Un po’ di cose che ho capito di questo temporale di luglio. Primo: Antonio Conte non è stressato. Anzi forse in queste ore di stacco dal campo, voglia di vincere e adrenalina, le sue armi migliori da sempre, battono ancora più forte. Secondo: la Juve non aveva scelta. Allegri o Mancini. Una volta formalizzata la rescissione contrattuale non si poteva scappare da questo ballottaggio. La scelta è andata su Max e adesso è pieno di gente arrabbiata che ne contesta la presunta anti-juventinità. Sarebbe successo lo stesso col Mancio, ci sarebbe voluto un istante per ripescare qualche dichiarazione polemica e colma di interismo degli anni morattiani.

Da questo punto di vista, diciamolo chiaramente, Conte non era sostituibile. Bravissimo e gobbissimo. Perfetto per dare energia al popolo oltre che alla squadra. Se ne è andato ed è un lutto difficile da elaborare. Se ne è andato nonostante il ricco contratto triennale che la Juve gli ha proposto a maggio. Se ne è andato non per questione di soldi, ma di prospettive e incomprensioni. Per migliorare la squadra Conte aveva le idee chiare. A gennaio avrebbe voluto inserirsi ad esempio per Nainggolaan, uomo giusto in caso di un’eventuale clamorosa e remunerativa partenza di uno tra Pogba e Vidal. E poi gli piacevano Cuadrado, praticamente mai cercato, Sanchez, finito all’Arsenal o in alternativa Iturbe, dove la Roma ha messo sul piatto più soldi e più voglia. Niente da fare.

A fine campionato aveva spiegato bene il suo punto di vista ai dirigenti e il famoso tweet della società di lunedì 19 maggio: “Campionato 2014/2015. Allenatore: Antonio Conte” era la cristalizzazione dello zero a zero. Una fiducia a tempo legata a un contratto in essere. Un matrimonio pieno d’affetto (non è in discussione il fair-play reciproco fra le parti) ma privo di passione e sintonia sul futuro. Due mesi dopo la situazione era rimasta invariata e forse è stato giusto, al di là dell’evidente imbarazzo, chiuderla lì prima che fosse troppo tardi. Adesso Antonio Conte studierà, si aggiornerà, guarderà calcio e si riposerà pure. Se il prossimo presidente federale si rivolgerà a lui farà la cosa più logica. Conte è il nome più credibile per ripartire. Per convincerlo servono progetti concreti. Il CT della Nazionale deve lavorare di più con le società. Deve viaggiare molto e confrontarsi continuamente con gli allenatori della serie A e i responsabili dei settori giovanili. Se il prossimo presidente federale andrà da lui con queste garanzie, potrà convincerlo. Altrimenti il destino sarà all’estero. Troppo forte il DNA bianconero per pensare ad altre alternative.

Quanto alla Juve, Allegri è una scelta interessante, va giudicato per quello che saprà dare e non per le etichette del passato (tra l’altro è l’unico tra i venti allenatori della serie A ad aver vinto lo scudetto in Italia). Il presunto litigio con Pirlo è ricomponibile. Quella fu una precisa scelta della società rossonera che venne accettata da tutti (non ricordo manifestazioni di piazza) e avallata anche da lui. Il calciatore voleva un triennale da quattro milioni che in quel periodo sembrava esagerato. E’ rifiorito nei tre anni bianconeri e Allegri punterà certamente su di lui. Per carità, i tifosi hanno pienamente il diritto di essere preoccupati e anche di contestare, ma giudichino il nuovo allenatore dai risultati. Altrimenti si rischia di pensare che un “maiale” non possa allenare. E poi magari lo vedi vincere tre Champions League in dieci anni.

Sportmediaset (Pierluigi Pardo)