Primavera, Pasqua amara ma non troppo
È una Pasqua amara, ma non troppo, quella della Primavera. Dopo 13 vittorie di fila, il derby si colora di granata ma la Juventus ha di che festeggiare. Il conto degli scontri diretti resta attivo: l’1-0 strappato dalla squadra di Asta al Chisola non bilancia in pieno il 3-1 ottenuto a Venaria da quella di Baroni.
L’altra buona notizia arriva da Firenze, dove la Fiorentina pareggia 1-1 con la Sampdoria, resta a -5 e proietta la Juventus a un passo dal primo posto, da conquistare in una delle prossime tre gare da giocare, magari già dalla prossima in casa con il Genoa.
L’1-0 finale lascia comunque un po’ di amarezza. Per il gol subito da Vita, dopo uno svarione difensivo, per l’espulsione di Appelt (discutibile il primo giallo) e per il pareggio annullato a De Silvestro e apparso regolare, con la squadra in nove dopo l’infortunio di Chibsah.
Baroni parte con il 4-2-3-1. Davanti a Branescu si piazza la linea a quattro formata da Untersee, Gouano, Rubin e Belfasti, Chibsah e Appelt a fare da schermo. Il trio di trequartisti formato da Margiotta, Beltrame e De Silvestro agisce alle spalle dell’unica punta Libertazzi.
La sfida è all’insegna della tensione, come ogni derby che si rispetti. La posta in palio è troppo alta, quasi più per i granata che per i bianconeri ai quali basta un punto (anche meno) per festeggiare. Si gioca soprattutto a centrocampo e le occasioni latitano. La squadra di Baroni non è brillante come nelle migliori occasioni e anche la concentrazione spesso viene a mancare. Per vedere una vera occasione da rete bisogna attendere il 27’ quando su un cross da destra di Vita, Diop manca il bersaglia a pochi metri da Branescu. Dopo una caduta in area dello stesso Diop (che accentua molto dopo un contrasto con Gouano), la Juventus risponde con Beltrame che manca il bersaglio con un sinistro in corsa sul secondo palo. La prima frazione si chiude con uno 0-0 che è lo specchio dell’andamento del gioco.
Ripresa. Cambia tutto nel giro di una decina di minuti. Intanto si presenta una Juve diversa con Bouy e Liviero per Margiotta e Belfasti. Ma gli episodi girano tutti le spalle ai bianconeri. All’8 il Toro passa in vantaggio con Vita che approfitta di uno svarione difensivo. Due minuti dopo, a complicare i piani di rimonta, ci si mette anche l’espulsione di Appelt per doppia ammonizione (discutibile la prima, per uno scambio di persona con Chibsah). Stessa sorte potrebbe capitare al granata Chiosa che stende Libertazzi lanciato a rete, ma il direttore di gara lascia correre.
La squadra di Baroni si getta in avanti ma manca la giusta lucidità. Entra anche Padovan per Libertazzi. Ma la sfortuna continua e, a cambi ultimati, si fa male Chibsah costringendo la squadra in nove. Ma non finisce qui. A tempo quasi scaduto, De Silvestro trova il pareggio su angolo ma l’arbitro annulla per una presunta spinta e allontana anche mister Baroni per proteste. Il degno finale di una Pasqua amara, a cui neppure Padovan, che non trova la parta su un successivo angolo, riesce a porre rimedio.
La serie positiva nei derby si chiude qui, ma c’è comunque di che festeggiare. Con tre gare ancora da giocare, i bianconeri conquistano comunque la fase finale, per via del vantaggio negli scontri diretti con i granata in caso di (difficile) arrivo a pari punti. Per il discorso primo posto, tutto rimandato di una settimana, al match casalingo con il Genoa.
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