PRINCIPIO PAOLINO PER SPAZIOJUVE.IT, Dal settimo posto al settimo cielo

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principiopaolino1974
view post Posted on 9/5/2012, 18:54     +3   +1   -1




http://www.spaziojuve.it/2012/esclusiva-sp...ta-a-quella-di/


La Juventus ha vinto il trentesimo scudetto e il tifoso bianconero non attendeva altro da 6 lunghi anni. Per analizzare questo momento magico, noi di SpazioJuve abbiamo contattato Principio Paolino.

Il tifoso bianconero non aspettava altro da 6 anni, dopo anni difficili, dopo due settimi posti consecutivi, come hai vissuto nel tuo animo da tifoso la vittoria di questo scudetto?

L’ho vissuta come una liberazione. Non potrò mai dimenticare il giorno in cui arrivò quell’assurda sentenza che ci mandò in B con 30 punti di penalizzazione, mi crollò il mondo addosso. Pensai che la Juve avrebbe fatto una gran fatica a riprendersi e a tornare quella di prima, nei momenti di maggiore sconforto pensai addirittura che forse non avrei più visto vincere uno scudetto da parte della mia squadra. Intanto il tempo passava e le delusioni si accumulavano, accrescendo quel terribile timore. Invece, dopo appena 6 anni da quel sisma calcistico, siamo di nuovo qui a guardare tutti dall’alto. Sono convinto che nessun’altra società al mondo ci avrebbe messo così poco tempo a ristabilire le gerarchie.

Di chi sono i meriti principali di questo scudetto?

Se devo fare un nome solo, dico Andrea Pirlo. La squadra ha girato così bene perché ogni azione passava dai piedi educatissimi del Professore. Poi, si sa, è impossibile pensare che un successo di tale portata sia attribuibile a un solo elemento. E allora al secondo posto di questa ipotetica graduatoria metto Antonio Conte, nel delicato momento che stavamo attraversando c’era evidentemente bisogno di qualcuno che incarnasse la juventinità. Sull’importanza di certi giocatori e dell’allenatore si è giustamente detto di tutto e di più, invece non sono stati acclamati alcuni personaggi fondamentali. Negli ultimi anni la Juventus ha fatto registrare circa 70 infortuni a stagione e molti hanno perfino tirato in ballo i campi di Vinovo. Ebbene, non mi pare che si sia cambiata la sede degli allenamenti, eppure stavolta è filato tutto liscio. Sono un profano in materia e sicuramente ci stiamo addentrando nel territorio dell’imponderabile, ma penso che abbia comunque dei grossi meriti lo staff medico-atletico composto da professionisti capaci come ad esempio Paolo Bertelli. Ma i preparatori atletici finiscono in prima pagina solo quando le cose vanno male… In ogni caso tutti, ma davvero tutti, hanno contribuito a portarci dal settimo posto al settimo cielo, dai 30 punti di penalizzazione ai 30 scudetti.

Domanda secca: quante stelle sono?

Solo gli antijuventini accecati dall’odio, dalla rivalità esasperata e dall’invidia non riescono a vedere la verità. Ha detto bene Chiellini (altro straordinario protagonista), allorché ha sostenuto che nel cuore portiamo 30 tricolori. Dopodiché continuo a pensare che sulla maglietta la terza stella dovrà comparire solo quando ci verrà restituito quello che ci hanno rubato. I nostri denigratori vanno zittiti anche con un albo d’oro che parla chiaro, a prescindere dalla decisione che prenderà credo che comunque Andrea Agnelli continuerà a lottare come ha fatto finora. A proposito, un grande plauso va anche e soprattutto al presidente, quando è arrivato ha trovato una situazione disastrosa ma ha saputo rivoltare la Juventus come un calzino. Un personaggio dal carisma eccezionale che tra l’altro è più giovane di Del Piero… Già, il capitano. In questi giorni ho maturato un’idea a riguardo: molti pensavano che non fosse in grado di accettare per la prima volta un ruolo di secondo piano e sono stati smentiti. Tra gli altri, quello segnato alla Lazio è stato uno dei gol-scudetto. Per cui che problema ci sarebbe se dovesse rimanere un altro anno? La volontà di Andrea Agnelli va rispettata a priori perché i fatti gli danno ragione, però attenzione: potrebbe diventare pericoloso essere ricordato non solo per il trionfo, ma anche per essere il presidente che non ha rinnovato il contratto ad Alex.

Quanto è stata dolorosa l’estate del 2006?

Hanno cercato di distruggere la passione di 14 milioni di tifosi con troppa leggerezza, ma non ce l’hanno fatta: siamo tornati, eccome se siamo tornati. Al di là di come andrà a finire questa brutta faccenda, la vera vergogna è che quello scudetto sia ancora nelle mani dell’Inter. La nostra federazione è incompetente per sua stessa ammissione, sono tutti buoni solo a occupare la poltrona senza assumersi le responsabilità, ma alla storia degli onesti non crede più nessuno. Tra l’altro, sia chiaro: la Juve è Campione d’Italia perché ha battuto il Cagliari e il Milan ha perso, non perché ha vinto l’Inter.

Quanto è stato importante il lavoro della società, in particolare di Marotta e Nedved?

E’ sotto gli occhi di tutti. Il mercato è stato praticamente perfetto, anche Marotta ha vissuto la sua rivincita personale. Giocatori come Lichtsteiner, Vidal e – seppur a corrente alternata – Vucinic sono stati fantastici. Dietro una grande squadra c’è sempre una grande società e anche l’esperienza di Pavel ha contato molto.

Il 20 maggio la Juventus disputerà la finale di Coppa Italia. Quali sono le tue sensazioni in vista di questa partita?

Questa squadra è stata spesso accostata a quella di Lippi che, al suo primo anno, vinse scudetto e per l’appunto Coppa Italia. E poi l’appetito vien mangiando…

(intervista di Corrado Parlati e Alessandro Bazzanella)
 
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