Il difensore della Juventus racconta come vive la professionalità di calciatore e spiega come i bianconeri sono riusciti a rimettere in piedi una stagione difficilissima: "All'inizio è stato difficile con 12 giocatori nuovi su 25, non eravamo abituati a non vedere più le stesse facce. Il gruppo è stato decisivo"
Ha ricominciato a correre da poco, ma non ha mai smesso di pensare. Giorgio Chiellini è tornato protagonista allo Juventus Stadium per una serata speciale, Randstad perfect team, dedicata interamente a lui e ai valori decisivi per costruire una grande squadra. Nello sport, così come nel mondo del lavoro. Partendo dall’esperienza di questa stagione. Con una Juventus che pareva persa soltanto un girone fa e, ora, è in cima alla classifica.
Adesso siamo un gruppoChiellini non ha dubbi sul motivo per cui la Juventus degli ultimi anni sembra una macchina inarrestabile. “Abbiamo rimontato, ma non siamo del tutto soddisfatti ammette -, la verità è che siamo molto vicini al traguardo ma non abbiamo ancora fatto niente. In dieci giorni può cambiare tutto. Se siamo riusciti a rimontare è perché siamo in una società dove la cultura della vittoria è tramandata di generazione in generazione e alla base c’è un gruppo d’italiani che, anno dopo anno, aiuta a mantenere vivi questi sentimenti. Con tutto il rispetto, si è visto nelle altre squadre. Senza un gruppo di italiani che trascina gli altri, è difficile. Anche se qualche eccezione, come gruppo di argentini, c’è stata. Nei primi anni di Conte eravamo al 70% italiani ed erano gli anni più belli, eravamo amici anche fuori dal campo. Ci trovavamo a cazzeggiare fuori e abbiamo creato un gruppo. Quest’anno per noi è stato difficile, cambiando 12 persone su 25. Ricreare un feeling con ragazzi giovani, stranieri e non le solite facce è stato difficile. Dopo un po’, però, abbiamo ricreato la nostra famiglia e siamo partiti da quello. Il gruppo, però, è fondamentale”.
Meglio Conte o Allegri ?Parlando di leadership, Chiellini ha provato a definire le differenze tra gli allenatori del suo passato: “Conte e Allegri sono persone diverse. Ho avuto tanti allenatori, da Capello a Ranieri passando per Lippi. Tutti con il carattere forte. Per arrivare a gestire quel ruolo serve un carattere forte. C’è chi scherza di più e di meno, chi parla di più e parla meno. Chi fa il duro e punta sui fatti, ma la leadership è fondamentale. Senza nessun gruppo riesce a vincere e va alla deriva, l’anarchia non porta a nessun risultato”.
Messi? Serve il segno della croceAnche una squadra perfetta, sa che dovrà affrontare un avversario più forte. E, allora, come si fa? Chiellini sceglie la via dell’ironia: “La conoscenza dell’avversario è fondamentale, anche singolarmente. Ti permette di capire la maggioranza delle sue caratteristiche. Cristiano Ronaldo lo marchi cercando di non farlo rientrare sul destro, con Messi ti fai il segno della croce. Scherzi a parte, ogni persona ha una sua caratteristica e un’analisi psicologica da fare”. Non può mancare un pensiero a Juventus-Barcellona: "Si poteva vincere, le occasioni le abbiamo avute. Potevamo fare meglio, non abbiamo fatto la partita perfetta. Ma se capiterà un'altra occasione arriveremo pronti".
fonte : eurosport.com
Edited by juvesteel 79 - 12/3/2016, 23:35Attached Image: 10_03_2016_7659045_76iytyytyuyuyuyuyu