Campioni d’Italia: Andrea Pirlo
E’ l’uomo che, sul campo, ha cambiato la Juve. Che l’ha presa per mano e la riportata al suo posto, davanti a tutti. E’ uno dei migliori colpi del mercato della storia, perché un giocatore come Andrea Pirlo, a parametro zero, vale quanto un sei al Superenalotto. E dire che quando è arrivato in bianconero, più di una voce si diceva perplessa. Non sulle sue qualità, sarebbe da folli, ma sulla sua tenuta, visto che aveva dovuto saltare buona parte delle gare nella sua ultima stagione al Milan, per problemi fisici. Bene, sapete chi è il giocatore con più presenze e con maggior minutaggio tra i bianconeri? Andrea Pirlo: 37 presenze e 3.501 minuti, solo in campionato, cifre che salgono a 41 e 3.917 se si considera anche la Coppa Italia.
Il bello è che tanto in tanto stacanovismo non è mai venuta meno la sua classe purissima e se si leggono le statistiche che indicano la qualità del gioco, Andrea è il leader incontrastato: 3.560 palle giocate, una media di 91,5 a partita, 2.674 passaggi riusciti, 1.140 giocate utili, 83 filtranti utili, 31 tiri nello specchio della porta, 54 dribbling riusciti. E poi gli assist! 12 volte ha mandato in rete i compagni e tre volte ha fatto centro personalmente: 15 gol bianconeri nascono dal genio di Brescia, che, per non farsi mancare nulla è anche il bianconero che ha subito più falli, 61, è il quinto giocatore della rosa ad aver recuperato più palloni, 467, e il quarto ad aver intercettato le giocate avversarie, compito assolto 296 volte.
Insomma, che si tratti di giocate sopraffine o di lavoro sporco, Pirlo c’è sempre. Come possa essere tanto determinante è presto detto. Intanto madre natura lo ha dotato di un piede raffinatissimo e di una velocità di pensiero supersonica. E poi Andrea ci mette del suo: guardate quando la palla è lontana, quante volte si guarda intorno, per studiare il piazzamento dei compagni e degli avversari. Il collo è in eterno movimento. Ecco allora che, quando il pallone arriva, sa già in anticipo la giocata da effettuare. E se per caso un avversario la intuisce, sa improvvisare come pochi. Una dote del genere però non la si costruisce, la si ha innata. Insomma, non si diventa Andrea Pirlo. Si nasce così.
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