E chi se lo aspettava? Tre mesi dopo la sentenza che avrebbe potuto cancellare definitivamente calciopoli e le velleità bianconere di rivalsa, le motivazioni di questa capovolgono completamente il quadro fino ad oggi delineatosi. In molti, fieri accusatori del sistema moggiano, si facevano forti delle sentenze pronunciate. Peccato che ogni giudizio debba poggiarsi su delle motivazioni, motivazioni suicide nel nostro caso.
Penso sia corretto iniziare da una parte abbastanza significativa: secondo le tre giudici il campionato 2004\2005 non presenta alcuna prova di alterazione; in parole povere è stato ripetuto il concetto espresso da Sandulli a seguito della sentenza sportiva. Concetto che, incredibilmente, ha portato alla revoca di due campionati vinti regolarmente dalla società Juventus; scudetti letteralmente strappati dalle mani del legittimo vincitore, regalati poi a società terze.
Passando al capitolo “frodi sportive”, si evince come la parte determinante del giudizio non sia stata l’effettiva combine a danni di una o di un’altra squadra, ma la rete ( fitta ) di contatti tra l’ex dg juventino e i due designatori arbitrali, oltre che ad una difesa “non proprio disinteressata” di vari arbitri al Processo di Biscardi. In una trasmissione sportiva di serie C, in onda su emittenti televisive di secondo piano. Così, mentre in rai o in quella mediaset completamente estranea da Berlusconi ( come giustamente sottolineato dall’investigatore Auricchio, vissuto su marte da 30 anni a questa parte) continuavano a spalare tonnellate di melma sulla compagine bianconera, l’influenza di Moggi nel Processo di Biscardi era sintomatica di un potere occulto. Ne prendo atto.
Mai, in quelle 550 pagine di motivazioni, si è fatto riferimento ad errori arbitrali palesi o meno; la prova delle frodi sportive “tentate” risiede solo nelle chiacchierate e nelle cene pre e post gara. Ho evidenziato la parola “tentate” per sottolineare come i reati compiuti da “Big Luciano” siano di pericolo, e non effettivamente compiuti. La stessa Teresa Casoria sottolinea come in queste occasioni il confine tra tentativo (punibile) ed intenzione sia molto labile. Eppure tutto ciò non è bastato ad evitare quella condanna a 5 anni e 4 mesi di carcere emessa dal tribunale. Essendo la frode sportiva un reato di “tentativo”, le telefonate bastano e avanzano a giustificare tale pena.
Chissà cosa ne pensano tutti quelli secondo cui “X provava ad imbrogliare, ma solo Moggi ci riusciva”. Probabilmente staranno pensando a queste motivazioni come la prova definitiva e schiacciante delle malefatte juventine.
Vale la pena citare il caso specifico della società bianconera. Completamente assolta, estranea ad ogni accusa. Le giudici spiegano esplicitamente come Moggi agisse per un “potere personale” ( Gea ) e non per conto della Juventus. Un po come Meani con il Milan, e tutti sappiamo il seguito della vicenda. Peccato che le sanzioni siano state “leggermente differenti”. A questo punto mi chiedo che fine abbia fatto Zaccone, l’avvocato che disse esplicitamente “ci sono almeno 5 illeciti gravi a nostro carico” ( quali? ) e “la serie b è una pena congrua”. Anche lui clamorosamente smentito.
Purtroppo la stessa smentita non la si ha avuta sul caso “schede svizzere”. Per l’accusa “l’elemento più pregnante di prova”. “ Il sistema artigianale costruito dal maresciallo Di Laroni “, continua la Casoria, “presenta numerosi, ma irrilevanti errori”. Tralasciando il fatto che, dopo questa affermazione, si definisce come irrilevante l’attribuzione della scheda di un certo Alberto all’arbitro Salvatore Racalbuto, non si può fare a meno di notare la clamorosa mancanza delle difese in merito. Questo tema doveva essere necessariamente approfondito. Altrimenti si rischia di lasciare ulteriori elementi di appiglio alle già fallaci tesi dell’accusa.
“Fallaci e tendenziose…”
http://tifosisinasce.wordpress.com/2012/02...per-i-fondelli/Edited by zebrone84 - 7/2/2012, 23:41
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), che nascondersi dietro a un dito.