| ROMA-JUVENTUS 1-0
Buffon 7; Barzagli 6, Bonucci 6.5, Caceres 6.5; Lichtsteiner 6.5, Vidal 5.5 (Anelka 6), Pirlo 6.5, Pogba 6, Asamoah 5 (Padoin 5.5); Matri 5.5, Vucinic 5 (Giovinco 5).
L'altra sera, mentre facevo zapping, mi sono imbattuto in un giocatore decisamente rotondo e ho subito pensato che stessero trasmettendo una partita tra vecchie glorie, o una di quelle tra attori e cantanti, per cui mi aspettavo poi di vedere Carlo Verdone, se non addirittura Lino Banfi. Invece no, dopo hanno allargato l'inquadratura o ho visto le maglie del Napoli. Quel giocatore lì era Pavel Horwath, classe 1975, numero dieci e capitano del Viktoria Plzen, modestissima squadretta della Repubblica Ceca che ha rifilato tre pappine al San Paolo alla più accreditata rivale della Juventus nella lotta per lo scudetto 2012-2013. Ebbene, il Napoli in quella partita lì ha fatto solo presenza e ha rimediato una figuraccia colossale. Ben altra cosa è stato l'impegno che la capolista del campionato italiano ha dovuto affrontare in quel di Glasgow: quelli del Celtic sembravano dei forsennati, abbiamo sì vinto 3-0 ma siamo stati sottoposti a un dispendio di energie psicofisiche non indifferente. Ho letto che gli scozzesi hanno buttato nella nostra area la bellezza di 46 cross, praticamente uno ogni due minuti, la proporzione peraltro si assottiglia se si pensa che generalmente il tempo effettivo si aggira intorno all'ora di gioco. Insomma, mentre la Juventus porta in alto i colori nazionali e va a rimpinguare il nostro desolante ranking Uefa, prestazioni come quelle del Napoli fanno sì che i posti in Champions per le italiane siano tre e non più quattro, e tra l'altro facciamo prima a guardarci alle spalle piuttosto che valutare chi ci sta davanti nelle graduatorie europee. Ciò premesso, mi sembra pertinente la richiesta di maggiore rispetto in fase di calendarizzazione avanzata da Conte. Ma poi mi tornano in mente le solite cose: il posto nella massima competizione continentale lo abbiamo perso dopo che la Juve è stata messa fuori dai giochi in virtù di Farsopoli. Basterebbe solo questo per pretendere un po' di rispetto e, soprattutto, quelle vicende extrasportive almeno un insegnamento avrebbero dovuto fornirlo. Quest'anno, poi, siamo tornati nell'Europa che conta e che cosa hanno pensato di fare? Di toglierci il nostro allenatore per tutto il girone eliminatorio, andando dietro alle fandonie di Pippo Carobbio. E allora dai mezzi uomini che governano il nostro calcio non dobbiamo aspettarci più nulla di buono: saremo sempre soli contro tutti, e dovremo essere sempre più forti di un calendario assurdo, di una designazione arbitrale discutibile, di un fallo di mani plateale che non viene tramutato in rigore. Noi comunque siamo anche abituati a non cercare troppi alibi e allora diciamo altresì che a Roma abbiamo perso perché non abbiamo giocato la nostra migliore partita, vuoi per stanchezza, vuoi per quella inconscia situazione di appagamento che si crea dopo un'impresa come quella scozzese. In più davanti avevamo una squadra che non poteva proprio fallire, e anche questo a mio avviso ci ha più o meno inconsciamente condizionati. Non sarei però troppo severo nei giudizi: la partita l'abbiamo fatta noi, nel primo tempo non siamo stati incisivi però loro hanno ballato. Le occasioni di Pirlo su punizione e di Vucinic nella ripresa sono state clamorose. Si sente anche dire da più parti che la Juve ha perso in campionato sia dopo il 3-0 al Chelsea che dopo il 3-0 al Celtic. Verò, però a Milano siamo stati sconfitti per colpa di un fallo d'ascella di Isla, mentre all'Olimpico il bellissimo gol di Totti scaturisce in maniera casuale, dopo una punizione pessima battuta da Pjanic e sfortunatamente rimpallata da Vidal, con la sfera che finisce esattamente sul destro del capitano giallorosso. Da questo ko emergono poi anche degli aspetti positivi: Gigi Buffon mi ha nuovamente trasmesso quella sensazione di estrema grandezza che pareva persa, e inoltre mi sono piaciuti i movimenti di Anelka, autore peraltro di un pregevole assist malamente sprecato da Giovinco. Dopo una battuta d'arresto, infine, solitamente è tempo di bilanci, di corsi e ricorsi storici. Questa Juve è spesso stata accostata a quella di Lippi, il quale vinse lo scudetto al suo primo anno e la Champions nella stagione successiva. Metteremmo la firma se Conte ripetesse lo stesso exploit? Chissà. Le analogie sono un simpatico giochino, però ora in Europa ci siamo portati a mio avviso al livello di Manchester, Real o Bayern, pur rimanendo un gradino sotto il Barcellona, invece per quel che riguarda il paragone con il campionato nostrano, allora Lippi si arrese a un Milan forte e meritevole del primato, mentre adesso sarebbe veramente un delitto farsi fregare da un Napoli che dipende da un solo giocatore e che in coppa si fa surclassare da giocatori con la panza...
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Niente di grave comunque, chiunque dietro di noi ha fatto figure peggiori. Avanti Juve.