ANALISI TJ - Non è la fame che è mancata ma la freddezza. Qualcosa comunque è cambiato sotto porta. Ma che calendari e che tour de force
Sono bastati due pareggi per gridare alla crisi. Sarà stata forse la perdita della leadership in campionato, arrivata dopo più di un anno, oppure la serata di Copenaghen, dove la porta di Wiland è stata assediata ma mai abbattuta per novanta minuti. Fatto sta che la tanto favorita Juventus vive adesso il primo momento tribolato della stagione. Per molti la motivazione è la mancanza di cattiveria agonistica e di fame, da sempre marchio di fabbrica della gestione Conte. Per altri è un semplice appannamento di inizio campionato, mentre per altri ancora il tutto è derivante da una crisi di rapporti tra la società e l'allenatore, che si rifletterebbe poi in campo sulla squadra. Probabilmente la realtà non è nessuna di queste e a riprova di questo vi sono i numeri. E' vero, la trasferta in Danimarca non è stata particolarmente fortunata e anzi il pareggio può essere considerato giustamente una sconfitta vista la pochezza dell'avversario. Ma allo stesso c'è anche da analizzare le occasioni mangiate dalla Juventus, con la squadra che nel secondo tempo avrebbe potuto facilmente dilagare.
-LE STATISTICHE: i dati in questo sono impressionanti: la Juventus è tra le trentadue squadre partecipanti alla Champions quella che ha tirato di più nella prima giornata, con 25 conclusioni, delle quali 13 in porta e 12 fuori dallo specchio. Solo sfortuna? No, senza dubbio c'è stato un problema di incisività sotto porta, perché se è vero che Wiland è stato miracoloso, è altrettanto giusto ricordare come Tevez, Pogba, Chiellini e anche Giovinco nel finale abbiano più volte centrato in pieno il portiere svedese, difettando non poco in precisione e freddezza. Basti pensare, giusto per dare un'idea di quanto stiamo dicendo, che Real Madrid, Barcellona e Psg hanno segnato una rete ogni quattro tiri, mentre la Vecchia Signora ha necessitato di venticinque tentativi per superare la strenua difesa danese. Però, se questo fa imprecare molti tifosi, allo stesso tempo serve per capire la mole di gioco espressa dai bianconeri, con i numeri che non parlano di una squadra in crisi.
Comunque qualcosa dall'anno scorso è cambiato e questo sono sempre le statistiche a dirlo.
-LA RIPARTIZIONE DELLE RETI: l'anno scorso, dopo tre giornate di campionato e una di Champions, erano andati a segno otto giocatori diversi, mentre quest'anno solamente la metà, quattro. Numero inferiore anche rispetto a due stagioni fa, dove nelle prime tre partite avevano segnato sei giocatori. Un bene o un male questo non si sa ed è ancora troppo presto per fare questo tipo di analisi, anche perché considerando la Supercoppa Italiana si dovrebbero mettere a referto anche le segnature di Pogba, Lichtsteiner e Chiellini che porterebbero a sette il conteggio dei marcatori. L'impressione però è che l'arrivo di Tevez ed anche la progressiva crescita di Vidal in zona gol (il cileno da metà dell'anno scorso segna con una continuità spaventosa) abbiano un pochino cambiato le dinamiche offensive bianconere. Negli altri anni si segnava e tanto senza però un vero e proprio bomber, mentre quest'anno i gol sembrano spartirseli meno giocatori, con l'Apache che è subito stato protagonista nelle prime tre apparizioni, con una rete a partita.
-IL CALENDARIO: un altro elemento da considerare è senza dubbio il calendario, che in questo avvio di campionato è stato certamente nefasto per la Juventus. Nelle due passate stagioni Madama ha sempre avuto un inizio soft, mentre quest'anno è dovuta partire subito con il botto, con Sampdoria, Lazio e Inter che sono avversari nel complesso ben più ostici di Parma, Udinese (quella di inizio stagione scorsa) e Genoa, prime tre squadre affrontate l'anno scorso. E a settembre, quando le gambe ancora non vanno ai cento all'ora, il calendario è un fattore imprescindibile, soprattutto se si devono sopportare anche le fatiche della Champions.
-IL TOUR DE FORCE: Per questo, al momento parlare di crisi, per una squadra che ha vinto tre partite su cinque e pareggiato le altre due meritando anche di vincere, sembra alquanto fuori luogo. Perché se è vero che ci sono delle responsabilità, soprattutto nel pareggio di martedì, stiamo parlando comunque di una squadra che in questo avvio di stagione ha sempre messo sotto tutte le avversarie incontrate, eccezion fatta per i secondi quarantacinque minuti di Milano. In Danimarca infatti i bianconeri hanno dominato, seppur con errori marchiani e con sostituzioni ritenute da molti non all'altezza. Adesso però si aspetta la risposta, perché dopo due pareggi in altrettante gare inizia adesso un tour de force incredibile, con le due veronesi in tre giorni, seguite dal derby e poi dalla fondamentale gara contro il Galatasaray che sarà di vitale importanza per il proseguo in Champions. Poi una pausa? Macché, Milan, Fiorentina e poi il Real Madrid, per sette partite con un coefficiente di difficoltà infinito. Un viatico fondamentale per la stagione bianconera, che paradossalmente vive già ad ottobre il suo momento più delicato e caldo.
fontE: Tuttojuve.com