juventus parlerà per la prima volta dopo la vittoria del quinto Scudetto consecutivo e della Coppa Italia, sottoponendosi alle domande di dieci intervistatori.

Tuttojuve.com

Edited by Fender87 - 28/5/2016, 17:43
 
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juvesteel 79
view post Posted on 31/5/2016, 18:25     +1   -1




LIVE TJ - AGNELLI: "Ottimo rapporto con Allegri e John. Famiglia ancora molto legata a Torino. Acquistare squadra estera? Stiamo valutando"


Oggi pomeriggio alle 18:30 su Sky Sport va in onda lo speciale “90 minuti con...#AgnelliRisponde”. Andrea Agnelli , ospite negli studi milanesi dell'emittente satellitare, risponde alle domande di dieci intervistatori, divisi tra volti Sky e alcuni noti rappresentanti del mondo dell’informazione, in una sorta di uno contro tutti, con precise “regole di ingaggio”: due tempi, 90 minuti in tutto, non più di novanta secondi a risposta. Tuttojuve.com segue in diretta l'evento e riporta le dichiarazioni del tecnico bianconero.

Le sue sensazioni?
"E' un piacere essere qui. Spesso vengo criticato perchè non parlo abbastanza e ci tengo a ringraziarvi perchè essere qui e avere la possibilità di dialogare su quello che è il calcio in Italia, in Europa, con questa platea sicuramente sarà un piacere".

Che cosa è rimasto di saldo e di forte tra la sua Famiglia e la città? Si augura una continuità amministrativa?
"Che cosa lega la mia Famiglia a Torino, direi tantissime cose. In prima battuta la residenza mia e di mio cugino a Torino, viviamo lì. Se pensiamo ai grandi investimenti che sono stati fatti negli ultimi anni a Torino, dobbiamo pensare alla Juventus con il nuovo stadio e alla fabbrica della Maserati a Grugliasco, quindi grandi investimenti sono stati fatti sul territorio. Se poi vogliamo andare a valutare che la sede civile di FCA non sia più a Torino ma sia oggi in Olanda, ed essere Torino uno dei quattro centri direzionali, vuol dire essere un attimino miopi. Il centro direzionale per l'Europa e l'Africa rimane Torino, quindi Torino rimane assolutamente centrale. Al di là di quegli investimenti, rimane il grandissimo affetto per la città. Per quanto riguarda i prossimi appuntamenti amministrativi, io sono spettatore privilegiato, perchè sono residente a Fiano Torinese, quindi voterò per altri candidati, quindi da questo punto di vista sono spettatore privilegiati. I rapporti miei personali, della Juventus e di FCA, saranno con le istituzioni e i rapporti saranno ottimi".

Che idea si è fatto della candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024?
"E' sicuramente una candidatura ambiziosa, come è giusto che si ponga grandi ambizioni una città come Roma, la Città Eterna. Grandi eventi sportivi portano una grandissimo indotto. Ci sono esempi sia positivi che negativi. Grandissimi esempi positivi penso a Barcellona, e ci sono città che hanno avuto meno bisogno di investimenti come Londra. Su Roma, per ammodernare le strutture, penso possa essere un'opportunità sicuramente da non perdere. Da parte mia, se ci sarà bisogno del mio contributo, sarà pieno e totale, perchè l'orgoglio non è solo essere torinesi come lo siamo noi, ma anche essere italiani".

E' vero che state pensando di acquistare una squadra straniera?
"Questi sono esempi. Altri imprenditori italiani ne avevano tre, ne hanno ceduta una. Sono delle possibilità che esistono, sono possibilità che possono essere utili e strumentali per avere un'armonizzazione con altre realtà competitive. Questo deve essere uno dei pilastri del calcio europeo nei prossimi anni. Il fatto di avere extracomunitari in rosa, in alcuni Paesi c'è libertà totale, in altri è contingentato, così come finestre di mercato aperte più a lungo o meno a lungo in altri Paesi. Sono delle possibilità che stiamo valutando, ma al momento non è all'ordine del giorno".

Come si concilia questa passione da tifoso con il ruolo di manager?
"Da due ore prima della partita nessuno mi rivolge la parola, guardo la partita, in base al risultato c'è ancora una o due ore, dopodichè non torna a pensare la testa del tifoso, ma quella del dirigente che ha la responsabilità dello sviluppo e della crescita della società".

Ha mai telefonato all'allenatore per consigliare di far giocare un giocatore?
"Io personalmente no. Ho un rapporto ottimo con Max, ma anche prima con Conte e Delneri. Sono cresciuto negli spogliatoi e so quanto il tecnico debba essere supportato dall'attività quotidiano. Paratici e Nedved sono quotidianamente con l'allenatore, poi ci sono ruoli delicati come il mio e di Marotta ma io delego le decisioni di campo a gente più competente di me ed il tecnico ha piena autonomia".

Siete sicuri che vi convenga vincere in Italia? Il livello del campionato si abbassa se vince sempre la stessa...
"Uno guarda le principali leghe europee, abbiamo quattro anni consecutivi il Bayern Monaco, quattro anni il Psg, poi in Spagna c'è un duopolio dove si inserisce l'Atletico Madrid. E' normale che chi gestisce una società ha l'ambizione di vincere e noi dobbiamo averla. Nel mio primo discorso ho usato la parola vincere cinque volte, in un discorso di tre minuto. Chi sta alla Juventus deve solo pensare a vincere. Le considerazioni sul campionato, valido o non valido sono altre, che noi lasciamo a voi opinionisti".

Mi sembra che questa sia la prima volta che un Agnelli fa veramente il manager. Quanto risulta importante?
"Gestire la Juventus nel 2016 e nell'ultimo decennio è diverso rispetto a gestire una squadra di calcio prima dell'introduzione dei diritti tv. Prima c'erano 6, 7, 8 persone. Quando guardiamo oggi la Juventus, siamo una grande società, con un fatturato da 350 milioni di euro, 700 dipendenti, una dimensione non più ludica. Siamo un'azienda in uno dei pochi settori in crescita. Avere un uomo di fiducia della famiglia è importante rispetto ad un manager puro, anche se abbiamo avuto grandi dirigenti che hanno fatto benissimo in Juventus o in altre società".

Qual è il momento che ricorda con più piacere e quello che ricorda con meno piacere di questa stagione?
"La cosa migliore è stata come è iniziata l'annata e come è finita l'annata. Poi abbiamo dato la Supercoppa alla stagione precedente, ma è di questa stagione. Noi abbiamo iniziato in Cina con un trofeo e abbiamo finito a Roma con un trofeo, ed è quello a cui noi dobbiamo ambire. Partecipiamo a tutte le competizioni con l'ambizione di vincere. Abbiamo iniziato bene e finito bene. La parte più brutta non è la parte più brutta ma la parte più difficile, quindi la gestione da fine settembre e inizio novembre, che poi ha dato il via alle 25 vittorie consecutive. Quello è stato un periodo difficile, sfidante, ma che ci ha dato la dimostrazione che la compattezza e l'unità di intenti fanno la differenza soprattutto nei momenti di difficoltà".

Lei più affezionato ai giocatori di classe o a quelli tosti?
"Io sono un difensore, quindi pochi fronzoli. Giocoforza io sono più affezionato alla ruvidità, all'essere tosto".

Il suo stile dirigenziale rispecchia questa sua preferenza?
"Il mio stile è quello di dare una direzione e cercare di raggiungere gli obiettivi prefissati. La delega deve essere ampia ai rispettivi ruoli".

L'azionista di controllo della Juve è la Exor, ma il capo riconosciuto di Exor è Marchionne. Tutte le squadre chiedono soldi agli azionisti, la Juventus no. Ma i conti sono sulla linea di galleggiamento. Marchionne ha detto che le dà i soldi se c'è bisogno di crescere o no?
"Marchionne non è azionista. L'amministratore delegato di Exor non è Marchionne ma mio cugino John. John è presidente e amministratore delegato. Non è neanche vicepresidente. E' una persona con cui dialogo volentieri: è una persona competente, di grande cultura. Ho il privilegio di poter dialogare mensilmente con lui, esperienza che mi arricchisce. Non è cosa dice l'azionista che decide. Se fai aumenti di capitale ogni 2-3 anni vuol dire che gestisci società non sano o non appropriato alla società che gestisci. Il rapporto con John non è buone, di più, questo non diverte più la platea di giornalisti. La nostra ambizione è quella di avere autofinanziamento e che ambisca a vincere. Siamo passati da una perdita di 95 ad un risultato dimezzato. Se dovessimo riclassificare senza Irap, troveremmo 40 milioni in più. Dal mio punto di vista la società è ben impostata per reggere le sfide dei prossimi 2-3 anni. Poi è da capire cosa succede nel calcio italiano ed in quello Europeo dove lo scenario può essere diverso".

E' difficile essere virtuosi e vincenti nell'Italia di oggi?
"Uno deve sempre operare nel contesto. Ci sono normative: la nostra sede è a Torino, giochiamo in Italia. Noi operiamo in questo mercato ponendoci obiettivi raggiungibili. Abbiamo sempre rispettato i piani triennali. Se siamo arrivati a fatturare 350 milioni raggiungendo equilibrio finanziario vuol dire che si può fare. L'importante è capire come non perdere terreno dalle altre realtà europee".

Lo strapotere sportivo delle spagnole, si fonda su un modello di business più avanzato?
"Dobbiamo andare a pensare dove erano i club italiani ad inizio degli anni 2000 e quelli spagnoli, tedeschi ed inglesi. Dobbiamo vedere la loro e la nostra evoluzione da allora. Nel 2006 abbiamo avuto un momento di fortissima discontinuità, da allora il calcio italiano ha perso di competitività perdendo molti treni fondamentali. Quelle di Barcellona, Real e Bayern hanno peculiarità del singolo mercato. Noi dobbiamo capire qual è il nostro modello, il percorso che vogliamo intraprendere, la mission che vogliamo dare alle principali società della Serie A, da lì delineare un piano nei prossimi 3-5 anni per rimanere competitivi a livello internazionale. Pensare di emulare quello che accade in Inghilterra, Germania e Spagna, solo perchè lì hanno avuto una serie di leggi che hanno favorito i club - penso a quella che ha favorito il rientro dei cervelli in Spagna, dando una fiscalità di grandissimo vantaggio.... sicuramente hanno dato grandissimo vantaggio. Ma non sono queste operazioni straordinarie che possono riportare in alto i club italiani. Nell'ultimo consiglio, abbiamo introdotto il boxing day in un'ora o due per deliberare che ci sarà una data sola tra due anni. Mi sono sentito dire 'sei abituato ad innovare, noi dobbiamo proteggere'. Serve capire cosa vogliamo essere, facciamo fatica a guardare al modello inglese. Viene spontaneo guardare alla Spagna, dove con la colletivizzazione dei diritti tv, sono state protette le realtà locali".

Dobbiamo pensare ad una Juventus che gioca la Superlega e ad una Juventus 2 che gioca il campionato italiano?
"Il mio auspicio è avere una Serie A che sia un nuovo punto di riferimento. Il calcio negli anni 80' si faceva qui... In Europa è da capire se quel che accade lì è quello che piace. Avere un group stage con risultati scontati (in Champions, ndr) piace? Oppure si vuole modificare il format? Ci sono 2 miliardi di tifosi nel mondo, 1 è del calcio ma con la NFL c'è un gap di 3 miliardi appannaggio loro".

Tuttojuve.com
 
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Fender87
view post Posted on 31/5/2016, 20:03     +1   -1




Tra un po pubblico il video, restate con noi! :D
 
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