Simoni: "Il doping di Stato c'era anche qui"
Il caso Torri (intendendo con essi il pandemonio scoppiato dopo che il capo della Procura Antidoping del CONI, intervistato da Associated Press, ha detto che tutti i corridori si dopano e che forse sarebbe meglio legalizzare la cosa) si è sgonfiato. Dopo l'incontro con il CONI, anche dopo la replica giustamente indispettita della Federciclismo. Dura era stata anche la presa di posizione della Liquigas Doimo, via comunicato che abbiamo ieri riportato. Abbiamo quest'oggi incontrato a Legnano uno dei ds della Liquigas Doimo, Alberto Volpi (intervista che potete ascoltare all'interno dei nostri notiziari di Sportitalia 24). Sentiamo il suo parere.
"Mi hanno colpito le parole di Torri. Lui rappresenta quell'istituzione che è il massimo organo di giustizia sportiva in Italia. Per cui si tratta di un'uscita infelice, direi una scivolata clamorosa. Ha colpito un movimento che è già poco credibile per diversi problemi, ma che non meritava questa scure. Dico che col senno di poi, quelle parole Torri non le avrebbe detto. Credo che si sia ravveduto, insomma mi auguro che ciò che ha detto non corrisponda al suo vero pensiero, sulla materia". In materia di caso Contador, pure Volpi dice la sua. "Bisogna essere garantisti, aspettare che venga fatta piena luce sulla vicenda prima di prendere una posizione. Io attendo perchè sono convinto che le indagini saranno le più approfondite possibili. Un corridore del calibro di Alberto merita che sia fatta chiarezza assoluta sulla vicenda che lo coinvolge. Per cui aspettiamo e poi ognuno prenderà una sua posizione".
A parlare delle dichiarazioni di Ettore Torri è stato, in giornata, anche l'ormai ex campione del pedale, Gibo Simoni, 2 volte vincitore del Giro. Tuttaltro che banale, come è nel suo DNA, il Gibo. Durissimo, anzi. Un Gibo che, a CNR, ben ricorda quanto anche in Italia accadeva negli Anni 80.
"Prima in Italia esisteva il 'doping di Stato' e poi si è iniziato a combatterlo per uno sport pulito, ma il vero problema sono i preparatori e non i ciclisti. L'Italia ha fatto un passo avanti contro il doping e gli sbagli fatti in passato sono serviti, quello che ha fatto più male al ciclismo è stato il doping organizzato. Credo che questo tipo di doping debba essere combattuto da Ettore Torri. Non deve andare contro i ciclisti, che sono vittime del sistema: quelli che fanno paura sono i preparatori sportivi che spingono per il doping".
Fonte: sportitalia.it