Juve, 3-1 di forza all'Inter: la Roma ora è a -9
Una sola squadra in campo per lunghi tratti, una gara dominata, tre gol e tante occasioni fallite: la Juve supera un'Inter rinunciataria imponendosi con grinta e cattiveria agonistica superiori, allungando sulla Roma e continuando la sua marcia impressionante. Un tris da guerrieri, riaperto solo quando i bianconeri si sono rilassati e Mazzarri ha inserito Milito e Botta per ravvivare una squadra aggrappata fino a quel momento a un Palacio iperattivo ma per questo poco lucido. Bianconeri ora con 33 punti in 11 partite interne e venti gare di seguito senza perdere tra le mura amiche. L'ultimo ko con la Samp, datato gennaio 2013, 2-1: a firmare una doppietta fu Icardi, oggi nerazzurro ma ormai quasi meno celebre della sua compagna Wanda Nara, allo Stadium.
PRONTI VIA, RIGORE SU CHIELLINI E KUZMANOVIC 'ARANCIONE' - C'è Pirlo nella Juve, c'è Vucinic in panchina. Osvaldo da una parte, Hernanes dall'altra si vedono il match in tribuna. Si parte con un doppio miracolo di Handanovic su Tevez e un rigore non fischiato per fallo di Campagnaro su Chiellini. Un mancato stop di Vidal che rischia di innescare Palacio, poi di nuovo area nerazzurra: Llorente aspetta il contatto con Rolando che arriva con irruenza, lo spagnolo non si oppone al duello di spalla e va a terra lungo. Non da uno della sua stazza, ma ci sono gli estremi per il penalty. Primo giallo di Rocchi al 13', Kuzmanovic a forbice su Vidal: durissimo. Con i 'complimenti' di Mazzarri.
PIRLO-LICHTSTEINER. L'ASSE DI CONTE - Conte ritrova Pirlo, dopo la parentesi Marchisio in regia. E la Juve ritrova il suo cervello, che al quarto d'ora alza la testa, vede il furbo inserimento di Lichtsteiner in area nerazzurra e lo serve morbido sulla corsa, con lo svizzero di testa a incrociare e superare Handanovic. È l'asse di Conte, sul quale ha costruito manovre, gol e scudetti. E il vantaggio di questa sfida. Deja Vù.
INTER NON PERVENUTA. JUVE POCO CONCRETA - All'Inter spuntata il compito di fare la partita ora, con la Juve a rintanarsi pronta a ripartire. Ad Alvarez e Kovacic il compito, difficile, di inventare qualcosa negli ultimi metri cercando il solito, generoso, mobile e abbandonato Palacio. I nerazzurri non trovano lo spiraglio neanche per un tiro in porta, mentre Pirlo ha spazi e tempi per mostrare tutta la sua classe e aprire a ventaglio le ripartenze, mal concluse da tiracci di Pogba. L'Inter trema ancora su un corner bianconero, raramente messo direttamente nel mezzo: stavolta succede e Kuzmanovic si ritrova a due passi dalla porta a spazzare via una torre pericolosa di Bonucci. Un arabesco di Pogba e un tunnel di Vidal a Alvarez sono i punti più alti di un dominio bianconero evidente quanto lezioso.
LEGGEREZZA BONUCCI, PALACIO SPRECA - Per riaprirla, la gara ha bisogno di una carta a sorpresa: la Leonardata di Bonucci, tanto celebre quanto scongiurata dai tifosi bianconeri. Il difensore-regista se la gioca al 41', accettando (e perdendo) un contrasto falloso con Palacio che lo trattiene: rinvio sbilenco, palla in verticale per l'inserimento di Alvarez e prateria che si colora di nerazzurro, contropiede 3 contro 2 e occasione sul destro dell'attaccante che però spara in curva, con rabbia mista a imprecisione. E rabbiosa è anche la reazione della Juve con Asamoah e la sua fucilata di sinistro addosso a Handanovic, che dopo due minuti chiude di fatto il primo tempo. Dominato ma non chiuso dalla Juve, sofferto e non riaperto dall'Inter.
CHIELLINI-VIDAL, LE STOCCATE DEI GUERRIERI - Impressionante il rientro in campo bianconero, che trova il raddoppio dopo tre minuti e il tris all'11': azione confusa e continuata in area nerazzurra dopo un corner, Pogba controlla due volte senza trovare il tempo di concludere, arriva rapace Chiellini che sottomisura, con il destro, scarica alle spalle di Handanovic battendosi il petto sotto i tifosi juventini. Palacio di sinistro manda di nuovo alto un altro buon pallone, Mazzarri manda a scaldare e poi in campo Milito, Pirlo ci prova su punizione e Vidal si fionda a ribattere in rete la respinta di Handanovic su Pogba: due sigilli dei guerrieri bianconeri, un velo pietoso sulla retroguardia interista, lo sguardo duro di Hernanes in tribuna e quello divertito di Osvaldo. Immagini.
BARZAGLI KO, POGBA ALLA ZIDANE - Mazzarri tira fuori Jonathan, surclassato da Asamoah: esordio interista per D'Ambrosio, unico italiano negli 11 della Beneamata. Conte chiede solo una cosa: continuare a giocare, evitando individualismi. Barzagli soffre, caviglia, Cáceres deve entrare di corsa a sostituirlo. Ultimo cambio Inter con Botta (tigna e tecnica, altra pasta) per Kovacic, quando scocca il ventunesimo minuto. Poco prima Pogba scherzava Taider con una ruleta che sapeva di Zidane, con lo Stadium in delirio per il suo gioiello. Ma ora senza il suo pilastro la Juve non è più invulnerabile
ROLANDO, SINISTRO AL VELENO. VUCINIC IN CAMPO, PALO - L'Inter si butta avanti, a questo punto senza troppo da perdere, e trova il gol della speranza a venti minuti dal termine: Rolando, il migliore dell'Inter alla fine, sale per un corner e non perdona Storari con un sinistro in mischia, regalando uno sprazzo finale di luce ai nerazzurri. Finale con Tevez e Palacio alla frutta: l'Apache sbaglia due volte un uno contro uno abbastanza agevole, il Trenza di testa mette clamorosamente fuori a due passi da Storari. Dentro Vucinic per gli ultimi minuti e il suo secondo battesimo bianconero, dopo giorni da separato in casa, e solo Rolando nel recupero toglie al montenegrino la gioia del poker. Sarebbe stato lo schiaffo finale ai rivali, dopo la querelle di mercato.
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