Hamilton, un campione senza complotti, dal blog profondo rosso

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magicjuves
view post Posted on 16/11/2008, 16:21     +1   -1




Pubblicato da Leo Turrini



Cosa volete che vi dica, alla fine di un mondiale così? Sono quasi morto in sala stampa, qui ad Interlagos. Sinceramente penso che Bernie Ecclestone faccia scrivere a Satana in persona le sceneggiature dei campionati. Una cosa del genere non si era mai vista e forse non la vedremo mai più. Io, almeno, mi chiamo fuori: ad una certà età, il rischio di restare stecchito si moltiplica…

Dopo di che. Dopo di che, non abboccate alla panzana del complotto Toyota ai danni dell’innocente Massa. E’ una scemenza sesquipedale e vi spiego perché. Nel giro finale, con gomme da asciutto, in pista, erano rimasti soltanto il ragazzo della via Glock e il suo compare italico, l’ottimo Trulli. Ebbene, sotto la pioggia battente, entrambi hanno percorso i chilometri della tornata finale in 1’44’’. Tra i due, differenza minima, nell’ordine dei centesimi.

Tradotto: la Toyota stava affogando, nel nubifragio. Dunque, la ‘colpa’ semmai è del meteo brazileiro, che ha fregato Massa in extremis, dopo aver cercato di riaccenderne il sogno pochi minuti prima.

Immagino la domanda: è giusto? E’ giusto che il campione sia il Diavolo Nero? Rispondo come posso, reprimendo i miei sentimenti ferraristi. Ebbene, sì: è giusto. Hamilton ha corso male la gara conclusiva, perché era paralizzato dalla paura, l’ho addirittura visto mollare la McLaren in griglia di partenza per scappare al cesso, a pochi minuti dal via. Ma, a dispetto dei meriti di Felipe, Lewis non meritava di perderlo, il titolo.

Perché? Perché ci ha messo molto del suo, nell’arco della stagione. Penso alla vittoria in Cina, per dire.E penso anche alla sanzione iniqua subita in Belgio: senza quella, il mondiale sarebbe stato deciso in anticipo.

Naturalmente, nel dire queste cose mi sento quasi male e mi dispiace per Felipe, campione per pochi secondi, campione per le tre curve che lo hanno separato dalla bandiera a scacchi alla notizia, via radio, del sorpasso di Hamilton su Glock. Di sicuro Massa non era mai stato tanto competitivo, nell’economia del campionato. Di sicuro non è colpa sua il casino ai box di Singapore o il motore kappao in Ungheria. Ma in alcune circostanze (la trasferta asiatica, per dire: ma anche Monza) poteva e doveva fare qualcosa di più. Non lo critico, comprendo il suo dolore atroce, ha subito una beffa agghiacciante: da…interista, me ne intendo.

Quanto poi al mondiale costruttori, non sottovalutatelo. Sì, per il popolo conta l’altra classifica. Ma questa Ferrari molto italiana, pur avendo commesso i suoi errori pacchiani, ha vinto ancora. Non facciamo i provinciali: è una soddisfazione vera, aldilà del rimpianto terminale.

Infine, insisto. Piantatela di scocciare con Alonso, che comunque resta un grande. Il futuro Ferrari deve avere la faccia di Vettel. Ma l’avete visto guidare, il bambino? Un fenomeno. Confermo: è il figlio illegittimo di Schumi.

PS. Detto fra noi. Non è che, alla fine della fiera, il biondino fosse troppo dispiaciuto, per la consacrazione di Hamilton. Del resto mai, nella storia Ferrari, un compagno di squadra del campione uscente ne ha raccolto l’eredità. Ci sarà un motivo…
 
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