476
Impossibile non iniziare da questo dato. Gianluigi Buffon ha giocato ieri sera la sua 476° partita ufficiale con la maglia della Juventus, raggiungendo Dino Zoff.

Venti
Con la vittoria di ieri, la Juve allunga la striscia di imbattibilità a venti giornate di Serie A (20V, 2N) ed ha tenuto la porta inviolata in tutte le ultime quattro.

41
I bianconeri hanno segnato in tutte le ultime 41 partite di campionato, un record assoluto nella storia della Serie A.

2011
L’ultimo rigore parato in Serie A da Buffon prima di stasera era datato dicembre 2011, contro la Roma. Quello di ieri sera è stato l’ottavo rigore per i Grifoni, record in questo campionato.

Quattro
Andrea Pirlo ha segnato il suo quarto gol su punizione diretta, un record nella stagione in Serie A in corso.

75.3%
La precisione nel passaggio è stata ieri sera al minimo stagionale: mai così bassa in Serie A quest’anno. Il merito va sicuramente alla carica agonistica messa ieri in campo dai padroni di casa, capaci di interrompere in più di un’occasione le trame di gioco dei bianconeri.

Sei
La gara dei bianconeri è stata avara di conclusioni: il solo Bertolacci del Genoa ha tirato verso lo specchio di Buffon tanto quanto la Juventus ieri sera (sei tiri, di cui uno in porta). Poi, all’89, Pirlo ha pescato il jolly capitalizzando l’unica conclusione in porta della partita.

Undici
Entrambe le squadre si sono rese pericolose in area di rigore in maniera pressoché equivalente: undici per parte le giocate utili nel rettangolo difensivo protetto dai rispettivi portieri.

53%
La Juve ha cercato con meno insistenza il gioco sulla fascia rispetto alle verticalizzazioni: solo il 53% rispetto al 60% del Genoa. I bianconeri hanno effettuato più passaggi, tuttavia: 441 contro i 379 dei liguri.

Quattro
Giorgio Chiellini è stato il giocatore più beccato dai padroni di casa: ben quattro i falli ai suoi danni. Giorgio è anche il terzo bianconero della serata per precisione al passaggio: davanti a tutti Caceres con 61 assisstenze a buon fine, segue Andrea Pirlo con 42.

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Andrea Pirlo a fine partita è serafico come sempre: "Il gol che vale lo scudetto? Beh, è ancora lunga, ma questo è sicuramente un passo importante e sono contento di aver lasciato il segno. Il mio gol più bello? no, ne ho segnati tanti altri più belli", sorride. La fatica si vede sul suo volto: "E' stata durissima. Sapevamo che sarebbe stata una partita difficile, ma per noi era importante portare a casa i tre punti e quindi ci abbiamo creduto fino in fondo, lottando e non mollando. Loro ci lasciavano pochissimi spazi, ci hanno fatto davvero penare. Non credo che questa vittoria ci carichi per Firenze, perché non ne abbiamo bisogno: è una partita fondamentale per la stagione, per proseguire in Europa League, alla quale teniamo moltissimo. Per lo scudetto invece non ci resta che continuare a vincere".

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"Sì, c'è tanto entusiasmo perché non ci speravamo più di vincere questa partita, quindi è motivo di orgoglio per noi e per i nostri tifosi". Gigi Buffon, a Sky Sport, racconta la gioia dello spogliatoio bianconero dopo il successo a Marassi contro il Genoa, giunto nel finale grazie ad una gran punizione di Pirlo. "Se sarà questo il gol-scudetto? Non so, certo è una bella badilata" ha risposto Buffon. Secondo il portiere della Nazionale la Juve con il Genoa ha mostrato "che anche quando c'è da soffrire noi ci riusciamo e questo è un bel segnale". Sul rigore parato a Calaiò: "Per fortuna Gilardino era uscito perché lui non si sa mai come calcia. Invece sul dischetto è andato un altro. Io ho un pregio: cerco sempre di restare in piedi fino all'ultimo ed è andata bene".

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"Gli altri parlano, noi vinciamo! E alla fine chi vince scrive, chi parla no...". Antonio Conte è sempre più arrabbiato. E alla fine di una partita soferta e, forse, decisiva per la conquista dello scudetto si sfoga: "Stiamo facendo un campionato superfantastico. Prima o poi qualcuno dovrà anche ammetterlo... Non tutti lo fanno, ma non importa: noi vinciamo".

E' arrabbiato Conte, ma non con l'arbitro: "E' stata una partita complicatissima, giocata contro un avversario che ha saputo metterci in grande difficoltà e ci ha fatto soffrire, una partita complicata anche da errori dell'arbitro, ma credo che Mazzoleni abbia arbitrato bene: lui e gli assistenti sono esseri umani e possono sbagliare".

E' arrabbiato Conte, ma è anche soddisfatto: "Preferisco non dare percentuali scudetto perché possono non essere veritiere. Ma è inevitabile che venire a Genova e vincere su questo campo contro una squadra che ha fatto la partita è un bel segnale. Mi è piaciuta la prestazione della mia squadra, il carattere, la capacità di tenere".

E' arrabbiato Conte, soprattutto con chi in questi giorni ha parlato di turnove: "Avete visto cosa è successo a Barzagli nel prepartita? Avete capito perché non l'ho fatto giocare giovedì? Qualcuno parla solo per dare aria alla bocca... Marchisio e Giovinco si sono fatti male durante la partita contro la Fiorentina: è il finale di una stagione intensa, bisogna tenere conto di questo. Oggi avevo due Primavera in panchina... Ma ora pensiamo a Firenze, dove vogliamo andare a vincere".

E' arrabbiato Conte e vorrebbe sfogarsi anche al Franchi tra quattro giorni: "Chiariamo subito che la nostra priorità assoluta è lo scudetto. Perché vogliamo regalare al presidente una vittoria storica, come sarebbe il terzo consecutivo, ma naturalmente vogliamo anche passare il turno giovedì e andremo a Firenze per vincere. Ora a Firenze andiamo da sfavoriti: qualcuno ha già celebrato la nostra eliminazione... Vedremo".

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"E alla fine l'ho risolta io anche stavolta", una frase smozzicata all'uscita dal campo, intercettata da chi era lì vicino. Detta a mo' di sfogo dopo essere riemerso su un campo di gioco dopo quasi tre mesi di assenza: Fabio Quagliarella si è voluto prendere un po' di merito per la fondamentale vittoria contro il Genoa, visto che il fallo da cui è scaturita la punizione di Pirlo è stato commesso proprio su di lui.

Era sparito dai radar, si allenava a Vinovo, quasi da fantasma, e mai si sarebbe aspettato di essere chiamato in causa fino alla fine della stagione: Fabio Quagliarella era regolarmente in panchina e, nonostante, l'allarme in attacco (Vucinic, Tevez e Giovinco ko per diverse ragioni) non si aspettava di giocare, ma alla fine Conte lo ha comunque mandato in campo, quando ha capito che la coppia Llorente-Osvaldo non riusciva a sfondare. E alla fine il suo contributo l'ha effettivamente dato.

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Buffon non sa dire le bugie e usa malvolentieri il frasario da intervista che permette di non sbilanciarsi mai: "Mattoncino scudetto? No questa è proprio una badilata!". Viva la faccia! E' davvero difficile nascondere dietro la scaramanzia e il sangue freddo un vantaggio così mastodontico. Ammesso che la Roma vinca tutte le partite che deve giocare da qui alla fine, la Juventus può gestire 11 punti punti di vantaggio che, spalmati sui dieci turni che mancano alla fine, le consentirebbero di perdere tre partite e pareggiarne una. Nella stagione 1999-2000, che viene spesso citata da Conte come "memento" per raffreddare l'entusiasmo la Juventus perse quattro partite nelle ultime dieci giornate, ma aveva nove punti di vantaggio sulla Lazio che non riuscì a vincere le ultime dieci.

FIAMMELLA - Il problema, infatti, è tutto sulle spalle della Roma che se vuole sperare nell'incredibile rimonta scudetto deve progettare un altro filotto di dieci vittorie, assai complicato nel finale di stagione. Ma è per questo che Garcia, nella conferenza ha puntato molto sul concetto che la sua squadra deve solo pensare a vincerle tutte fino alla fine. Solo in questo modo la fiammella scudetto può rimanere accesa, nonostante le badilate di Buffon.

AGONISMO - Nell'ambiente bianconero, d'altra parte, insieme alla concentrazione, c'è molta consapevolezza che non è ancora arrivato il tempo per festeggiare. La capacità di combattere e soffrire mostrata ieri a Genova è un segnale micidiale inviato a tutti: al di là della chimera statistica dei 100 punti, questa è una squadra che scende sempre in campo per vincere in modo spietato, cinico e furioso.

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