Barcellona al minimo, Juve fai la storia
Luis Enrique è convinto che oggi possa ripetersi un’altra «remuntada» storica del Barcellona. Ma il risultato dell’andata con la Juventus non gli dà speranza, così come la sofferta vittoria con la Real Sociedad nella Liga. I blaugrana non stanno bene, non sono in forma, hanno l’entusiasmo e la motivazione ai minimi storici. Il movimento senza palla e gli smarcamenti sono quasi inesistenti, così come la velocità e la fluidità delle azioni, mentre il possesso palla dinamico è scomparso. Inoltre la fase difensiva, non sorretta dal pressing, fa acqua da tutte le parti: le marcature sono blande, le diagonali sono ridotte al minimo, allo stesso modo degli anticipi e dei collocamenti preventivi. Tuttavia l’aspetto più negativo del Barça attuale è lo stile di squadra che ne condiziona il gioco, basato quasi del tutto sulle qualità dei singoli. Un atteggiamento passivo e rinunciatario dei catalani, che a livello internazionale paga assai poco, provocherebbe zero pericoli per gli uomini di Allegri. Gli juventini oggi sono più squadra, sono più in forma, più convinti e più equilibrati del famigerato Barcellona: costituiscono un collettivo migliore, con più volontà e decisione che ne esaltano le qualità individuali e la collaborazione. Quando affronti chi non sta bene, ma può comunque schierare tanti top player come Messi, Neymar, Suarez, Iniesta, eccetera, non devi lasciare spazio. Sarebbe un errore fatale dar a simili avversari la possibilità di giocare da vicino o addirittura dentro l’area che difendi. Qui si tratta di singoli che sanno sempre inventare e trovare una soluzione individuale, un dribbling, un’imbucata, uno spunto vincente o punizioni al limite dell’area, che per Messi e Neymar sono paragonabili a rigori lunghi. Al rivale che non è al massimo occorre non concedere il tempo di riacquisire autostima e fantasia, creandogli difficoltà in ogni momento e in ogni parte del campo. La Juventus potrebbe aggredire il Barcellona già all’inizio dell’azione con un pressing ultraoffensivo, quindi vicino alla loro area, con i propri difensori che per tenere la squadra compatta si portino sulla linea di metà campo. Oppure Allegri potrebbe chiedere un pressing offensivo, aspettando gli attaccanti oltre la metà campo con la linea di difesa 25/30 metri indietro, ma mai al limite della propria area. Se vi riuscissero, i bianconeri getterebbero anche i presupposti per ripartenze corte e letali. Oggi gli uomini di Allegri sono superiori ai blaugrana, possono vincere da protagonisti dettando loro tempi e gioco. Determinante sarà la compattezza della squadra e la convinzione delle proprie conoscenze, che non può ridursi a difesa, contropiede e individualità. Max è un grande tattico, un ottimo gestore, un uomo intelligente: non si accontenti, può vincere da padrone con una autorevolezza morale che soddisferà non soltanto i tifosi juventini, ma gli amanti del calcio di tutto il mondo. L’occasione è ghiotta: vincere con merito e superiorità contro il Barcellona, il club re degli ultimi dieci anni. Tutto ciò accrescerebbe autostima e le certezze con innegabili vantaggi per il futuro. La velocità dei bianconeri e un possesso palla più articolato e collaborativo, unitamente al pressing, ai raddoppi e alle ripartenze, saranno fondamentali per il trionfo. Juventini, credeteci: siate fieri di come avete lavorato, siate convinti del vostro valore, ma evitate di farvi chiudere in difese eroiche e ammucchiate al limite dell’area. La storia vi attende, raggiungerla dipenderà soltanto da voi. In bocca al lupo.
Gazzetta dello Sport