Colori e simboli della Juventus.

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La furia di cheb
view post Posted on 2/3/2008, 10:06     +1   -1




La Maglia

Secondo la leggenda, un certo mister John Savage, commerciante all'ingrosso di prodotti tessili a Torino nel 1903, giocatore di calcio nell'International Football Club Torino, ma soprattutto arbitro designato di determinate partite ufficiali, viste le magliette color rosa pallido con una cravatta nera ed i pantaloni neri dei giocatori della Juventus - la tenuta di gioco originariamente adottata proprio dall'esigenza dei suoi soci di distinguersi dell’altre società calcistiche nel suo primo campionato ufficiale di calcio italiano nel 1900 -, propose loro di rinnovare quell'uniforme, comprando in Inghilterra un nuovo e più completo modello di maglie rosse con bordi bianchi simile ai utilizzati dal Nottingham Forest.
Ricevuto l'incarico, Mister Savage si mise subito in contatto con una fabbrica tessile di Nottingham ed inviò l'ordine d'acquisto accompagnato dalla più maltrattata delle vecchie uniformi rosa e nere. L'impiegato di Nottingham, vista la scolorita maglietta rosa, credette che fosse piuttosto bianca e macchiata. Quindi, vista la coincidenza tra i colori della Vecchia Signora e quelli bianconeri utilizzati dal Notts County, uno dei più antiche clubs del campionato di calcio inglese e invece, rivale storico dei Garibaldi reds - e non del Newcastle come molti pensano dalla gara del I Centenario di fondazione juventina nel 1997 -, pensò bene di spedire in Italia una dotazione di uniformi appunto dei magpies.
A Torino, quando fu aperto il grosso pacco postale, le maglie a strisce verticali bianche e nere non piacquero come consequenza di molte critiche e discussioni sullo sbaglio in quell’ordine. Ma, dalla prossimità d’un nuovo campionato nazionale, non c'era alternativa tra i soci-giocatori juventini, pertanto dovettero adottarle. Da allora diventarono la (nuova) divisa ufficiale della squadra torinese in quanto sembrava che quelle «portassero fortuna» alla società.
Con il tempo, le strische bianconere si diventarono in un simbolo di «semplicità, austerità, aggressività e soprattutto, potere» per la società torinese.

«[La] Juve ha portato le camicie [bianconere] da quello tempo, tenendo conto dei colori per essere aggressivo e poteroso. Un esempio di come Notts ha contribuito a modellare uno dei più prestigiosi clubs al mondo e la prova di questo è che la divisa della Juventus è immediatamente riconoscibile in tutto il mondo.»


La formazione juventina che vinse il suo primo scudetto nel 1905 - due anni dopo l'abbandono della maglia rosa - portava sul petto otto righe che successivamente subirono una variazione: da un minimo di sette passarono a un massimo di nove come quelle delle formazioni che si ricordano nel mitico Quinquennio d’Oro (1931-1935). Le righe più larghe furono introdotte fra gli anni Cinquanta e Sessanta del passato secolo di tessuto non elastico accompagnate dai numeri rossi[12] sulla schiena della maglia. Le righe più strette - addirittura undici, in omaggio agli undici giocatori titolari della squadra - vennero utilizzate nella seconda parte degli anni Settanta del XX secolo: era la Juventus guidata da Giovanni Trapattoni nel Ciclo Leggendario (1972-1986), le cui casacche attillate erano indossate da giocatori come Roberto Bettega, Franco Causio, Pietro Anastasi e Giuseppe Furino. Il periodo trapattoniano della storia juventina principalmente è poi contraddistinto da un nuovo cambiamento: ritornano infatti le righe medie su maglie meno aderenti al corpo e i colori bianche dei numeri con fondo nero sulla schiena della divisa dal 1979 al 1993 e dal 2001 al 2004. Durante la decade di 1990 mancarono i motivi della rigatura sulla schiena e nel fondo della parte dedicata allo sponsor fu adottado il colore bianco della divisa (periodo dal 1996 al 1998). Nella stagione 1998/99, però, si è deciso di tornare all'antico con la reintrodozione dei numeri di colore rosso dalla decade di 1960 sul dorso della maglia che regala un tocco in più. Al inizio del XXI secolo i colori dei numeri toglierano a nero con fondo bianco. Dal stagione 2003/04 ad oggi, i colori di quelli numeri sul dorso della maglia toglierano a giallo. Diversa a questa fu la storia delle maglie alterne della società juventina: bianche nei primi anni e più recenti (1999; 2003); nere come nell'epoca di Giampiero Boniperti e nel 1991; 2002; 2003 e 2007); gialloblu - richiamo dei colori-simboli della Città di Torino - che spesso e volentieri hanno accompagnato alcuni delle grandi vittorie della squadra nelle diverse competizioni internazionali (anni Ottanta e Novanta del XX secolo, compresa la finale di Coppa delle Coppe contro il Porto nel 1984), la casacca blu (dagli anni Settanta del ventesimo secolo in poi, tra cui la finale di Coppa UEFA contro l'Athletic Club nel 1977 e quelle delle vittorie lippiane in coppe europee tra gli anni 1994 e 1998). A margine, la tradizione della divisa per i portieri juventini. Fin dal principio hanno dominato il nero e il grigio (quest’ultimo e’ stato il colore preferito da Dino Zoff anche come portiere dell’Italia) con qualche concessione al bianco nel periodo di Giampiero Combi e, poi, di Carlo Mattrel e Vavassori. Di tempo recente gli sponsor tecnici hanno avuto molta libertà, frenata solo da Angelo Peruzzi e, poi, Edwin Van der Sar che hanno voluto tornare al passato conservando la tipica maglia nera.
Gianluigi Buffon, attuale portiere di Madama, anche ha adottado come “sua” prima divisa le maglie alterne della squadra torinese come la maglia rosa nella stagione 2003/04, la azzurra nella stagione 2004/05 e la nera nelle alcune partite della stagione 2006/07. La divisa storica della Juventus Football Club è quella rosa dei tempi del origine societario, utilizzato molti anni dopo in occasione di importanti eventi particolari come si confermò nel I Centenario di fondazione della società torinese nel 1997 (Il Juvecentus) ed anche quello colore fu usato nei campionati negli Ottanta del ventesimo secolo e nel 2004. In misura minore rispetto ai primi indicati la Vecchia Signora ha adottato la maglia rossa dal 2005 in occasione del I Centenario della vittoria del primo scudetto (con stemma e divisa commemorativa), la maglia grigia nel 2001 e la maglia rosa-blu (2004).
Lo stemma

L'attuale stemma della Juventus Football Club è il risultato di diverse - e piccole - variazioni dello stemma originale dalla seconda decade del Novecento fino al 2005. Lo stemma è costituito da uno scudo ovale bianconero - i colori istituzionali juventini dal 1903 - diviso in cinque strisce verticali - due bianche e tre nere - ed all'interno dello stesso scudo sono posti i seguenti elementi: nella sua regione superiore, verso il cuore dello stemma, un campo convesso bianco con la curva inferiore d'oro - simbolo d'onore - a cui è sovrapposto il nome della società. Nella regione inferiore dello scudo c'è un triangolo sferico a cui è sovrapposto la silhouette bianca d'un toro furioso, simbolo della Città di Torino, dove la Vecchia Signora è stata fondata alla fine del diciannovesimo secolo. Sopra la base dello stesso triangolo si incontra la siluetta nera d'una corona murale, la quale rappresenta la Augusta Taurinorum, l'antica città della era romana della quale l'attuale capoluogo della regione Piemonte è la sua erede culturale.

Nel passato, la regione convessa dell'attuale logo juventino è stata concava ed azzurra - l'azzurro è un altro simbolo del Comune di Torino - e non bianca come nello stemma attuale. Il formato dei simboli situati nella regione inferiore dello stemma della Juventus - lo scudetto con il toro e la corona murale - in passato erano considerevolmente più grandi rispetto agli attuali. Le due Stelle d'oro al Merito Sportivo - ora bordate sulla maglia bianconera - sono state poste sopra la regione convessa / concava dello stemma societario.

Durante gli anni '80 del secolo passato la Juventus ha usato come stemma la silhouette nera d'una zebra rampante - simbolo della società - e, ad entrambi i lati della testa dell'equido, le due stelle d'oro. Sopra quello stemma, il nome della società torinese a formare un arco.
 
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