Nell’albergo più alto del mondo (il JW Marriott Marquis, 325 metri per 70 piani), Michel Platini ha inaugurato la quarta edizione di Globe Soccer con un brillante intervento che ha suscitato gli applausi scroscianti della platea internazionale ad ampia rappresentanza araba, con decine di sceicchi ed emiri a occupare le prime file. Il tema del dibattito, moderatore Tony Damascelli, era “Etica nel professionismo: teoria e pratica”. Il presidente dell’Uefa ha colto l’occasione per rilanciare la sua battaglia «senza fine» contro le partite truccate, il razzismo, l’uso della tecnologia, il mancato rispetto del fair play finanziario e altri temi di scottante attualità.
Presidente, nel corso del dibattito - quando ha dovuto citare alcuni esempi - ha usato spesso la Juventus come termine di paragone.
«Certo, perché la Juve è sempre e sempre resterà la squadra del mio cuore dove fra l’altro ho vinto tutto a livello di club. Il Mondiale purtroppo l’ho perso con la Francia, ma con la Juve ho conquistato la Coppa Intercontinentale che - di fatto - è il titolo mondiale per club, esattamente come si chiama oggi il trofeo».
Ma lei, anche se di origini novaresi, ha sempre detto di sentirsi orgoglioso di essere francese e di cantare la Marsigliese...
«Vero, ma se mio nonno non avesse dovuto emigrare in Francia perché voi italiani l’avete cacciato adesso magari sarei orgoglioso di cantare Fratelli d’Italia... Battute a parte, io nel calcio sono stato molto fortunato: ho giocato nel Nancy che è la squadra più forte della Lorena, poi nel Saint Étienne che è quella più forte di Francia e infine nella Juventus che è la squadra più forte del mondo».
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