Juve, Conte-Agnelli oggi il vertice del destino
Il destino di Antonio Conte si decide in queste ore. L'incontro con Andrea Agnelli non è ufficiale, ma sembra acclarato che, almeno un primo approccio, avverrà oggi: se sarà quello decisivo o se ne servissero altri, si scoprirà nel corso della giornata. La Juventus, d'altronde, non vuole certamente condurre una trattativa lunga e men che meno "pubblica". Un po' come accadde l'anno scorso, quando nell'arco di un pomeriggio fu sancito il patto per il terzo scudetto, quello della storia, arrivato nelle ultime 48 ore.
DI NUOVO - In una sorta di replica di quanto accadde dodici mesi fa, quando Conte espresse tutti i suoi dubbi ed esternò tutta la sua stanchezza proprio a margine della festa scudetto, anche quest'anno la Juventus si trova a parlare di futuro con il proprio allenatore bagnata di champagne. Una dinamica che, visti i risultati ottenuti, non si può neppure criticare troppo, anche se genera non poche ansie nei tifosi, preoccupati dall'idea di essere abbandonati dal loro "condottiero".
LA SITUAZIONE - Da una parte c'è Conte che, al netto della stanchezza personale (fisiologica e naturale dopo una stagione del genere, oltretutto vissuta "alla Conte", cioè sempre a tavoletta), ha in mente una radicale rivoluzione della squadra, di cui vorrebbe cambiare più elementi possibili. Dall'altra c'è la società, in linea con il tecnico sul fatto di porsi come obiettivo un ulteriore salto di qualità, ma che forse ha in mente un restyling meno profondo della rosa attuale. Servirebbe un compromesso o forse un progetto (per quanto nel calcio la parola sia abusata fino a diventare parodia del suo significato), insomma un programma che permettesse a Conte di assumere sempre di più un ruolo alla Ferguson. Ma al di là di ipotesi e dei ragionamenti, resta la cronaca che in queste ore potrebbe raccontare il futuro di Conte e della Juventus.
COSA VUOLE - Ieri sera, fra le righe delle sue dichiarazioni, l'allenatore bianconero ha espresso un concetto chiaro a tutti i tifosi bianconeri: dopo tre scudetti, il prossimo obiettivo non può che essere la Coppa. Certo, un quarto titolo consecutivo avvicinerebbe questa squadra e questa società a quella del quinquennio '30-35, si passerebbe dalla storia alla leggenda e si stabilirebbero nuovi record, ma è l'Europa che ossessiona Conte e il suo popolo. Conte non si è posto in modo antitetico alla società, non pretende spese folli per costruire una corazzata in grado di competere ad alto livello, vuole piuttosto chiarezza per lui e per i tifosi su quelli che sono i progetti e le priorità della proprietà bianconera. Insomma, se il consolidamento economico e finanziario resta un punto inderogabile (cosa che alla lunga risulta sempre essere la via più saggia da seguire per la crescita di un club), non bisogna illudere e illudersi.
COSA VOGLIONO - D'altra parte, la società crede di poter aprire una nuova via alla competitività sportiva senza sfondare il bilancio. Il Borussia Dortmund l'anno passato e l'Atletico Madrid di oggi, in fondo, hanno tracciato un percorso diverso da quello dei megafatturati per arrivare in finale di Champions League. E hanno un punto in comune: Klopp e Simeone si sono dimostrati grandi allenatori. Come Conte.
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