Stone, un film su Bush. «Sarò imparziale», Il regista: ci saranno sorprese sia per i sostenitori del presidente, sia per i suoi detrattori.

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Tony Montana Scarface
view post Posted on 23/1/2008, 12:25     +1   -1




LOS ANGELES (Stati Uniti) - Con il suo lavoro ha spesso dimostrato di essere un regista «scomodo» e in più di un'occasione è stato accusato di essere troppo di «sinistra». Ma le polemiche non lo hanno mai spaventato e anche stavolta è pronto a fronteggiare la critica, non solo cinematografica, per un nuovo progetto che sta già iniziando a far discutere: un film sul presidente Usa, George W. Bush.
STONE E I PRESIDENTI - Oliver Stone, che nella sua carriera ha già firmato due pellicole dedicate ad inquilini della Casa Bianca (il discusso «Jfk» del 1991 e «Nixon, gli intrighi del potere» del 1996) assicura però che la sua nuova fatica non sarà necessariamente l'occasione per attaccare il presidente. Nessun film, dunque, nello stile accusatorio di «Farenheit 9/11», che Michael Moore girò con il preciso intento di denunciare i limiti e le storture della politica estera e di difesa dei repubblicani e di contribuire ad affossare la rielezione del leader repubblicano nelle presidenziali del 2004. L'obiettivo non è stato centrato e la rielezione è avvenuta. Ma Moore è diventato un'icona per i movimenti anti-Bush negli Usa e all'estero. Oliver Stone, che vanta una carriera ricca di successi e di premi, dice però di non puntare a tutto questo e ribadisce che il suo film sarà molto equilibrato. «Ci saranno sorprese per i sostenitori di Bush e anche per i suoi detrattori» ha spiegato dalle colonne della rivista Daily Variety.

IL CAST E LE RIPRESE - Stone sta ancora lavorando alla sceneggiatura e da quanto si è appreso sarebbe in trattativa, per il ruolo di Bush, con l'attore Josh Brolin, già interprete di «Non è un paese per vecchi» dei fratelli Coen e di «American Gangster» di Ridley Scott (■ Guarda il confronto Brolin-Bush). Le riprese, secondo quanto anticipato dal magazine americano, dovrebbero iniziare in aprile con l'obiettivo di avere la pellicola pronta per le elezioni di novembre o, al limite, per gennaio, quando ci sarà l'avvicendamento alla Casa Bianca con il nuovo presidente.

«RITRATTO ONESTO» - Il regista ha detto al Daily Variety di aver intenzione di realizzare «un ritratto onesto e veritiero» di Bush, concentrandosi su alcuni aspetti del personaggio come il suo rapporto con il padre, l'ex presidente George H.W. Bush, la sua gioventù ribelle e la conversione al cristianesimo. La Casa Bianca, per il momento, non ha commentato la notizia. E' chiaro però che, al di là dei buoni propositi annunciati dal regista, si attende di conoscere qualcosa di più sulla sceneggiatura e sui contenuti.

PELLICOLE E POLEMICHE - Stone, del resto, è finito più volte in passato al centro delle polemiche per i contenuti dei suoi film. Dai soldati americani che si sparano tra loro durante la guerra del Vietnam in «Platoon» (1986) al sostegno dato all'ipotesi di complotto per l'uccisione di Kennedy denunciata in «Jfk un caso ancora aperto» (1991). E passando per pellicole risultate controverse, come «Nato il 4 luglio» (1989), che rilanciava il tema pacifista attraverso le vicende di un reduce che torna dal fronte (sempre quello del Vietnam, dove lo stesso Stone ha combattuto) senza più l'uso delle gambe, o il più recente «Alexander» (2004), criticato dagli integralisti cattolici e dalle autorità greche per i riferimenti espliciti all'omosessualità del grande condottiero macedone. E molto fece discutere anche «Salvador» (1986), film denuncia sui massacri di donne e bambini durante la guerra civile della prima metà degli anni Ottanta, quando i governi conservatori e democristiani del paese centroamericano avevano l'appoggio degli Usa di Ronald Reagan. Proprio in «Salvador», Stone fa dire a James Wood, che interpreta il fotoreporter Richard Boyle, una frase che molti identificano come un vero manifesto politico dello stesso regista. Alle accuse dei colleghi che lo tacciano di comunismo perché non si vuole adattare a raccontare solo la verità «embedded» delle autorità filoamericane, Boyle replica: «Non sono comunista. Di sinistra, forse. Ma quelli come voi non ne capiranno mai la differenza».
 
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