| JUVENTUS-SIENA 3-0
Buffon 7; Barzagli 7, Bonucci 6.5, Peluso 6; Lichtsteiner 7, Pogba 6.5, Pirlo 6.5, Marchisio 6.5, Asamoah 5.5 (Chiellini sv); Giovinco 6.5 (Giaccherini sv), Vucinic 6.5 (Matri 6).
Missione compiuta, a tutti i livelli. Risultato rotondo, perfino troppo severo per il Siena, nessuna ammonizione per i diffidati, vantaggio sul Napoli portato a più sette in attesa di buone notizie da Udine, porta bianconera inviolata anche grazie ai legni ma soprattutto grazie a un Gigi Buffon che sembra tornato su livelli mondiali. E, dulcis in fundo, il ritorno di Giorgione Chiellini, fondamentale per il suo temperamento, per la sua affidabilità e per la grinta che trasmette a tutta la squadra. Stona il solo Asamoah, che non ha ancora smaltito le fatiche della Coppa d'Africa. Fa riemergere il suo lato indolente Vucinic, che però a mio avviso è ugualmente meritevole di un bel voto: non ha giocato una grande partita, ha perso troppi palloni, è apparso lento e svogliato, però quella giocata che ha mandato in rete Lichtsteiner è stata una genialata delle sue. Mirko è così, ormai dovremmo averlo capito: ti indispone per tutta la gara, ma insieme a Pirlo è il giocatore più imprevedibile della Juventus. Mirko è così, prendere o lasciare: personalmente vale la prima soluzione, va tenuto ben stretto un giocatore capace di uscire da un momento all'altro dalla normalità. Si confermano su livelli altissimi, inoltre, sia lo stesso Lichtsteiner che Barzagli; Bonucci gioca con la consueta tranquillità mentre Marchisio si rende protagonista di un paio di interventi difensivi assolutamente straordinari. A fine gara, ma a dire il vero già nel corso della stessa, mi è venuto in mente un paragone con lo Juventus-Siena dell'anno scorso: una prestazione magari molto più brillante di questa, eppure un deludente 0-0 finale (anche se con quel mani di Vergassola che ancora grida vendetta). In questo parallelo sta tutta la differenza tra la Juve attuale e quella della scorsa stagione: oggi i bianconeri sono meno arrembanti e affamati, ma anche più cinici e spietati, riescono a vincere con un minore dispendio di energie; l'anno passato ci volevano mille occasioni per segnare mentre ora giochiamo spesso al piccolo trotto, controlliamo la gara con pochissimi affanni e talvolta finiamo pure per dilagare. E allora possiamo permetterci di cercare il pelo nell'uovo. Conte alla vigilia aveva chiesto una bolgia e non un teatro; l'andamento del match non ha reso necessario l'apporto del dodicesimo uomo in campo, peraltro congelato dalle temperature molto rigide, e tutto è bene quel che finisce bene. Voi tutti sapete ormai che io non sono un grande estimatore di Giovinco e che non vedo l'ora di essere smentito però, nel contesto di un'altra prova non esaltante, la parola fine sotto la sfida l'ha messa lui. Sarò sempre contrario ai fischi e a ogni altro tipo di contestazione verso un nostro giocatore: l'anno scorso furono beccati anche Vucinic e Bonucci, che poi furono tra gli artefici principali del trionfo anzi, Leo oggi è un idolo della curva. Su Giovinco si tireranno poi le somme alla fine della stagione. Intanto ritengo più opportuno concentrarci sui due grandi obiettivi che ancora possiamo raggiungere, a cominciare dalla sfida del San Paolo. Per il resto, io darei sempre retta ad Antonio Conte. Io mi fiderei sempre di Antonio Conte.
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