Analisi del momento post Udinese di Principio Paolino

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Fender87
view post Posted on 26/8/2015, 10:53     +1   -1




Comprensivi, ma ci sono cose che non devono mai mancare


(di Principio Paolino)




Il crollo casalingo contro l’Udinese non era certo facile da pronosticare, erano invece prevedibili le difficoltà che sono venute subito a galla. La vittoria in Supercoppa a Shanghai aveva fornito buone indicazioni soprattutto sul piano della mentalità, ma era già chiaro che gli addii di Pirlo, Tevez e Vidal non si potessero cancellare con una magia cinese. Per la prima volta dacché si è insediata l’attuale dirigenza, i nostri operatori di mercato hanno potuto agire più con il portafogli che con le idee, e per assurdo la campagna acquisti è stata meno brillante che in altre circostanze.

Va detto però che questa sessione estiva è stata strana, atipica, complicata, non solo per la Juventus, ma anche per alcune corazzate europee che solitamente fanno il bello e il cattivo tempo e che invece stavolta hanno rasentato un anomalo immobilismo. Già, perché questo era un mercato difficilissimo da fare: le big si attaccano giustamente come cozze ai propri fuoriclasse, che dunque diventano inarrivabili, e in una situazione generale in cui la qualità scarseggia, anche il prezzo del giocatore tutt’altro che fenomeno lievita in maniera abnorme fino ad arrivare a non rispecchiare il suo reale valore. Ciò premesso, i nostri tre ex mostri sacri erano insostituibili. Non solo: occasioni similari il mercato stavolta non ne offriva. Non c’era un campione come Pirlo a parametro zero da poter rigenerare dopo essere stato considerato bollito. Non c’era un campione come Tevez da liberare dalla malinconia inglese e soprattutto da quella panchina che sembrava una gabbia per leoni. Non c’era un campione come Vidal, di cui pochi conoscevano ancora la sua furia da predatore. C’era al massimo un qualcosina che si potesse avvicinare all’occasione giusta, vale a dire quel Khedira abituato ultimamente a frequentare più l’infermeria che i palcoscenici prestigiosi. E allora Marotta e Paratici hanno provato l’ennesimo colpaccio dopo aver ricevuto il benestare del personale medico. Ma, come sappiamo, al momento tra le due opzioni il giocatore tedesco ha optato suo malgrado per il prolungamento del suo rapporto con l’infermeria, come se inconsciamente provasse una certa nostalgia.

C’era dunque una Juventus da reinventare in alcuni settori, specialmente a centrocampo ma anche là davanti. E allora è stato preso un giovane attaccante considerato quasi da tutti il più promettente, quel Dybala su cui c’erano almeno tutte le grandi società italiane, pure loro con un bonifico da 40 milioni pronto a essere inoltrato. Statura limitata, fisico leggerino ma tecnica sopraffina: dov’è che l’ho già sentita questa? Ah, forse sentendo parlare di Giovinco. Solitamente giocatori di questo tipo hanno bisogno di praterie che si vengono a creare in contropiede, laddove un attaccante veloce e tecnico sguazza a proprio piacimento. Già, ma la Juve non si affida alle ripartenze... Però dagli esperti sono arrivate delle rassicurazioni: Dybala sa districarsi anche in contesti a lui meno congeniali. Sarà, ma intanto alla prima giornata abbiamo affrontato una squadra schierata con il 3-7-0, con tutti gli effettivi dietro al filo spinato, e l’argentino misteriosamente escluso dalla formazione iniziale, in favore di un ancora acerbo Coman, è sembrato più Giovinco che qualcun altro. Poi è stato ingaggiato Mandzukic. Un centravanti che lavora per la squadra e che, anche per questo, non è un bomber puro. Ma non avevamo già Llorente? Eh no, sono arrivate altre rassicurazioni: questo qui è più abile nei movimenti, tratta meglio il pallone, ha anche il guizzo, oltre a essere ugualmente forte di testa. Sarà, ma intanto alla prima giornata è finito pure lui nella tonnara dell’area udinese. Insomma, i più scettici si sono recati allo stadio o si sono messi davanti alla tv con la seguente sensazione: o Pogba prende per mano la squadra, oppure addio sogni di gloria.

Sarà, ma intanto alla prima giornata il nostro nuovo numero dieci è andato in scena nella sua versione più indisponente. Per di più ci siamo presentati al via con una squadra piena di cerotti, in cui sì, certo, si sarebbero potuti invertire Pogba e Padoin, oppure avrebbero potuto giocare dal primo minuto Sturaro e Dybala, ma alla fine la sensazione è che ci fosse poco da inventare pure per Allegri, anche perché, dopo il triplice fischio, siamo buoni tutti a parlare. La verità è che questa partita si sarebbe potuta vincere con una zampata in mischia, o sarebbe potuta finire 0-0 come forse era più logico, e invece è terminata con una sconfitta perché pure una delle certezze assolute, Lichtsteiner, si è resa protagonista di una dormita colossale.

E allora? Mercato completamente fallito? Troppo presto per dare giudizi definitivi, lasciamo ancora un po’ di tempo alle rassicurazioni giunte dagli esperti nonché all’operato dei nostri addetti ai lavori, a cui abbiamo già peraltro riconosciuto difficoltà e attenuanti. Dicono tutti che, comunque andrà a finire, il nostro è stato un mercato coraggioso, nel quale si è cercato di voltare pagina anche e soprattutto abbassando notevolmente l’età media. Va bene, questo è vero, e poi non si può parlare di allarme rosso dopo novanta minuti, più in generale ci va equilibrio nei giudizi. Gli stessi Mandzukic e Dybala non possono essere passati da eroi a brocchi nel tragitto da Shanghai a Torino. Inoltre, aspettiamo di vedere una squadra meno incerottata, con una condizione fisica migliore, con meccanismi più collaudati, con idee più chiare anche da parte dell’allenatore. Molto dipenderà, tra le altre cose, dal livello di responsabilità che saprà assumersi o meno Marchisio lì nella zona nevralgica. Solo una cosa risulta veramente di difficile comprensione: tornando ai nostri pesanti addii, si è cercato di intervenire per colmare certe lacune.

La partenza di Vidal ha però creato una voragine in mezzo al campo: e allora perché non abbiamo cercato una soluzione a questo problema piuttosto che rincorrere per tutta l’estate la chimera del trequartista-fantasista? Comunque sia, forse noi juventini siamo ancora disposti, nonostante la falsa partenza, a non buttarci già nella preoccupazione. Del resto, se non ci fosse stato il gol di Jovetic al 94’, sarebbe stata una prima giornata da mal comune mezzo gaudio.

Ciò che noi juventini non siamo però pronti ad accettare, nonostante un mercato difficile e/o coraggioso, è un cosiddetto anno di transizione su cui colpevolmente adagiarsi quasi per giustificata pigrizia. No, non lo siamo, dopo quattro scudetti, tre Supercoppe, una Coppa Italia e una finale di Champions. Possiamo essere comprensivi al massimo, le partite si possono perdere per mille motivi, ma almeno la lotta non ce la potete far mancare. Non ce la dovete far mancare.



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