Carlitos Tevez è il capocannoniere del campionato italiano con 18 reti. Salterà Napoli per squalfica e i Mondiali, salvo clamorose inversioni a U, per ostracismo. Messi e compagni non lo amano, non lo dicono ma per tempo lo hanno fatto sapere al ct Alejandero Sabella che difatti da due anni non convoca l'Apache. Che è in formissima, sta giusto dietro a Leo come impatto e rischia quindi di fare ombra al divino. Javier Mascherano, che a Barcellona è una sorta di braccio armato di Messi, prova a spiegare la situazione: «L'Argentina - dice a Radio La Red - deve andare oltre i quarti per entrare nella storia. Tevez fuori? Tutte le decisioni sono del tecnico. Non è vero che il no è del gruppo: se prendesse l'iniziativa il gruppo sarebbe un cattivo gruppo. Mai mi è passato per la testa dire chi convocare e chi lasciare a casa. Siamo forti in attacco e per questo dobbiamo trovare un certo equilibrio». Senza l'Apache...

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Spettatore interessato in tribuna alla Bombonera, Alejandro Sabella, ct dell'Argentina, è stato accolto da uno striscione piuttosto eloquente dai tifosi che invocano il ritorno dell'Apache in Nazionale: «Sabella, non è molto difficile: Tevez = Mondiale». L'invito esposto allo stadio stracolmo per Boca-River (gara finita 1-2, gol di Lanzini, Riquelme, Funes Mori) era prevedibile, visto che l'attaccante della Juventus, squalificato e quindi assente al San Paolo conto il Napoli ma sicuramente davanti alla tv per il match della sua ex squadra, è argomento piuttosto scottante in patria. E poi i fan del Boca sono i fan dell'Apache. E Carlitos dopo il ko dei “genovesi" twitta: «Potrete anche imitarci, ma non sarete mai come noi». Sì, è bello carico, il bianconero, e sarà esplosivo come sempre giovedì sera a Lione nell'andata dei quarti di Europa League. Antonio Conte ha bisogno del suo crack.

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Appuntamento per venerdì dalle ore 17 alle 20, orario di Buenos Aires. I sostenitori dell'Apache si ritroveranno per perorare la causa di Carlitos Tevez al Mondiale con la maglia dell'Argentina. E' oramai arcinoto l'ostracismo del ct Alejandro Sabella nei confronti dell'attaccante bianconero. E' altrettanto noto l'affetto dei tifosi argentini nei confronti del giocatore del popolo, così come è definito Tevez. Bomber del campionato italiano, eppure escluso dalla Nazionale albiceleste. Quasi un controsenso. E allora i fan più barricaderi, dopo la petizione e un primo ritrovo, ci riprovano e scendono in piazza. «Marcha del Obelisco a la Afa», recita il manifesto programmatico, con l'immagine dell'Apache che suona la tromba e la città nello sfondo, accanto alla coppa del mondo e all'obelisco di Plaza de la Republica. «Questo per chiedere di portare Tevez al Mondiale di Brasile 2014. Se partecipi, a partire dalle 17 ritrovati qui e andremo camminando stile carovana verso la Afa (la federcalcio argentina, ndr). Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti. Se ti sta a cuore Tevez, porta anche i tuoi amici», l'invito postato dagli organizzatori su Facebook. E' l'ultimo atto. poi ci saranno le convocazioni del ct. E a quel punto, ci sarà ben poco da protestare... Ma a Conte un Tevez tutto per la Juventus non dispiace affatto.

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Una marcia che partirá dall'Obelisco, in pieno centro a Buenos Aires, per un nuovo, pressante, appello al ct Alejandro Sabella: è l'iniziativa che si sta diffondendo in queste ore in Argentina a favore della convocazione di Carlitos Tevez in nazionale, in vista dei mondiali brasiliani. Il tema non è certo nuovo ma cresce a misura che il 'mundial' si avvicina e pari passo al silenzio che Sabella continua a mantenere su Tevez.

LA MARCIA PER TEVEZ - Qualche giorno fa l'allenatore biancoceleste ha ancora una volta confermato che non ci sono "sorprese in vista" sul fronte della lista dei convocati per il Brasile. La marcia di venerdí - il cui slogan è "Todos al Obelisco, Tevez en la Seleccion" - partirá quindi da quello che rappresenta il cuore del centro della cittá. Poi i tifosi del goleador della Juventus si allontaneranno appena qualche isolato, per piazzarsi davanti alla sede della federcalcio argentina.

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Tutti in marcia per l'Apache. Ieri, a Buenos Aires, i tifosi si sono dati appuntamento nella piazza dell'Obelisco, con adunata lanciata via Twitter e Facebook. Si sono ritrovate alcune centinaia di persone, con manifesti e bandiere con gli slogan pro Tevez, capocannoniere della Serie A osteggiato dal ct. «Con Messi e Higuain in quelle condizioni, come si può pensare di lasciare a casa Carlitos?», tuonano dalla protesta. «Tevez al Mondiale!», reclamano a gran voce. «Tevez a la seleccion», il gruppo che conta 15.000 iscritti. «L'Apache è un giocatore che induce alla passione, è un idolo con i quali i tifosi si identificano», il commento di Martin Malatesta alla Afp. E' uno del Boca, come tanti al raduno. Martin arriva dal barrio di Fuerte Apache dove è vissuto il centravanti con la cicatrice. «Tevez che ha l'appoggio del popolo». E chissà se basterà per convincere l'allenatore così riottoso, tanto che non l'ha mai convocato nei due anni di qualificazioni per Brasile 2014. «Sono capricci del ct Alejandro Sabella e del presidente Julio Grondona. Io non so se loro due frenano e per quale motivo - dice Pedro Castillo - ma per lo meno che sia convocato nella lista dei 23».

ANCHE IN PORTA Sul canale Cronica Tv, condotto da Hector Garcia, ecco la campagna per la punta della Juventus al Mondiale. «Lo diciamo da settimane. C'è molta gente che lo sostiene, in particolare i fan del Boca, affinché torni a indossare la camiseta albiceleste». La marcia va sotto la sede dell'Afa, la federcalcio argentina. «Tevez è un tipo insostituibile, può giocare da 9 da 10 o da 5 e se gli dai i guanti anche in porta, tanto è l'amore suo per l'Argentina», commenta Pablo Hermida. C'è anche un falso Tevez, che segna, ovvio. Diciotto gol in Italia sono tanti, sono anche per Sabella. Una mamma al figlio: «Se non va in Brasile ingiustizia sarà fatta». Un altro: «Sì, roviniamo le vacanze a Carlitos, portiamolo in Nazionale». E si leva alto il coro. «Tevez al Mundial!».

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Il Mondiale brasiliano è ormai dietro l'angolo. I campionato stanno assegnando i verdetti, i campioni già guardano alla grande sfida che verrà. C'è chi è sicuro della convocazione e c'è chi è sicuro di non andarci. Il ct dell’Argentina Alejandro Sabella ne parla a Fifa.com. L'argomento scotta, da togliere il sonno. «Difatti, io sono nervoso! A volte devo condividere le partite con i miei collaboratori, perché spesso molte gare sono in contemporanea. Tutti noi guardiamo e speriamo solo un’unica cosa: che nessuno di loro si faccia male! Non è come avere un mal di testa o altro, ma sono davvero preoccupato se vedo uno dei miei giocatori per terra. Se si alzano in fretta, è bene. E se invece devono essere sostituiti, cerchiamo di scoprire l’entità dell’infortunio il prima possibile. Soffro un po’ con loro. La cosa più importante è che non succeda nulla». C'è un campione che gli sta a cuore più di tutti, ovvio. «Devi sempre avere un piano B, in caso di infortunio di Messi. Il fatto è che stiamo parlando di top player qui. Devi avere un qualche tipo di lista nella tua testa e ho già il mio pensiero. Il fatto è che ci sono momenti in cui piano B è abbastanza simile al piano A e ci sono momenti in cui non lo è. Ci si deve adattare. Abbiamo giocato un paio di partite senza Leo, ma il fatto è che lui è insostituibile. Non c’è un club o una nazionale nel mondo che potrebbe giocare lo stesso con o senza Messi. Contiamo su di lui così tanto che quando lui non c’è, ce ne accorgiamo. Abbiamo un’idea, però. In realtà contro l’Italia Leo non c’era e siamo riusciti ad adattarci comunque».

LASCIO FARE E poi, ovviamente, ecco l'argomento caldo per i tifosi: Carlitos Tevez. «Scelte difficili? Questa è l'Argentina. E tutto ciò che accade attorno, come al Boca e al River, viene commentato parecchio. E dietro ogni scelta c'è un intero paese, dove ognuno ha un'opinione. Queste sono le regole del gioco e le conoscevo prima di accettare il ruolo». Molti chiedono la convocazione dello juventino Tevez, per l'appunto. «Vale quello che ho appena detto. E' una visione del gioco che appartiene ad altri. Io leggo, ascolto, guardo e solo allora traggo le conclusioni sulla questione. Non mi piace parlare di giocatori che non ci sono, mi sembra l'approccio migliore per tutti. Lo stesso vale per Tevez come per chiunque altro. Ma sono pienamente consapevole che di lui si parli un po' di più che di altri. Cosa mi chiedono i tifosi per strada? Esco poco. Quando lo faccio, vedo il fervore e la passione degli argentini che vogliono il titolo mondiale. Ma noi non abbiamo ancora vinto. Questo è normale, è il nostro modo d'essere. A volte pensiamo di essere più di quello che siamo veramente. Dobbiamo lavorare con umiltà. Il trionfalismo può farti perdere il vero obiettivo e questo ti può portare al fallimento. Teniamo i piedi per terra. Solo per pochi secondi l'idea di giocare la finale mi è passata in testa. La realtà mi dice che devo pensare ad altre cose». E non al bomber della Juventus...

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In Argentina il movimento che chiede la convocazione di Carlitos in Nazionale per il Mondiale brasiliano ha organizzato un'altra manifestazione a Buenos Aires, per il 10 maggio, probabilmente l'ultima della serie. «Dall'Obelisco all'Afa. Tutti uniti con l'Apache, il giocatore del popolo». La gente andrà a protestare davanti alla federcalcio presieduta da Julio Grondona, il grande nemico. Il ct dell'Albiceleste, inoltre, è atteso in Italia: vedrà il derby milanese e la finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. Quindi, seguirà i vari Palacio, Higuain, Gonzalo Rodriguez, Fernandez, Campagnaro, ma non Tevez, che non fa parte del suo gruppo, mai convocato nel biennio di qualfiicazione. Carlitos, che in Europa League ha ritrovato il gol in coppa dopo cinque anni (era fermo alla rete al Porto in maglia Manchester United), nella serata non troppo fortunata di Lisbona, ha ribadito di «stare bene fisicamente» e che essersi sbloccato «non è poi così importante, più importante consentire alla squadra di puntare all'obiettivo». Difatti, è l'exploit che permette alla Juve di sognare la finale in casa del 14 maggio. Giovedì il ritorno allo Stadium con i portoghesi, con la voglia matta di fare l'impresa: basta l'1-0 o la vitoria con due gol di scarto; con il 2-1 si andrebbe ai supplementari. Proprio per l'impegno ravvicinato, Tevez potrebbe sedere in panchina lunedì a Reggio Emilia contro il Sassuolo. Tanto la festa scudetto è rimandata al 5 maggio...

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Il ct dell'Argentina, Alejandro Sabella, è atteso sugli spalti di Roma per la finale di Coppa Italia tra il Napoli di Higuain e la Fiorentina di Gonzalo Rodriguez, poi per il derby milanese. La sua linea è chiara: confermare il gruppo che ha fatto le qualificazioni, quindi, niente Carlos Tevez al Mondiale in Brasile. Ma la questione, si sa, a Buenos Aires è scottante (il 10 maggio nella capitale è prevista un'altra marcia di protesta, dall'Obelisco alla sede dell'Afa), così il presidente federale Julio Grondona, alla radio, fa l'ambiguo. «Sono sicuro che se non c'è è per un motivo tecnico-tattico, vista la quantità di campioni che il ct ha a disposizione, però ci possono essere delle assenze, delle defezioni. E comunque c'è ancora tempo per definire tutto». Quindi, Apache di scorta? «Sabella stabilirà una lista di 30 giocatori preconvocati dalle quale sceglierà i 23 per il Brasile; si potrà aggiungere qualcuno in caso di infortuni». Tevez come riserva di lusso? Difficile, non sarebbe certo il suo ruolo. Non a caso lui ha prenotato le vacanze a Disney e ha dato per certa la sua presenza a un torneo benefico di golf che si terrà nel suo Paese. Intanto, vuole guidare la Juventus alla finale di Europa League e alla conquista dello scudetto numero 32, il terzo consecutivo dell'era Antonio Conte.

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