| Su arbitri, giornalisti, romanisti e juventini (di Massimo Zampini) 15/12/2014 @massimozampini
Su arbitri (e guardalinee)
Come sempre, nulla da dire. Fischiano quello che vedono, spesso con scarsa personalità o capacità, ma di certo non fermano Sturaro e Tevez per fuorigioco che non ci sono in nome di un progetto diabolico al fine di favorire l’avversaria. Oppure, guardando dall’altra parte, certo non sbagliano a concedere angolo al Genoa o a tenere in campo Vidal al 90esimo pensando che da lì possa nascere il gol del pareggio rossoblu, o che la Juve in dieci per 3 minuti non possa reggere il dirompente urto della Samp. E così via.
Al solito, dire qualcosa agli arbitri o sugli arbitri è completamente inutile. Come parlare dieci ore di un palo o dell’errore di un attaccanto a porta quasi vuota. Si può fare, eh, ma a che pro?
Sui media
La responsabilità del clima è in gran parte di chi fa titoli come “campionato falsato” alla quinta partita o trasmissioni incentrate su moviole e discussioni arbitrali. A quel punto è inevitabile che i tifosi della squadra (presunta) danneggiata si indignino per ogni errore arbitrale, mentre quelli della squadra (presunta) favorita si indignino per le sviste in favore dell’altra. E’ una subcultura promossa volutamente da certi media, al fine di fare ascolti o di vendere copie, e chi se ne frega se poi il clima quando si parla di calcio in Italia è quello che è. E chi se ne frega anche se non si riesce mai a parlare di calcio tra tifosi avversari senza citare errori arbitrali da tutte le parti, come se contassero solo quelli.
Capitolo a parte per i giornalisti tifosi, che non si sa in quali categorie collocare. La Roma ne ha molti, sparsi ovunque, mica solo a livello locale, anzi: tra i media più seguiti, come Corriere della Sera, Repubblica, Gazzetta dello Sport, Sky e Rai se ne contano a decine. Accanto ad alcuni ottimi professionisti (penso ad alcuni telecronisti di Sky), ci sono però giornalisti militanti, non solo tifosi. Che intervengono su twitter per difendere la Roma da accuse arbitrali, per contestare un collega che dice che sarebbe il caso di resettare gli errori arbitrali fino a ora e ripartire.
Gli juventini in quel campo sono pochi, e comunque chi tifa Juve non crede di difendere il bene contro il male, non sente di doversi schierare pubblicamente per tutelare i buoni.
L’altra sera, in una serata romana in cui il giornalista Rai Mario Mattioli ha dichiarato il suo tifo per la Juve, la gran parte degli astanti (bianconeri) si guardava sorpresa: “ma dai, sai che non lo sapevo?”. Lo stesso accadde con Gianfranco De Laurentiis qualche tempo fa. E loro: finché siamo giornalisti di calcio, dobbiamo essere equilibrati. Anzi, nel dubbio dobbiamo parlare peggio della squadra per cui tifiamo.
Vi ricordano qualcuno? Temiamo di no.
Sui tifosi avversari, stavolta romanisti
Su, un po’ di coerenza. Se vi indignate per un rigore fischiato a Pogba nello scontro diretto per un centimetro dentro o fuori area, poi non potete sorprendervi che vi venga rinfacciato il rigore dato alla Roma contro il Sassuolo, o i fuorigioco di qualche centimetro fischiati o non fischiati per errore arbitrale. Se in Juve-Samp c’è un rigore più espulsione su Pogba (lo riconosce qualunque moviola sui quotidiani), non puoi parlare della lunetta di Marchisio (ci sono foto sul web di corner fischiati così da ogni squadra, Roma compresa, su). Se per una vita dite che il problema arbitrale non sono più tanto gli errori clamorosi, ma il mitico “nel dubbio ogni decisione è in vostro favore e “la gestione della partita a senso unico”, non potete lamentarvi che vi venga rinfacciato se su cinque o sei episodi (rigore chiesto dal Genoa, espulsione Perin, fuorigioco Sturaro inesistente, ammonizione Lijajc prima del gol, gol annullato) l’arbitro decide sempre in vostro favore. Quasi sempre giustamente, per me, se volete saperlo, ma siete voi ad averci spiegato che se “nel dubbio…” aiutano sempre una squadra, c’è qualcosa che non quadra. Per noi no, ma per voi è così.
Se in questa gestione complessiva di solito inserite pure il recupero, come se fosse quello a decidere una gara, e dite che quando abitualmente a Juve deve segnare si concedono molti minuti, al contrario se ne dà poco, non potete sconvolgervi del fatto che gli juventini si lamentino se poi con i bianconeri all’attacco, sei sostituzioni, un gol e molte perdite di tempo, l’arbitro dà solo tre minuti e fischia addirittura con dieci secondi di anticipo.
Se per mesi dite agli avversari che con certi errori “gli arbitri li hanno tenuti su nel periodo in cui non giocavano bene”, non potete scandalizzarvi perché qualcuno vi dice la stessa cosa, ora che non sembrate proprio al meglio ma fate punti, con le avversarie che si lamentano.
Per me sono tutte idiozie, sia chiaro, ma siete voi ad avermi insegnato che il comportamento dell’arbitro si vede da queste cose, no?
Qui le regole del dibattito tra tifosi le facciamo tutti insieme: se vi lamentate per un errore di mezzo centimetro come si trattasse di un complotto mondiale, tale da essere ricordato pure in conferenza stampa per due mesi, non potete indignarvi se qualcuno vi fa notare che il Sassuolo avrebbe meritato di vincere.
Sui tifosi juventini, o almeno su alcuni di loro
Questa è chiaramente la parte che mi interessa di più. Che gli arbitri sbaglino, che alcuni media siano faziosi, che i tifosi avversari si lamentino, beh, è nella natura delle cose. L’aspetto contronatura delle recenti polemiche dei tifosi è costituito da quella parte di tifosi juventini che per ogni errore in favore degli avversari comincia a lamentarsi e ad alimentare le tesi di improbabili complotti, da Malagò romanista al “tutto deciso: deve vincere la Roma”, fino allo spettrale “i segnali sono chiari”. Ora, a parte che io questi segnali chiari non li vedo, e certo non sono rinvenibili in una mancata ammonizione per simulazione o in un fuorigioco fischiato male a metà campo (ma neanche quando si sbaglia a dare rigore per un centimetro dentro o fuori area, eh), anche se per quattro partite di fila la Roma venisse clamorosamente avvantaggiata, cosa ce ne dovrebbe fregare?
O meglio: sacrosanto farlo notare ai media, per evidenziare le loro incoerenze faziose. Anzi, questo è molto importante, e potrebbe farlo anche ufficialmente e settimanalmente la società: “di arbitri non parliamo, sbagliano e chi se ne frega, ma voi dovete raccontare in modo equilibrato ogni svista”. Non che a volte “campionato falsato” e altre invece “l’arbitro ha interpretato una situazione dubbia”. Se volete farlo notare ai media, se dite “non accettiamo che si crei di nuovo quel clima che ha portato al 2006”, dunque, ok, sarò sempre con voi, questo sito è nato anche per questo.
Se volete farlo presente ai tifosi avversari, per dimostrare che certe cose capitano anche a parti invertite, benissimo. Se la società, senza farlo pubblicamente e platealmente, si fa sentire con chi di dovere (se convinta che qualcosa non vada in modo corretto), bene, faccia pure, basta che non lo urli a tutto il mondo, come fossimo dei Moratti qualunque.
Se però credete davvero a un disegno (per noi che non crediamo ai disegni) orchestrato dal Palazzo (per noi che non crediamo all’esistenza di un Palazzo), che sia giusto lagnarsi degli errori arbitrali (per noi che ridiamo di chi si lagna domenicalmente degli errori arbitrali, da 33 anni a questa parte), beh, forse sarebbe opportuno rivedere tutto quello di cui ci vantiamo da una vita.
Le vittorie, intanto, perché se esiste un Palazzo che decide i campionati, probabilmente per 32 volte hanno scelto noi. E allora teniamocelo stretto, questo Palazzo. Oppure esiste solo quando non vinciamo noi?
Rivediamo anche il vanto di non essere complottisti, a differenza degli altri, perché se poi bastano un rigore contro il Sassuolo e alcune mezze decisioni contro il Genoa per farvi diventare come gli altri, meglio lasciare perdere.
C’è un motivo pratico, soprattutto, per cui sorridiamo da sempre soddisfatti pensando ai complottisti e non vorremmo diventarlo: chi si lamenta, chi pensa di non poter vincere per motivi esterni, perde energie, si trova alibi, e si deprime più facilmente, senza dare tutto se stesso per raggiungere l’obiettivo, “tanto non ci fanno vincere”
Non siamo stati così per oltre un secolo, e per questo abbiamo vinto il doppio o dieci volte più degli scudetti dei rivali.
Se possibile, vediamo di non diventarlo ora.
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