| JUVENTUS-NAPOLI 2-2
Buffon 7; Salihamidzic 5, Bonucci 5, Barzagli 6, Chiellini 6; Krasic 5 (De Ceglie 6), Marchisio 6, Aquilani 6, Pepe 5 (Boniperti 5.5); Toni 6 (Matri 6.5), Del Piero 6.
Il triplice fischio di Rizzoli ha rappresentato una liberazione. Già, esattamente come l'anno scorso, è sembrata arrivare la fine dell'agonia. La fine di una stagione non degna della Juventus, accompagnata dalla volontà di voltare subito pagina e dalla speranza di vedere allestire una squadra finalmente competitiva, perché non ne possiamo più. Dopo il disastro di Ferrara-Zac abbiamo pensato che peggio non si potesse fare, invece ci siamo riusciti, perché il prossimo anno avremo anche il giovedì libero. L'Europa League, detto francamente, non ci mancherà proprio per niente, a fare male è ciò che rappresenta il fatto di essere fuori dalle coppe dopo vent'anni, Farsopoli a parte. Che tristezza vedere una Juve così in affanno perfino contro le riserve del Napoli. Così come è capitato tante volte quest'anno, gli altri in campo sembrano di più. Un fallimento a tutti i livelli. A partire da Delneri. Il quale qualche giorno fa ha detto che pochi possono insegnargli il mestiere e allora ci chiediamo: cosa deve saper fare un buon allenatore? Innanzitutto la formazione. E qui entriamo nel campo dell'opinabile, perché ognuno di noi metterebbe in campo una squadra diversa. Per cui analizziamo quello che è più concreto e tangibile. Deve saper leggere la partita ed effettuare i cambi che possano invertire la rotta. Bene, questo non è mai avvenuto, semmai certe decisioni sono state deleterie e controproducenti. Un buon allenatore deve poi saper trasmettere una certa mentalità e gli stimoli giusti. E anche su questo c'è molto da ridire. Anzi, quando i giocatori a Lecce hanno disertato la doccia, il nostro condottiero ha definito presuntuosa la squadra che lui stesso stava guidando. Deve poi tirare fuori il meglio da ogni elemento della rosa. Invece tutti o quasi hanno reso al di sotto delle proprie possibilità, perfino una sicurezza come Chiellini è stato uno dei peggiori in assoluto. Insomma, un disastro totale. Però è ovvio che non sia tutta colpa di Delneri. Una stagione ai limiti del ridicolo porta a mettere tutti sotto accusa, a ogni livello della società. E ora, da dove si riparte? Permettetemi di raccontare una grande emozione che ho potuto vivere ieri. Nel tardo pomeriggio, alla convention organizzata da Calcio GP, ho avuto modo di incontrare il nostro presidente Andrea Agnelli. Una stretta di mano vigorosa, da persona seria e determinata, è stato il suo biglietto da visita. La sua straordinaria disponibilità ha fatto il resto. E poi mi ha colpito la sua classe. Immensa davvero. Un incontro che mi ha trasmesso grande fiducia. Ecco perché mi sento di dire: ripartiamo da Andrea Agnelli.
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