Quei brutti fischi a Motta
Serata piacevole quella di ieri per i tifosi bianconeri, che hanno ritrovato una Juve convincente, non perfetta, forse non ancora assatanata, ma in grado di regalare goal, emozioni e tranquillità per il futuro.
Una sola cosa ha lasciato l'amaro in bocca a fine serata: i fischi riservati all'ingresso in campo di Marco Motta, che Conte, a un quarto d'ora dalla fine, ha spedito in campo a rilevare Llorente.
Motta non è certo un top player, è però un onesto lavoratore del pallone che, come ha sottolineato lo stesso Conte in qualche intervista post gara, si allena coscienziosamente nel corso della settimana per migliorarsi.
Acquistato dalla Juventus nel 2010 (all'Udinese andarono 5 milioni di euro tra prestito e riscatto del cartellino), dopo una stagione non esaltante con Del Neri, a gennaio 2012, non rientrando nei piani di Conte, fu ceduto in prestito secco al Catania; la scorsa stagione la passò a Bologna, in prestito con diritto di riscatto che però non fu esercitato.
E dunque il ritorno alla Juve: e se è ancora lì non è certo perché si è incatenato ai cancelli di Vinovo, ma semplicemente perché Marotta, che sul mercato in uscita sembra ancor più impacciato che su quello in entrata, non ha trovato per lui il giusto acquirente.
Ieri sera Marco è entrato in campo con la maglia bianconera sulle spalle, e solo questo lo rendeva meritevole di essere sostenuto, anzi, di più, incoraggiato, tenuto conto del fatto che si tratta di un ragazzo che sa benissimo di essere arrivato in ritiro con la valigia in mano e di non essere certo un prima scelta del mister; e di cui però Conte in questi mesi ha potuto apprezzare se non altro la buona volontà ad applicarsi per migliorare, vedendolo sudare accanto ai Pogba, ai Vidal e ai Tevez; e ha ritenuto giusto premiarlo con un po' di minuti di campo, un premio sì, ma anche un'iniezione di fiducia.
E' già capitato che il pubblico della Juventus Stadium fischiasse qualche bianconero che deludeva le attese: è accaduto, ad esempio, con Vucinic, con Bonucci, con Giovinco, con Isla. E Conte ha sempre disapprovato queste manifestazioni: la bolgia deve essere spinta, non rimprovero; per giudicare le prestazioni e prendere le decisioni conseguenti c'è il mister, che comunque li vede tutta la settimana, ne conosce potenzialità e bisogni.
In questo caso si è trattato addirittura di fischi preventivi, pregiudiziali, senza nemmeno sapere cosa il ragazzo in questo momento sia in grado di mettere sul campo.
Quei fischi dunque fanno molto male: non interessa da quale/i settore dello stadio siano venuti, il brutto è che ci siano stati; se vogliamo, è anche questa una sottile forma di discriminazione.
FONTe: tUTTOJUVE.COM