Juve, e Motta? Per il momento rimane.

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TOPIC_ICON11  view post Posted on 3/9/2013, 12:46     +1   -1
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L’ultima giornata di trattative non gli ha regalato una nuova maglia, ma il futuro di Marco Motta resta tutt’ora in bilico. Due le opzioni per l’esterno rientrato in estate dall’esperienza al Bologna. Una possibilità è l’estero, alcuni mercati (vedi Romania, Turchia, Emirati Arabi...) resteranno ancora aperti e in uscita non ci sono vincoli. L’altra, invece, porta a Vinovo, alla permanenza in bianconero. Già, Motta dopo un anno e mezzo in provincia (Catania e Bologna) potrebbe restare in rosa almeno fino a gennaio. Soluzione possibile, anche perché le ultime ore di mercato non hanno regalato al tecnico alcun esterno. I rischi maggiori sono per l’ex romanista: sulla carta la concorrenza nel ruolo è ampia: da Lichtsteiner a Isla, fino ai jolly Padoin e Caceres.

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juvesteel 79
view post Posted on 3/9/2013, 19:10     +1   -1




tra motta e de ceglie non saprei chi buttar giu dalla torre per primo .....anzi no paolino
 
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muni79
view post Posted on 29/10/2013, 19:34     +1   -1




Panettone Motta!




Sì, è vero. Nel calcio le questioni di panettone hanno perlopiù riguardato l’eventuale permanenza in panchina dell’allenatore in carica, con il solito “Non riuscirà a mangiare il panettone!” che prendeva di mira Palermo e Genova (rossoblù) su tutte, per la grande imprevedibilità che caratterizza il primo tifoso dell’una e dell’altra squadra. Ma quando in rosa hai un giocatore di nome Motta, ecco che si può parlare di panettone senza per forza tirare in ballo la stabilità della panchina di colui che ha condotto la rinascita bianconera.

La disfatta di Firenze ha lasciato in bocca tanta amarezza, ma forse i palati più fini avranno assaporato anche quel pizzico di “dolce”, rilasciato dall’ingresso in campo del terzino destro. Esce Padoin, entra Motta: è il trentottesimo del secondo tempo quando Conte effettua il cambio, ma non c’è alcun crampo, alcun infortunio, alcun motivo di turnover a giustificare l’ingresso di Marco, né tanto meno l’estremo tentativo di provare il tutto per tutto, data la maggiore propensione offensiva di Padoin.

Dall’arrivo di Conte, o se vogliamo dal ritorno, Marco Motta non aveva mai messo piede in campo con la Juventus prima di domenica e la bocciatura che il tecnico gli aveva riservato nel 2011, ha portato la Vecchia Signora alla conquista di due Scudetti e il calciatore a divedersi tra le piazze di Catania prima e Bologna poi, senza i risultati auspicati.

Proprio per tali motivi, la mossa di Conte al Franchi è un messaggio forte e chiaro a chi in estate avrebbe potuto, o forse dovuto, fare di meglio per regalare al tecnico ciò che si era meritato sul campo in due anni di lavoro e vittorie. La partenza non avallata di due uomini fedeli come Giaccherini e Matri e la legittima richiesta di un esterno di livello rispedita gentilmente al mittente, hanno messo in mostra la divergenza tutta italiana del binomio allenatore-manager, tanto cara alla Premier League.

A destra Lichtstainer, Padoin, Isla, Motta e a sinistra Asamoah, Peluso e De Ceglie: il detto non era “meglio pochi ma buoni”? Nessuno all’altezza, ad eccezione dello svizzero a destra e forse del ghanese a sinistra, buon giocatore, ma mezzala, quindi ottima riserva di Vidal o Marchisio e non certo esterno alla Kolarov (a Bale non accostiamolo neanche).

Ma adesso urge pensare al presente e concentrarsi al massimo per evitare figuracce, per cercare di ripartire. Il presente parla di Champions, dice Bernabeu ed esalta il Real Madrid. Il futuro invece speriamo sia bianconero e non soltanto Blancos. In fondo lì, nel Teatro del calcio, non abbiamo niente da perdere, dobbiamo rischiare giocando a viso aperto e dando il massimo.

Sul mercato avrai modo di rialzare la voce, ma adesso, caro Conte, come diceva quel simpatico bambino della pubblicità della Motta, tanto per tornare in tema, “Buttati che è morbido”.

fontE: Tuttojuve.com
 
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muni79
view post Posted on 31/10/2013, 18:57     +1   -1




Quei brutti fischi a Motta



Serata piacevole quella di ieri per i tifosi bianconeri, che hanno ritrovato una Juve convincente, non perfetta, forse non ancora assatanata, ma in grado di regalare goal, emozioni e tranquillità per il futuro.
Una sola cosa ha lasciato l'amaro in bocca a fine serata: i fischi riservati all'ingresso in campo di Marco Motta, che Conte, a un quarto d'ora dalla fine, ha spedito in campo a rilevare Llorente.
Motta non è certo un top player, è però un onesto lavoratore del pallone che, come ha sottolineato lo stesso Conte in qualche intervista post gara, si allena coscienziosamente nel corso della settimana per migliorarsi.
Acquistato dalla Juventus nel 2010 (all'Udinese andarono 5 milioni di euro tra prestito e riscatto del cartellino), dopo una stagione non esaltante con Del Neri, a gennaio 2012, non rientrando nei piani di Conte, fu ceduto in prestito secco al Catania; la scorsa stagione la passò a Bologna, in prestito con diritto di riscatto che però non fu esercitato.
E dunque il ritorno alla Juve: e se è ancora lì non è certo perché si è incatenato ai cancelli di Vinovo, ma semplicemente perché Marotta, che sul mercato in uscita sembra ancor più impacciato che su quello in entrata, non ha trovato per lui il giusto acquirente.
Ieri sera Marco è entrato in campo con la maglia bianconera sulle spalle, e solo questo lo rendeva meritevole di essere sostenuto, anzi, di più, incoraggiato, tenuto conto del fatto che si tratta di un ragazzo che sa benissimo di essere arrivato in ritiro con la valigia in mano e di non essere certo un prima scelta del mister; e di cui però Conte in questi mesi ha potuto apprezzare se non altro la buona volontà ad applicarsi per migliorare, vedendolo sudare accanto ai Pogba, ai Vidal e ai Tevez; e ha ritenuto giusto premiarlo con un po' di minuti di campo, un premio sì, ma anche un'iniezione di fiducia.
E' già capitato che il pubblico della Juventus Stadium fischiasse qualche bianconero che deludeva le attese: è accaduto, ad esempio, con Vucinic, con Bonucci, con Giovinco, con Isla. E Conte ha sempre disapprovato queste manifestazioni: la bolgia deve essere spinta, non rimprovero; per giudicare le prestazioni e prendere le decisioni conseguenti c'è il mister, che comunque li vede tutta la settimana, ne conosce potenzialità e bisogni.
In questo caso si è trattato addirittura di fischi preventivi, pregiudiziali, senza nemmeno sapere cosa il ragazzo in questo momento sia in grado di mettere sul campo.
Quei fischi dunque fanno molto male: non interessa da quale/i settore dello stadio siano venuti, il brutto è che ci siano stati; se vogliamo, è anche questa una sottile forma di discriminazione.

FONTe: tUTTOJUVE.COM
 
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