Pallone d'oro

Pirlo, il cucchiaio tira su un Pallone d’Oro

Contro la Germania senza paura perché la sfidiamo con il petto in fuori e un campione in più. Andrea Pirlo ha appena colorato d’azzurro il cielo di Kiev e portato l’Italia tra le prime quattro d’Europa dopo settimane di paure e sofferenze, di casi e casini, certezze e speranze: il cucchiaio nei rigori è stata la magia che tutti hanno visto e rivisto decine di volte dopo aver brindato al successo ma prima ancora grandi numeri: 173 palloni toccati, 95 passaggi, 16 lanci, 3 assist. E tredici chilometri di corsa che non hanno fiaccato la sua resistenza e offuscato la fantasia. Un campione straordinario che il mondo ci invidia e che il Vecchio Continente sponsorizza, in maniera sfacciata, per il prossimo Pallone d’oro. Ma quale Cristiano Ronaldo , quale Messi o Drogba , il calcio chiama e ha voglia di Andreo Pirlo, nome vecchio ma nuovo per questo tipo di riconoscimento. Il primo a volerlo Tutti concordi: Pirlo re d’Europa. In testa Prandellilassù, in cima alla classifica dei più forti, è Cesare Prandelli : «Sì, per me Andrea è da Pallone d’oro. Lo merita. E’ il più bravo di tutti». Affascinato dalla sua classe e dalla sua imprevedibilità. E non solo. Anche da quel briciolo di follia che hanno i fuoriclasse: «Lasciando perdere il cucchiaio che solo lui e pochi altri possono fare, sono rimasto sbalordito dalle dichiarazioni del dopo partita: quando ha detto che ha tirato in quel mondo per poi mettere in difficoltà a livello psicologico gli inglesi. Io non ci sarei mai arrivato e questo conferma che i grandi campioni guardano oltre per il bene della loro squadra. Credetemi: mai vista e sentita una situazione del genere, complimenti ad Andrea, è ancora più grande di quello che può sembrare. Il rigore, poi, è stato un tiro d’oro».

PERCHE’ NO - Adesso tutti lo pronosticano tra i favoriti nella corsa al Pallone d’oro e se l’Italia dovesse vincere gli europei Pirlo diventerebbe il campione da battere. Uno scudetto con la Juve senza mai perdere una partita, una finale di Coppa Italia ed un eventuale titolo continentale lo lancerebbero verso il riconoscimento individuale che negli ultimi anni ha festeggiato un certo Leo Messi: «Ma io penso solo alla mia squadra, le altre considerazioni arriveranno dopo, non ci penso. I complimenti mi fanno piacere ma più ancora i risultati della squadra. Il cucchiaio, a quel punto dei rigori, era l’unico modo per smontare psicologicamente gli inglesi che erano in vantaggio e che mi sembravano molto tranquilli. Ci andava un’idea per fare vacillare le loro certezze».

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