Conte: «Juve, gli otto punti non diventino un'illusione»
Antonio Conte mantiene la calma nonostante gli otto punti di vantaggio e la netta vittoria contro la Roma. Un 3-0 che ha lanciato i bianconeri a +8 sulla seconda e che ha messo una seria ipoteca sul terzo scudetto consecutivo della squadra due volte campione d'Italia: «C'è sempre moderata soddisfazione finché non si raggiungono traguardi. Queste vittorie, seppur importanti, sono tappe che ci avvicinano all'obiettivo primario, ma non sono situazioni definitive. Non solo da parte mia, ma da parte di tutti. Manca ancora una partita, quella contro il Cagliari, per terminare il girone d'andata. Poi ci sarà ancora tutto il girone di ritorno in cui dovremo essere bravi. Manca tantissimo alla fine e questi otto punti non devono diventare un'illusione. Sono tanti, è vero, ma non devono farci calare la carica. Può capitare di tutto. Non dimentichiamoci che abbiamo preso 13 punti alla Roma, loro ne avevano vinte 10 e ora noi ne abbiamo 8 più di loro. Può succedere ancora di tutto».
Fatti e non parole quelle di Conte, che però si ritaglia uno spazio per applaudire la sua squadra dopo l'ennesima prova maiuscola contro una dirette concorrente: «Mi stupisce la crescita tattica e di mentalità e noi sappiamo sempre imporci con il carattere. Nel corso di questi due anni ci siamo modificati per adeguarci ai nostri avversari che ci conoscono sempre di più e sempre meglio. Restare aggrappato alla Juve? Per me l'unica cosa che importa è parlare di calcio e non di altro. Lì sono a mio agio».
LA FAME DELLA JUVE - Conte poi spiega come questa Juve possa avere sempre una fame incredibile: «La voglia di vincere è una filosofia di vita che ho trasferito ai miei calciatori in cui però ho trovato terreno molto fertile. Ci sono alcuni che hanno già vinto mentre altri hanno vinto con me. Vincere è bello e vogliono continuare a farlo ma per riuscirci serve grandissima umiltà e voglia di mettersi a disposizione e lo dimostra che questa è una squadra che si mette sempre a disposizione ripiegando su stessa partecipando attivamente alla fase difensiva. Basta guardare Tevez e Llorente quello che fanno. L'attaccante vecchia maniera con me non giocherebbe. Avere un giocatore come Fernando è importante perché dove la palla arriva, rimane .Dopo due mesi di apprendistato ha capito come giocare nel nostro campionato.: gioca di sponda, sa segnare e come aiutare la squadra. Stasera ha fatto una grande partita».
CONTE SU GARCIA E LA ROMA - Conte poi si leva un sassolino dalla scarpa a chi gli chiede di Garcia: «Aspettate, ci sono due scudetti di differenza, due supercoppe, una finale di Coppa Italia. Spesso si dimentica quello che facciamo noi. La Roma è un avversario temibile, ha fatto grandissimi investimenti e il tasso qualitativo importante. Se non avessimo preparato la partita alla perfezione avremmo sofferto tantissimi dolori di pancia. Diciamo che oggi un allenatore italiano è stato bravo a preparare la gara. Abbiamo reso i lati forti della Roma il più debole possibile e lo facciamo contro tutti. Dai giallorossi, fino all'ultima in classifica. C'è uno spartito per questa partita e alla vigilia avevo detto che chi suonerà meglio lo spartito vincerà. E così è stato».
CONTE SULLA CHAMPIONS - In chiusura una battuta sul rammarico di non essere andati avanti in Champions: «In Champions non facciamo questo? C'è stata un pizzico di presunzione quando siamo andati a Copenaghen o in casa con il Galatasaray e abbiamo pagato di non azzannare al collo l'avversario. Meritavamo di più in Champione e non abbiamo giocato una partita e se lo avessimo fatto saremmo andati avanti. Siamo usciti in maniera dolorosa ma è a livello di esperienza che troverete la risposta sul perché siamo usciti».
JUVE "CANTERINA" - «È sempre il campo che deve parlare e noi da due anni stiamo facendo “cantare" il pallone, a volte anche in maniera clamorosa. Sono molto soddisfatto per l'umiltà dei ragazzi. Il gruppo crede fermamente in quello che faccio, in ciò che gli dico».
TUTTOSPORT.COMBarzagli: «Certe dichiarazioni ci hanno fatto girare lo stomaco»
Andrea Barzagli alla fine lo dice: sì, certe dichiarazioni, come quelle di Totti (che non viene mai citato dal difensore) hanno caricato l'ambiente bianconero. Con la pacatezza che lo contraddistingue, Barzagli dice sorridendo: "Beh, sì... Lo posso dire: ci sono state dichiarazioni che ci hanno fatto girare un po' lo stomaco e quindi hai un po' di carica in più quando scendi in campo. Comunque sono cose che fanno parte del calcio, nessuno si è offeso".
INESPERTO Il difensore centrale, autore di un'altra prestazione maiuscola, salterà la prossima partita di campionato (domenica alle 15 contro il Cagliari) e, nonostante la vittoria, si autoaccusa: "Quel giallo nel finale, sul risultato di 3-0 potevo proprio evitarlo! E' stata veramente un'ingenuità, un atto di inesperienza". E se si ritiene inesperto Barzagli...
TUTTOSPORT.COMJuve, è un immenso Vidal: «È una marcia da giganti»
Come al solito: vidi, vici, Vidal . Vidal che segna, sblocca, esulta, unisce le mani e disegna un cuore. Anzi un... core. De Roma, in questo caso: ovvio. Un film già visto e rivisto, ma che continua ad emozionare milioni di tifosi bianconeri, sempre più decisi a venerare un nuovo re - king Arturo, "claro" - da scudetto. Perché saremo pure a gennaio appena iniziato, e c’è ancora da finire il girone d’andata, e c’è da giocare tutto quello di ritorno, e il campionato è aperto nonché ricco di insidie. Però... Però se sei a otto punti sulla seconda puoi guardare il prosieguo della stagione con occhi ben diversi. E infatti Vidal, il saggio Vidal, predica prudenza e umiltà a parole, ma negli occhi ha la felicità e l’orgoglio di chi sa d’aver contribuito, con quel gol spacca equilibri, a centrare una vittoria pesantissima.
BESTIA NERA - «La Roma è una grande squadra, ha dimostrato dall’inizio del campionato che vuole lottare e provare a fare di tutto per vincere lo scudetto. L’ha fatto vedere anche qui a Torino e per noi non è stato facile. Dobbiamo continuare così, con questa marcia straordinaria». Come a dire: siamo dei veri giganti. E Vidal, a quanto pare, si esalta quando vede giallorosso. Alla Roma, infatti, ha segnato la sua prima doppietta in serie A: un uno-due negli iniziali 8 minuti di gioco a propiziare il 4-0 finale del 22 aprile 2012. S’è poi ripetuto la stagione successiva (29 settembre 2012), realizzando il rigore del momentaneo 2-0 in quello che poi sarebbe diventato un 4-1 finale. E ieri ha appunto sfornato un altro gioiellino, da autentica bestia nera: il quarto, ai giallorossi. Nonché - a livello generale - il tredicesimo della stagione.
VIDALGOL - Tanta, tanta roba. Roba da bomber (a proposito, fino ad ora i gol segnati in totale in bianconero sono 35, in 105 partite). E del resto, da bomber, sono evidentemente il senso della posizione, il fiuto per il gol, la freddezza sotto porta, il cinismo che Vidal sta dimostrando senza soluzione di continuità, semmai in maniera crescente. Ormai, non c’è neanche più da stupirsi. Lui, il cileno dal gol facile, lo ha spiegato già tante volte: «E’ vero, in passato non avevo mai avuto una media gol così alta come invece ho qui alla Juventus. Conte mi ha aiutato molto in questo: i suoi schemi prevedono che io mi inserisca, mi ha sistemato in una posizione in cui vedo bene la porta». Altroché se la vede bene... Pure David Trezeguet , dalla tribuna, ieri (proprio al minuto 17, numero magico che campeggiava sulla sua schiena) ha applaudito colui che inaspettatamente si sta dimostrando quasi un suo erede. Strano ma vero: la media che sta tenendo il cileno in questa stagione è degna perfino d’un Trezegol d’annata, in questa stagione: più di un sigillo ogni due partite. Per non considerare il fatto che, a quota 13, Vidal è il capocannoniere del gruppo.
LA FASCIA - Ma non è ad imitare Trezeguet che punta Vidal. Così diverso, del resto, nel modo di interpretare il calcio: uomo d’area uno, uomo a tutto campo l’altro. Jolly che corre e si fa trovare ovunque, rincula a dare man forte alla difesa, rimbalza su tutta la linea di mediana, va a segnare, ricopre più o meno tutti i ruoli all’occorrenza.... No, Vidal - massì, esageriamo in questa estasi da trionfo in big match - punta a imitare... Del Piero . In quanto a uomo simbolo, in quanto a pilastro per anni e anni e anni, in quanto a capitano. Lo ha detto più e più volte, a parole: «Non lo nascondo, mi piacerebbe un giorno indossare la mitica fascia». E lo ha dimostrato con i fatti: rifiutando offerte su offerte, ammiccamenti giunti dai club più ricchi d’Europa (Real Madrid, Psg, Bayern Monaco...). Il ritornello: «La Juventus è casa mia, non ho nessuna intenzione di andare via da questo club che mi ha fatto svoltare. E anche la mia famiglia si trova bene a Torino, dunque...». Nero su bianco, a conferma d’un rapporto che a quanto pare può davvero dimostrarsi indissolubile, è arrivata la firma sul nuovo contratto. Un prolungamento al 2017 con opzione al 2018 che suona come una dimostrazione d’amore da parte del giocatore e una dichiarazioni di intenti da parte della Juventus. Il contratto è ricchissimo, più che da top player (quasi 5 milioni con bonus). Roba da rapporto indissolubile, appunto.
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