Ciclismo, Gino Bartali salvò gli ebrei nella Firenze occupata, Gesto eroico dell’asso del ciclismo durante la seconda guerra mondiale.

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muni79
view post Posted on 28/12/2010, 11:54     +1   -1




Gino Bartali salvò gli ebrei nella Firenze occupata

Gesto eroico dell’asso del ciclismo durante la seconda guerra mondiale. Il merito della rivelazione, l’ennesima che rende ancor più grande la figura del popolare Ginettaccio, è della rivista mensile “Pagine Ebraiche”



ROMA, 28 dicembre - Gli orribili anni della guerra celano tanti episodi di eroismo autentico, atti e gesti compiuti dalla gente che non indossava altra divisa che quella della sua coscienza, di un’umanità non abbrutita e cancellata dagli orrori del tempo. La maggior parte degli eroi civili resta sconosciuta, fino a che qualche goccia di memoria non pervade il velo dell’oblìo riportando a galla coraggio e paure, incoscienza e valore civile, gesti da medaglia della gratitudine che in quell’Italia assumevano un significato di inestimabile valore. Stavolta l’eroe è un campione amatissimo dagli italiani, Gino Bartali, l’asso del ciclismo che proprio a causa della seconda guerra mondiale vide penalizzata una carriera che sarebbe stata ancor più straordinaria. Il merito della rivelazione, l’ennesima che rende ancor più grande la figura del popolare Ginettaccio, è della rivista mensile “Pagine Ebraiche”, che raccoglie la testimonianza diretta del signor Giorgio Goldenberg, ebreo di origine fiumana, oggi 78enne e residente in Israele, a Kfar Saba.

IN CANTINA - Solai e cantine erano posti obbligati se si voleva tentare di sfuggire ai nazisti. Ma servivano la complicità ed il coraggio di chi non era ebreo. Cosa fece il giovane Bartali? Nascose nella cantina casalinga, a Firenze, la famiglia di Giorgio, salvandole la vita nell’ultimo periodo dell’occupazione nazista. «In quella cantina fiorentina con affaccio su un piccolo cortile interno - si legge nell'articolo di Adam Smulevich - Giorgio ebbe modo di nascondersi insieme ai genitori negli ultimi mesi di occupazione tedesca, grazie a uno dei suoi proprietari, un agile trentenne di Ponte a Ema, campione sui pedali e nella vita. Quel signore si chiamava Gino Bartali. La cantina era molto piccola - ricorda Giorgio - Una porta dava su un cortile, ma non potevo uscire perché avrei corso il rischio di farmi vedere dagli inquilini dei palazzi adiacenti. Dormivamo in quattro in un letto matrimoniale: io, il babbo, la mamma e mia sorella Tea. Non so dove i miei genitori trovassero il cibo. Ricordo solo che il babbo non usciva mai da quella cantina mentre mia madre usciva con due secchi a prendere acqua da qualche pozzo». Nella scorsa primavera il mensile aveva lanciato un appello, nell’intento di trovare testimonianze tali da giustificare un atto significatico: piantare un albero in onore di Gino Bartali allo Yad Vashem, sacro luogo della Memoria per il popolo ebraico.

CORAGGIO - Si era infatti già venuto a sapere del coraggio di Bartali, diventato una specie di staffetta della speranza: sempre pedalando, raccoglieva i fondi provenienti da conti degli ebrei e messi a disposizione per salvare quanta più gente possibile. Da Genova a Firenze, gettando il cuore oltre la paura. Si allenava per le corse ciclistiche che sarebbero riprese appena finito il conflitto ma pedalava anche per la libertà di tanti ebrei, e quando i nazisti lo fermavano, quasi sempre si cominciava a parlare di ciclismo. Nel sellino della bicicletta nascondeva nuovi documenti di identità che avrebbero consentito di salvare la vita a circa ottocento ebrei che erano nascosti in case e conventi della Toscana e dell’Umbria. Centinaia di chilometri in bici per portarli nella tipografia di un monastero, a San Quirico, nei pressi di Assisi, dove inchiostro, timbri e compassione, beffavano la crudeltà nazista. Per queste 800 vite salvate, il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, conferì a Gino la medaglia d’oro al merito civile, alla memoria, appuntandola al petto della signora Bartali.

IL FIGLIO - La rivelazione, rilanciata dalla Adn- Kronos, ha commosso anche Andrea Bartali, il figlio e presidente dalla Fondazione GIno Bartali onlus: «Una volta di più dimostra il grande cuore di mio padre. E’ una cosa bellissima»

Fonte: CdS
 
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ilFigliodellaJuve
view post Posted on 28/12/2010, 18:05     +1   -1




:.allah :
 
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1 replies since 28/12/2010, 11:54   218 views
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