Fugge dalle Olimpiadi per rifiutare le nozze combinate. La storia di Ayouba-Ali Sihame

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Comelui Celletti
view post Posted on 16/1/2013, 23:08     +1   -1




Succede ad ogni Olimpiadi che un gruppo sparuto di atleti, che soffrono di una condizione umana, politica, sociale di difficiltà nel proprio paese, chiedano asilo politico adducendo quelle stesse ragioni. E Londra non ha fatto differenza, come raccontata in altre circostanze. Questa storia, però conserva l'amarezza di quando deve constartarsi l'arretratezza in cui tuttora sono immersi alcune realtà.

La vicenda umana di Ayouba-Ali Sihame, 18 anni appena, è assurda e assieme esemplificativa di che cosa accade quando una donna - atleta in questo caso - si rifiuta di sposare nel suo paese d'origine (Isole Camore) un uomo di 60 anni già consorte di due mogli. Al ritorno da Londra avrebbe dovuto unirsi a costui, per volere della famiglia consapevole che il valore di una figlia dopo una simile vetrina era aumentato notevolmente. L'unica via di fuga è la vittoria. Anche per lei.


Ayouba-Ali Sihame, come noto, non riesce a superare le qualificazioni, si piazza solo 48esima. E che cosa fa, allora? E' disperata. Lascia il Villaggio Olimpico e di lei si perdono le tracce. Poi, si mette in viaggio per Dover, decisa a attraversare il canale della Manica e rifugiarsi in Francia. Ma alla frontiera l’hanno fermata: aveva un passaporto falso che, però, non ha ingannato gli agenti. Condannata a otto mesi di detenzione al Canterbury Crown Court, ne ha scontati la metà, e poi è stata portata in un centro per l’immigrazione, dove aspetta di essere espulsa. Il ritorno alle Isole Comore, però, significherebbe per lei la morte: al telefono il fratello le ha detto che ha gettato il disonore sulla famiglia e per questo deve essere giustiziata, raccontano i quotidiani inglesi tra cui il noto Daily Mail.

"Le Isole Comore sono fondamentaliste. Sihame veniva picchiata regolarmente e poteva allenarsi solo sotto la supervisione del fratello. Le hanno detto che, se non si fosse sposata, ci sarebbero state delle violenze, o la morte. Lei non si è confidata con nessuno, ma, una volta qui, è riuscita a parlare con un amico e a ottenere falsi documenti francesi", ha spiegato il suo avvocato d’ufficio, Andrew Gurney. Sihame ha chiesto asilo politico. Non sapeva neanche potesse farlo. Ora le autorità competenti dovranno decidere se acconsentire alla sua richiesta o rimandarla alle Isole Comore, dove l'attende una sentenza irreparabile.
Virgilio.it
Poveretta.
 
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