[Speciale] Politica Italiana. Fatti e misfatti.

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muni79
view post Posted on 28/2/2013, 18:35 by: muni79     +1   -1




Amnistia, mafia e magistrati. Sulla giustizia Grillo la pensa così


“Questa magistratura mi fa paura. Io che sono un comico ho subìto più di 80 processi”. Togliendo la parola “comico” (ma secondo qualcuno potrebbe anche restare) questa frase sembrerebbe poter essere stata pronunciata da Silvio Berlusconi. E invece no. L’ha pronunciata Beppe Grillo lo scorso 15 febbraio, sul palco di Ivrea. C’è chi ha usato questa scusa per bollare il leader del Movimento 5 Stelle come un “voltagabbana”. “Da giustizialista a garantista”, è stato detto. Ma qual è il vero rapporto del trionfatore delle elezioni del 24 e 25 febbraio con i temi della giustizia?

IMPUNITA’ – “La legge protegge i delinquenti e manda in galera gli innocenti”, ripete spesso Grillo. È sempre stato questo il tasto su cui ha battuto, e continua a battere, l’ex comico genovese. La Casta. La cerchia di privilegiati che non si fa processare, o quantomeno condannare. Anche se Berlusconi, rispondendo proprio a Grillo, ha sfoggiato come medaglia la rendicontazione dei suoi guai giudiziari: “Grillo è disinformato, ho avuto più di cento processi”. Rivendicando un record. Fatto sta che Grillo si pone come paladino dei dimenticati, del Quarto Stato, degli outsider. Sul blog del leader del Movimento 5 Stelle sull’argomento si legge: “Mi domando cosa significhi la parola Giustizia oggi. Questa è forse la domanda più importante che ci dobbiamo porre. È la Giustizia di tutti o è riservata solo a coloro che possono permettersi uno studio legale di grido e arrivare anno dopo anno alla prescrizione? O la Giustizia degli intoccabili, che il carcere non lo vedranno mai, che siano i parlamentari o i poliziotti accusati di pestaggio del G8? Forse la Giustizia dei poveri cristi, spesso extracomunitari, che hanno un avvocato di ufficio e una condanna pressoché certa? Quante Giustizie esistono in questa disgraziata e impenetrabile Nazione? La Giustizia amministrata per censo, per casta? La Giustizia capitalista, dove il reddito è un elemento sempre a favore dell’accusato, una prova inoppugnabile di innocenza?”. Il succo: chi ha soldi non paga mai le conseguenze delle sue azioni.

PAROLA CHIAVE AMMODERNAMENTO – Secondo Grillo è fondamentale l’ammodernamento della macchina della giustizia, giudicata “obsoleta, inefficiente e dispendiosa”. Colpa della “eccessiva frammentazioni delle sedi” ma anche dell’”eccesso di domanda: le sopravvenienze civili annue contenziose di primo grado per ogni giudice sono 438, in Francia 224, in Germania 54. Quelle penali annue (reati gravi) per ogni giudice, in Italia sono 190, in Francia 81, in Germania 42. Ciò dipende”, scrive Grillo “dal fatto che il sistema legale tende a tutelare di più chi viola la legge rispetto a chi subisce una lesione dei propri diritti”. Una possibile soluzione, secondo Grillo, va trovata “nell’autoregolamentazione, introducendo rischi: si deve consentire la reformatio in peius in appello”, vale a dire la possibilità del giudice di appello di poter riformare la sentenza di primo grado irrogando una pena o una misura peggiori delle precedenti. Sì, perché il leader 5 Stelle sottolinea come la lentezza del processo penale vada ascritta al fatto che in Italia “impugnare conviene perché non si corrono rischi, in quanto vi è il divieto di peggiorare la posizione dell’imputato se è solo lui appellante”. Meno impugnazioni uguale meno processi uguale meno avvocati. Sarebbe questa la panacea per la giustizia italiana.

NO ALL’AMNISTIA, SI’ AL FALSO IN BILANCIO – Su due temi chiave che hanno acceso il dibattito sulla giustizia durante la campagna elettorale la posizione del Movimento 5 Stelle è simile a quella del Pd. In primo luogo sulla reintroduzione del reato di falso in bilancio. Grillo d’altra parte non ha mai lesinato interventi sui casi Parmalat e, più recentemente, Monte Paschi di Siena. Il discorso sul falso in bilancio ovviamente si inserisce in quello più ampio sulla giustizia che “premia” o comunque che “non condanna” i potenti. Sulla stessa linea del Pd anche per quanto riguarda l’amnistia, che non era prevista in nessuno dei due programmi anche se a dire la verità alcuni esponenti della coalizione di centrosinistra si erano espressi a favore, abbracciando la posizione di Nichi Vendola.

SI’ ALLA RESPONSABILITA’ CIVILE DEI MAGISTRATI – Su un altro punto Grillo e Berlusconi la pensano alla stessa maniera, vale a dire la responsabilità civile dei magistrati. Secondo il leader del Movimento 5 Stelle è giusto che un giudice o un pm, qualora sbaglino giudizio per dolo o colpa grave, siano costretti a un effettivo risarcimento nei confronti del cittadino (possibilità già prevista però attraverso il risarcimento da parte dello Stato). Una posizione diametralmente opposta a quella del Pd e di tutto il centrosinistra.

“LA MAFIA? SOLO AL NORD” – Per molte settimane si è parlato delle frasi dette da Grillo in Sicilia durante la campagna elettorale per le Regionali. “La mafia al Sud non esiste più”, ha detto il leader 5 Stelle. Certo, è una frase estrapolata da un contesto più ampio. Certo, Grillo poteva intendere che la mafia al Nord è più pericolosa perché è più difficile da riconoscere e si infiltra in zone grigie dell’economia e della finanza. Però il tema della lotta alla mafia non sembra una delle priorità per il suo movimento. Tutto si riconduce sempre e comunque alla distinzione tra gente comune e Casta, tra poveri e ricchi, tra trasparenza e opacità, tra fregature e privilegi, tra noi e loro. Ora però anche gli umiliati e offesi entreranno in parlamento. Non in pochi. E avranno, o avrebbero, un compito. Dopo aver finito di picconare le pareti già marce dovranno, o meglio dovrebbero, tirarne su di nuove.

fonte: affaritaliani.libero.it










Lettera di un giovane Pd ai grillini


"Ora condividiamo rabbia e passione"


"La responsabilità del dialogo riguarda tutti, che si voglia o no". Niccolò Biondi, un giovane universitario fiorentino, aspirante filosofo col libretto pieno di 30 e lode, sceglie Affaritaliani.it, piazza aperta al confronto, per lanciare un appello politico, quasi un documento generazionale, ai 'compagni' del Movimento 5 Stelle. "Avete dimostrato una rabbia politica ed una passione per il rilancio di questo Paese senza eguali. La polemica e la protesta sono necessarie, ma non bastano, il cambiamento richiede anche il momento della costruzione propositiva. E questo momento è arrivato".

La lettera:
Ho 21 anni, sono uno studente universitario ed un elettore del Partito Democratico.

Vi chiedo di leggere questa lettera, per intero, senza pregiudizi: eventuali giudizi potrete emetterli dopo aver letto l'ultima riga, ed anzi: vi prego di farlo, vi prego di riflettere sulle mie parole e di dire cosa pensate al riguardo.

Su tutti noi, a prescindere dal credo politico e dal movimento/partito votato, incombe un destino comune: l'Italia si gioca, con questa legislatura, le ultime chances di sopravvivenza come paese democratico e civile. Questo destino non investe soltanto coloro cui abbiamo delegato la nostra rappresentanza, ma tutti quanti, cittadini operai e cittadini dirigenti, studenti e professori, gestori di bar e venditori porta a porta. E' un destino comune, che troppo spesso, presi dalle polemiche elettorali, dimentichiamo: e così finiamo per innalzare dei muri tra di noi, muri che ci crollano addosso non appena il terremoto delle conseguenze si abbatte sulla società intera.

Questo destino comune ci chiama, tutti quanti, ad una grande responsabilità: la responsabilità del dialogo. Dobbiamo riabituarci a discutere, a parlare di qualsiasi tema senza preconcetti: dobbiamo tornare a considerare ognuno di noi come fatto della stessa carne e dello stesso sangue, come portatore delle medesime esigenze politiche e degli stessi bisogni immediati: dobbiamo tornare a concepire ciascuno di noi come appartenente alla stessa collettività, collettività che ha impegni comuni ed è esposta alle medesime conseguenze.

Dobbiamo riabituarci a dialogare, senza muovere da punti che consideriamo fissi e di cui abbiamo certezza assoluta: soltanto in questo modo potremo tornare a camminare sul sentiero che conduce ai progetti collettivi, alle soluzioni condivise, e di qui al benessere della collettività.

La responsabilità del dialogo riguarda tutti, che si voglia o no. La responsabilità del dialogo riguarda tutti, che se ne sia consapevoli o no. Di questa responsabilità dobbiamo farci carico, ognuno nella propria (piccola o grande che sia) sfera di esistenza quotidiana: con i propri familiari, con i propri vicini, con i propri colleghi di lavoro (per chi, un lavoro, lo ha), ma soprattutto nei luoghi della rappresentanza politica. Soltanto di qui passa la strada per un nuova Italia. Io, nel mio piccolo, scrivo questa lettera: sperando di smuovere qualcosa nell'intimo di ciascuno di voi.

Queste sono considerazioni che coinvolgono tutti, ovviamente: elettori di centrodestra (di cui, purtroppo, in questi anni dobbiamo constatare la mancanza morale e civile), elettori di centrosinistra, elettori del Movimento 5 Stelle. Ma riguardano soprattutto voi appartenenti al Movimento 5 Stelle (non mi piace chiamarvi, "grillini", come fanno in molti: trovo che sia un termine dispregiativo, mentre al contrario ognuno di voi ha una testa ed una capacità critica autonoma): voi che avete dimostrato una rabbia politica ed una passione per il rilancio di questo Paese senza limiti e senza eguali. Proprio voi che siete animati da questo impeto e che avete reso possibile un cambiamento radicale della società italiana, dovete sentire sulla vostra pelle il peso della responsabilità che ci accomuna.

Questi sono giorni di fuoco. In queste settimane si deciderà il futuro del Paese: e per la prima volta, da venti anni a questa parte, in parlamento c'è una maggioranza di eletti che ha come fine primario il rilancio economico, sociale e morale dell'Italia. E non parlo soltanto degli eletti del PD e di SEL, attenzione: parlo dei parlamentari del PD, di SEL e del M5S insieme.

Molto spesso sono piovute critiche sul vostro modo di condurre la campagna elettorale, senza un dibattito dialettico, e sugli slogan principali: "tutti a casa", "siete tutti uguali". Sono critiche che in parte condivido, e che mi hanno portato a votare per un partito che muove da istanze politiche molto simili alle vostre ma che è basato su una maggiore dialettica democratica. Ma su questo spenderò poche parole: vi basteranno 5 minuti di riflessione per notare non solo le differenze che intercorrono tra persona e persona, ma anche tra i vari schieramenti politici. Questa consapevolezza, delle differenze che esistono (perché esistono!), è un percorso di riflessione individuale: non passa attraverso la persuasione altrui, e perciò su questo non spenderò altre parole, perché il punto che mi preme è un altro.



Il punto che mi preme affermare è questo: dobbiamo tornare a concepire noi stessi non come appartenenti ad una fazione politica, ma come cittadini che condividono le stesse esigenze e gli stessi bisogni. In parlamento, è vero, si fronteggiano parlamentari del PD-SEL e parlamentari del M5S: ma chi, in realtà, si fronteggia, siamo io e voi, voi del Movimento 5 Stelle e noi votanti/militanti di PD e SEL. Siamo noi, noi tutti, che ci guardiamo negli occhi: non poche centinaia di deputati e senatori, ma milioni di cittadini che hanno la stessa difficoltà ad arrivare a fine mese, che soffrono l'aria resa irrespirabile da 20 anni di malgoverno di Berlusconi, che sentono dentro di sé una profonda voglia di rinnovamento, che passa su temi condivisi: lotta alla corruzione, alla illegalità, all'evasione fiscale, e così via.

Quando affermate che "tutti sono uguali", riferendovi ai vostri avversari politici, probabilmente cogliete nel segno un aspetto del malgoverno degli ultimi decenni: ma chi avete davanti a voi, in questo momento, siano essi parlamentari di PD-SEL o cittadini qualunque, condividono con voi la stessa volontà di cambiamento.

Bersani ha "tratto il dado": vi ha consegnato la possibilità di collaborare ad un progetto di cambiamento e di rinnovamento radicale. E, attenzione: non è Bersani che lo ha fatto, ma i milioni di elettori di Italia Bene Comune che la pensano in questo modo. Nessuno di noi vuole "governissimi", ma collaborare con chi ha la voglia di rinnovare. Questo lo dovete avere ben chiaro: i milioni di cittadini che hanno votato PD e SEL vi stanno tendendo una mano, per camminare insieme nel sentiero della rinascita civile e sociale.

Elettori del Movimento 5 Stelle, siete chiamati ad una grande, grandissima responsabilità: se scegliere di proseguire nella strada della contrapposizione polemica, che ha fatto la vostra fortuna e che certo vi porterà a crescere ancora, o decidere di collaborare, in una posizione di forza, perché così ha deciso il voto.

Ognuno di voi rifletta in piena autonomia, ma rifletta: dalla vostra decisione come singoli passa non soltanto la decisione del vostro movimento, ma il destino dell'Italia. Dovete essere fieri di essere investiti di questa responsabilità: voi avete la possibilità di decidere il futuro di questo paese, se indirizzarlo verso un default finanziario e riconsegnarlo ad una destra arraffona e corrotta, oppure decidere di rinnovare radicalmente il sistema insieme a chi vi ha porto la mano, condividendo con voi le stesse esigenze.

Quando parlo di collaborazione, non siete voi che collaborate con noi, o noi con voi: ma noi, tutti quanti, milioni di votanti PD-SEL e M5S, che lavorano insieme (cos'altro è il significato di "collaborazione", se non questo?).

La polemica e la protesta sono la necessaria "pars destruens" di ogni grande cambiamento. Ma non bastano, il cambiamento richiede anche il momento della costruzione propositiva. E questo momento è finalmente arrivato. A voi la scelta.

Grazie dell'attenzione, cordiali saluti

Niccolò Biondi


fontE: affaritaliani.libero.it










Napolitano. Chapeau!


Napolitano merita l’onore delle armi. In questi anni è stato criticato per molte scelte a mio avviso sbagliate, ma ieri in Germania ho visto, al termine del suo mandato, il mio presidente della Repubblica. Un italiano che ha tenuto la schiena dritta. Il candidato cancelliere dell’SPD come successore di Angela Merkel, Peer Steinbrueck, ha commentato i risultati delle nostre elezioni “Sono inorridito dalla vittoria di due clown nelle elezioni italiane”, dando in sostanza degli imbecilli a circa 8.700.000 italiani che hanno votato il M5S e ai 7.300.000 che hanno scelto il Pdl. Una dichiarazione offensiva che denota arroganza e scarsa intelligenza politica, doti necessarie per ambire alla carica di cancelliere. In seguito non si è neppure scusato e dopo una telefonata con il Presidente della Repubblica ha dichiarato “Ho detto quello che ho detto!”. Napolitano ha deciso di non incontrare Steinbrueck “Parole fuori luogo o peggio, non ci sono le condizioni di un incontro. Rispettiamo la Germania, ma l’Italia esige rispetto”. Chapeau.

fontE: beppegrillo.it
 
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254 replies since 25/2/2013, 16:16   1534 views
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