Il Giudice sportivo ha deciso: il Genoa giocherà le ultime due partite casalinghe a porte chiuse
La squadra rossoblù, in piena lotta per non retrocedere, dopo i fatti di ieri pomeriggio, dovrà quindi giocare due gare a Marassi senza il supporto dei propri tifosi.
Una sanzione era prevista e una sanzione alla fine è arrivata. Il Genoa paga a caro prezzo il folle comportamento dei propri tifosi, che nel corso della gara contro il Siena hanno intimato ai loro giocatori di togliersi le maglie che indossavano e costretto l'arbitro a sospendere la partita sul risultato di 4-0 per gli ospiti per circa tre quarti d'ora.
Il Giudice sportivo Giampaolo Tosel ha infatti stabilito che i rossoblù, impegnati nella lotta per non retrocedere, e affidati da oggi al tecnico Gigi De Canio, giocheranno le prossime due partite interne contro Cagliari e Palermo a porte chiuse, terminando di fatto questo campionato senza poter contare sull'apporto dei propri sostenitori.
La società rossoblù è stata colpita a titolo di responsabilità oggettiva. Il Giudice, considerando i gravi fatti del Ferraris come un qualcosa di mai accaduto nella storia del calcio italiano, nel suo comunicato spiega che la decisione è stata presa "da un lato per la particolare gravità di quanto accaduto e per la concreta possibilità che nel corso delle residuali gare di questo Campionato da disputarsi nello Stadio genoano si ricrei un intollerabile clima di violenza", dall’altro considerando "l'attività di concreta cooperazione con le forze dell’ordine svolta dai dirigenti rossoblù".
Intanto prosegue il lavoro delle forze dell'ordine per individuare i responsabili di quanto accaduto ieri al Ferraris, grazie al supporto delle telecamere dello stadio. Ai microfoni di 'Tgcom24' è intervenuto il questore di Genova, Massimo Maria Mazza.
"Ci sono condotte diverse, dobbiamo ritornare alle responsabilità dei singoli. - ha detto - Al momento siamo a dieci identificazioni, ma stiamo procedendo. Sono sicuramente coloro che hanno assunto alcuni comportamenti, questi non sono tifosi, ma violenti ultras".
Mazza ha fatto quindi alcune precisazioni sul comportamento della polizia ieri all'interno dello stadio. "La sicurezza interna negli stadi è competenza delle società e non delle forze dell'ordine. - ha sottolineato - La gestione è affidata alle società degli steward".
Sui giocatori che hanno assecondato le richieste degli ultras ha quindi aggiunto: "Ho chiesto che non si assecondasse la richiesta ricattatoria del levarsi la maglia perchè avevamo abbastanza uomini per poter garantire l'incolumità dei giocatori".
Per Mazza non sono state perciò le forze dell'ordine ad autorizzare i calciatori a un simile gesto. "L'indicazione non è stata della questura, dobbiamo capire se è stata una decisione della società piuttosto che dei giocatori. La società non è mai lasciata sola nella maniera più totale, noi abbiamo garantito che avevamo la forza idonea per garantire la sicurezza".
Infine il questore ha fatto alcune precisazioni sulle attuali condizioni dello Stadio Ferraris. "Sull'agibilità la deroga è data per l'esterno - ha voluto evidenziare - e non per l'interno, che invece è a norma".
fontE: goal.com
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GENOVA, GLI ULTRAS SI DIFENDONO
Si chiama Fabrizio Fileni uno degli uomini che, dagli spalti di Marassi, ha parlato con Sculli durante la sospensione del match. "Non abbiamo obbligato i giocatori a togliersi la maglia - ha detto all'Ansa Fileni -. Glielo abbiamo chiesto perché la stavano disonorando". Intanto parla il questore di Genova, Massimo Maria Mazza: "Al momento siamo a dieci identificazioni. Ci sono condotte diverse, dobbiamo ritornare alle responsabilità dei singoli".
Tornando alle parole di Fileni, l'ultrà ha raccontato come ci sia stato ''l'apice della delusione più che la rabbia. Ma più di tutto la preoccupazione di finire in B come quelli della Sampdoria''. Sculli che cosa vi ha detto? ''Ci ha detto di star calmi. Ci ha rassicurato e ha detto che la partita doveva andare avanti''. La partita è andata avanti ''e non è successo niente, non c'è stata violenza perché abbiamo fatto in modo che niente succedesse''.
Il questore di Genova, comunque, ha parlato anche del tema sicurezza negli stadi: "La sicurezza interna negli stadi è competenza delle società e non delle forze dell'ordine - dice a Tgcom24 -. La gestione è affidata alle società degli steward". In merito ai giocatori che hanno levato la maglia su richiesta degli ultras aggiunge: "Ho chiesto che non si assecondasse la richiesta ricattatoria del levarsi la maglia perché avevamo abbastanza uomini per poter garantire l'incolumità dei giocatori. L'indicazione non è stata della questura, dobbiamo capire se è stata una decisione della società piuttosto che dei giocatori - prosegue - . La società non è mai lasciata sola nella maniera più totale, noi abbiamo garantito che avevamo la forza idonea per garantire la sicurezza". Infine una nota sull'agibilità dello stadio genovese: "Sull'agibilità la deroga è data per l'esterno e non per l'interno che invece è a norma".
PREZIOSI: "SI E' USATO IL BUON SENSO" Il giorno dopo la follia di Genova, Enrico Preziosi - accusato di aver detto di consegnare le maglie - spiega: "Si è usato il buon senso perché non accadesse qualcosa di peggio - dice -. Ho detto che se le maglie da dare ai tifosi sarebbero state sostituite da altre maglie andava bene, le avremmo regalate per far stare tutti tranquilli". Per Abete è "una resa inaccettabile". In arrivo la stangata: porte chiuse fino a fine stagione. Il presidente del Grifone torna su quanto accaduto durante Genoa-Siena: "Non entro in polemica. Ho solamente detto che se le maglie date i tifosi sarebbero state sostituite da altre maglie va bene, le regaliamo per stare tranquilli, ma dopo abbiamo rifiutato - dice a Radio Uno -. Nessuno della polizia ci ha detto di darle o non darle, ma il problema e' che 70-80 persone entrano in un altro settore e minacciano l'invasione di campo. Sono riconoscibili? Certo ed e' questa la risposta che mi attendo, mi auguro di non dovere assistere ad altri spettacoli di questo tipo. So di rischiare con queste parole, ma io mi chiedo se e' il caso di continuare a investire. Da noi c'e' la cultura del tifo, qui ogni sconfitta e' un dramma. A parte che non siamo retrocessi, ma se dovesse accadere significa che l'avremo meritato sul campo. Giocare fuori da Genova? Se questo e' il clima e' evidente che preferiamo giocare in un altro stadio, dispiace per coloro che hanno pagato l'abbonamento ma cosi' non si puo' andare avanti".
In realtà si attende la decisione del Giudice sportivo, che oggi dovrebbe prendere provvedimenti: sicuramente si giocherà a porte chiuse fino a fine stagione e, probabilmente, avverrà a Marassi e non in un altro stadio. Duro il presidente della Figc, Giancarlo Abete: "Quello che e' successo e' inaccettabile. Puo' succedere che tifosi violenti, privi di cultura della sconfitta, cerchino di creare condizioni per non far disputare una partita. E' assolutamente inaccettabile darla vinta a questi pseudo-tifosi che sono delinquenti. Hanno avuto la soddisfazione di vedere le maglie raccolte e consegnate: e' una resa, e' inaccettabile - dice il presidente federale a Radio Uno - Chi rischia veramente e' chi rappresenta l'Italia in luoghi in cui si muore. Non si puo' cedere ai ricatti: se non cede la popolazione nelle zone in cui c'e' la mafia o la camorra, non si puo' pensare che a cedere sia il calcio di fronte ad un gruppo di soggetti riconoscibili e sanzionabili".
Abete ha anche annunciato che i fatti avvenuti durante la partita Genoa-Siena saranno esaminati d'urgenza venerdì dal Consiglio federale della Figc.
Inchiesta della Procura Figc su giocatori e dirigenti del Genoa
(ANSA) - ROMA, 23 APR - Firmati dal questore di Genova Massimo Maria Mazza i primi 3 Daspo nei confronti di tifosi che ieri hanno provocato la sospensione di Genoa-Siena. Si tratta di un divieto ad assistere a manifestazioni sportive per 5 anni con obbligo di firma. La Procura della Figc, intanto, ha aperto un'inchiesta su giocatori e dirigenti del Genoa per quanto avvenuto a Marassi. L'indagine, trapela da ambienti della Federcalcio, ''e' cosa separata e autonoma rispetto ai provvedimenti presi dal Giudice sportivo''.
Genoa-Siena: deferiti il club rossoblù, Preziosi e 16 giocatori del Grifone
12 settembre alle 16:02 ll Genoa, il presidente Preziosi e 16 giocatori sono stati deferiti per la vicenda delle maglie sfilate e consegnate ai tifosi in occasione della partita contro io Siena.
"La Procura Federale - si legge sul sito della Federcalcio - esaminati gli atti di indagine della Procura della Repubblica di Genova pervenuti il 13 luglio, ha deferito alla Commissione Disciplinare Nazionale il Genoa, il presidente della società rossoblù Enrico Preziosi, il dirigente accompagnatore Francesco Salucci e i giocatori Sebastien Frey, Andreas Granqvist, Marco Rossi, Rodrigo Palacio, Giandomenico Mesto, Cesare Bovo, Juraj Kucka, Alberto Gilardino, Davide Biondini, Luis Miguel Pinto Veloso, Jose Eduardo Bischofe, Valter Birsa, Kahka Kaladze, Jorquera Torres Cristobal, Giuseppe Sculli e Luca Antonelli, tutti, all'epoca dei fatti, tesserati per il Genoa. I fatti risalgono al 22 aprile scorso, quando, in occasione della gara Genoa-Siena, i giocatori genoani si erano tolti le maglie di gioco e le avevano date a un gruppo di tifosi che avevano interrotto il match contestando la squadra e chiedendo la consegna delle casacche.
I tesserati sono stati deferiti per rispondere alla violazione dell'art.1 del Codice di Giustizia Sportiva, mentre la società dovrà rispondere per responsabilità diretta in relazione della condotta del proprio presidente e per responsabilità oggettiva in relazione alla condotta del proprio dirigente e dei giocatori".
fonte:calciomercato.com
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