Bottecchia, eroe da fumetto. Il Tour, la Gazzetta, il mistero, Giacomo Revelli e Andrea Ferraris raccontano la vita e la misteriosa morte del primo italiano a conquistare il Tour de France.

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muni79
TOPIC_ICON10  view post Posted on 14/7/2011, 16:22     +1   -1




Bottecchia, eroe da fumetto
Il Tour, la Gazzetta, il mistero



MILANO, 14 luglio 2011
Giacomo Revelli e Andrea Ferraris nel poetico graphic novel "Bottecchia" (Tunuè, 12 euro, 80 pagine) raccontano la vita e la misteriosa morte del primo italiano a conquistare il Tour de France. Fu supportato con una raccolta fondi della Gazzetta

Non vinse mai il Giro, però fu il primo italiano a conquistare il Tour de France. Non diventò famoso per dame bianche o borracce passate in montagna, però i giornali dell’epoca si occuparono di lui oltre le pagine sportive: morì – fu ucciso? – il 3 giugno 1927, a 32 anni, trovato agonizzante sulle strade di campagna vicino a Gemona del Friuli, la sua terra. Esistono quattro versioni della sua morte. La sua vita è un intenso romanzo drammatico: la raccontano a fumetti Giacomo Revelli e Andrea Ferraris nel poetico graphic novel "Bottecchia" (Tunuè, 12 euro, 80 pagine).

BICI IN GUERRA — Ottavio Bottecchia era timido e riservato: mai avrebbe pensato di sfidare i campioni. Ma un collega francese spaccone e irriverente, Henry Pellissier, fu conquistato dalla sua pedalata, dal senso del sacrificio, dall’umiltà: gli propose allora di entrare nel suo team e lasciare quello di Ganna. Bottecchia veniva da una famiglia povera del Friuli: sognava la bici, sognava Parigi, ma la prima volta in cui vinse su due ruote fu durante la Prima Guerra Mondiale, tra le trincee, per portare una mitragliatrice all’avamposto sfuggendo al fuoco nemico. Ci riuscì.

La copertina del fumetto



CON LA GAZZETTA — Bottecchia era un campione del quale il regime mussoliniano voleva appropriarsi: lo stesso Duce firmò una raccolta fondi della Gazzetta per pagargli il viaggio al Tour. Lui non voleva accettare, i parenti lo convinsero. Bottecchia incantò il leggendario direttore della Gazzetta, Bruno Roghi, che dopo la Milano-Sanremo lo invitò a diventare ciclista invece che falegname. Lui non gli credette e rispose: "Uno con il mio nome al Tour?". E invece diventò Botescià, vincendo nel 1924 e nel ’25.

CONTRO IL DUCE — Come lo uccisero è un mistero. Si parlò anche di movente sentimentale. Don Nello, di Gemona, incolpò una birra ghiacciata. Un contadino si autoaccusò perché Bottecchia, disse, gli avrebbe rubato dell’uva. Un emigrante italiano negli Usa confessò di averlo ucciso su commissione. Revelli, lo sceneggiatore, propende per la teoria politica: un agguato fascista. Perché Bottecchia non aveva voluto schierarsi con il Duce, anzi. Accompagnato dalle tavole minimaliste, nervose, in bicromia (bianco e grigio/verde) di Ferraris, "Bottecchia" è un racconto a fumetti che appassiona e stringe il cuore. Ce ne fossero di Bottecchia, oggi.

fonte: GdS
 
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