"Questa è una guerra". Stampa turca su Gala-Juve
«E’ una battaglia», il quotidiano Fanatik battezza senza mezzi termini la partita di questa sera, citando Mancini che pure, ieri pomeriggio, aveva cercato di smorzare i toni. Ma al di là della metafora, per altro abusata nel gergo sportivo, il giornale sportivo turco crede nell’impresa dei “Leoni”. «Il destino è nelle vostre mani, forza Leoni completate l’opera» è il richiamo in prima pagina che ricorda la sfida con la Juventus. Per passare il turno o sperare di agguantare almeno l’Europa League, il Galatasaray deve vincere. E sotto il profilo mediatico si punta molto sulle stelle straniere: le foto di Drogba e Sneijder dominano, anche perché l’olandese dovrebbe tornare proprio contro la Juventus.
15 ANNI «Gli italiani complicano le cose», titola sempre Fanatik, nelle pagine interne: troppi i riferimenti al problema della sicurezza (per altro sottolineato dalla stessa Farnesina) riportati dai nostri quotidiani (e c’è anche la prima pagina di Tuttosport con il titolo “Sotto scorta”). «Ci riportano indietro di quindici anni», scrive Fanatik, ricordando la famosa sfida del 1998 nel pieno del caos diplomatico per Ocalan.
PAURE «Gli italiani hanno due paure», scrive invece il popolare Hurriyet che si riferisce ai «caldissimi tifosi del Galatasaray» e ai «precedenti favorevoli del Galatasaray con la Juventus». Foto Mac incita i giallorossi: «Fate tutto quello che potere!» è il titolo sopra un fotomontaggio nel quale si vedono Mancini, Muslera e un Drogba copertissimo, con cappellino, scaldacollo e felpone per combattere il freddo micidiale di questi giorni: «Dobbiamo combattere per ottenere il risultato», spiega Mancini nell’occhiello.
CULT Mentre una curiosa pubblicità di una marca di biscotti offre un’infografica con le statistiche del match il cui titolo è : “Con il Galatasaray c’è sempre speranza” e una bizzarra illustrazione nella quale dei giocatori turchi spingono (o trattengono?) la torre di Pisa. A Livorno potrebbe diventare un cult...
TUTTOSPORT.COMGala-Juve, i precedenti: minuti finali a rischio
Se anche i numeri hanno il loro peso, allora è proprio vero: questa sera nell'arena dei turchi ci sarà un po' da soffrire. Perché la Juventus ha indubbiamente il vantaggio di poter utilizzare una rosa piena di campioni dotati di maggiore qualità rispetto all'avversario, però occorrerà rimanere attenti e concentrati sino all'ultimo spicciolo di gara. Un esempio? Il Galatasaray non perde in casa contro una squadra italiana dal 23 gennaio 1963, primo confronto in assoluto: 1-3 contro il Milan di José Altafini nei quarti di finale dell'allora Coppa dei Campioni. Di lì in poi sarebbero seguiti altri 9 incroci, con 6 vittorie dei padroni di casa e 3 pareggi. E la Juve, tra la sfida giocata in campo neutro a Dortmund nel dicembre 2003 e quella posticipata di una settimana a Istanbul del dicembre 1998, ha raccattato un punto, preceduto da una sconfitta. Vero, stasera ai campioni d'Italia può bastare il pareggio e considerata l'insistenza con cui Roberto Mancini sta provando a spegnere i fuochi ardenti dell'ambiente («Sarà solo una partita di calcio, mica andremo in guerra»), un gol segnato da Carlitos Tevez, o Fernando Llorente, o Arturo Vidal, o chicchessia, nei primi minuti gelerebbe immediatamente le speranze di rimonta dei turchi.
PRECEDENTI Ma la Juve dovrà stare attenta a un altro dato un pochino inquietante: in 3 dei 5 precedenti complessivi, compresi i 3 match giocati a Torino, il Galatasaray ha segnato nei minuti finali, a dimostrazione del fatto che gli avversari odierni non mollano mai. Il 2 dicembre 1998 i turchi pareggiarono il gol di Nicola Amoruso con Suat Kaya al 90' (finì 1-1), mentre esattamente 4 anni dopo sul neutro di Dortmund fu la leggenda locale Hakan Sukur a realizzare il bis, anche personale, al 94' per il 2-0 conclusivo. E il 2 ottobre di quest'anno la rete di Umut Bulut su gentile concessione dei bianconeri, segnata all'88' per il 2-2 finale, non è ancora stata dimenticata, anzi: quel gol ha praticamente costretto la Juve a interpretare il match di oggi come un incontro da dentro-o-fuori.
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