[Topic unico] Cesena-Juventus 0-1., CAMPIONATO: news, commenti live e post partita e le pagelle degli utenti.

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zebrone84
view post Posted on 24/4/2012, 12:56 by: zebrone84     +1   -1
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Conte: «Una Juve feroce per cercare di fare la storia»


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Ecco le parole di Antonio Conte nella classica conferenza stampa alla vigilia dell'appuntamento di campionato contro il Cesena.

SUL VANTAGGIO IN CAMPIONATO - «Preferisco giocarmela da +3. Sappiamo avere una partita in meno, praticamente un bonus da giocarci. Ci siamo conquistati tre punti sulla diretta concorrente. Le difficoltà rimangono da qui alla fine. Sono cinque finali, cinque partite della vita per cercare di coronare questo sogno. Cosa ho detto ai miei giocatori? Con loro ho sempre un continuo dialogo. Sono momenti e situazioni importanti, in continua evoluzione. Oggi c'è una celebrazione su tutte le testate nazionali. Giustamente avviene questo perché stiamo facendo grandi cose. È chiaro che queste celebrazioni non devono cambiare di una virgola quello che abbiamo fatto fino ad ora. Se lo facessimo significherebbe che non siamo pronti e che faremmo tanti passi indietro. Questo non deve accadere perché dobbiamo tenere sempre in mente come siamo arrivati fino a qui: lavoro, sacrificio e abnegazione. Pensare con il "noi" e non con "l'io". Abbiamo a portata di mano il sogno e le celebrazioni non devono distrarci. Ma sono convinto che non accadrà perché questi giocatori mi hanno sempre stupito. Dobbiamo drizzare le antenne perché siamo davanti e abbiamo ostacoli che solo in apparenza sono facili».

IL MOMENTO DELLA SVOLTA - «Quando ho capito che ci sarebbe stata la svolta? La crescita della squadra è stata continua e costante. Lo abbiamo percepito tutti e questa crescita è avvenuta con la grande disponibilità dei ragazzi. C'è anche da segnalare che con tutte le grandi non abbiamo mai perso. C'è stato un momento in cui ho alzato l'asticella perché la squadra si è resa conto delle sue possibilità ma non è datato in un momento preciso. Quagliarella? È squalificato, peccato. Ora faremo le necessarie valutazioni e sceglieremo l'attaccante giusto per la sfida contro il Cesena».

LA CRESCITA DELLA DIFESA - «Le parole di Barzagli e la crescita della difesa? La difesa fa parte del concetto di gioco che sin dal primo giorno ho cercato di trasmettere ai calciatori. La mia idea è stata quella di voler fare la partita. Sempre e comunque. L'obiettivoè sempre stato quello di tenere noi la palla. Abbiamo lavorato su queste idee di gioco perché se vuoi fare la partita devi applicare più modi di difendere. E proprio queste situazioni diverse hanno esaltato tutto il reparto difensivo che in ogni caso resta collegato al lavoro eseguto da centrocampo ed attacco: tutti lavorano in funzione di questa idea».

LA JUVE E IL "BRACCINO" - «Abbiamo qualcosa da perdere? Siamo curiosi di vedere il nostro comportamento. Già in passato sono state superate prove straordinarie. Aver giocato a -7, a -5, a -1 e a +1 con l'obbligo di vincere sempre. I ragazzi hanno dimostrato maturità e personalità. Penso che non ci sia niente da perdere. Sono convinto che i miei giocatori daranno il massimo per arrivare senza rimpianti alla fine del campionato. O coroneremo il sogno o centreremo la Champions. Ora ovviamente la priorità è la prima. Ma è fondamentale che le celebrazioni non ci tocchino. Tifosi, giocatori e ambiente non devono essere toccati dalle feste. Prima di parlare è meglio prima vincere. Sono giuste le celebrazioni, ma è anche una prova nei confronti di questa realtà».

SUL SINTETICO E LA FORZA DI UN ALLENATORE - «Per quanto riguarda il sintetico è come il discorso delle partite facili. A posteriori è tutto facile, ma quando te la vai a giocare tutto diventa sempre difficile. Quanto incide un allenatore? Un tecnico deve intraprendere una strada, tracciare un percorso portando gioco, organizzazione e cercando di portare competenze adeguate. Detto questo l'allenatore è nulla se non trova la disponibilità dei calciatori. Puoi anche avere qualsiasi idea e un metodo eccezionale, ma se non c'è disponibilità dei giocatori è nulla. Il motore di questa Juve sono i calciatori poi è chiaro che qualcuno si assuma la responsabilità della guida».

SULLA GRANDE STAGIONE JUVE - «Stagione irripetibile? Difficile dire, non lo so. Non possiamo conoscere il nostro futuro. Pensiamo al presente. Resterà una stagione straordinaria e i numeri vanno al di là delle più rosee previsioni. Inevitabile che si cerca sempre di migliorare e migliorarsi. Cerchiamo di finire bene questo campionato però ora c'è la possibilità di fare qualcosa di super e di incredibile. Riempirebbe di soddisfazione tutti perché significherebbe di essere tornati nel gotha del calcio nazionale ed internazionale».

SULLA PAURA E IL TURNOVER - «La paura non deve esistere. E se io avessi paura di qualcosa manderei messaggi negativi. Curiamo con attenzione l'evolversi delle vicende. Di settimana in settimana si passa da situazioni non belle a celebrazioni. Io devo curare con i miei calciatori questi particolari per dare gli input sempre giusti considerando anche quello che arriva dall'esterno. Noi dobbiamo essere bravi a gestire situazioni positive e nagative. Dobbiamo essere bravi a gestire ciò che arriva dall'esterno. Il turnover? La squadra sta bene quindi ogni scelta che faccio è per vincere la partita. Se cambio qualcosa è per squalifica o per modificare un assetto tattico. Faccio il turnover per vincere. Voglio più garanzie possibili a 360° tenendo conto di tutto e di tutte le variabili».

SUI RECORD DELLA JUVE E LA MENTALITÀ DELL'ALLENATORE - «Juve dei record come quelle di Lippi e Capello? I numeri sono importanti e li leggo anche io. Quindi essere accostati ad allenatori come Bernandini, Lippi e Capello deve riempirci di orgoglio. I numeri li fa la squadra quindi dobbiamo essere felici e soddisfatti per questo. Ti dico la verità: se questi numeri vengono accompagnati da una vittoria allora sono numeri che rimangono nella storia. Altrimenti sono numeri che fanno piacere, ma che non ti danno gioia perché alla fine conta vincere. Ho perso una finale di Coppa del Mondo o un Europeo ma nessuno si ricorda che ci sei arrivato a giocartela. Conta solo vincere. Questa è la legge. Chi vince scrive, chi arriva secondo ha fatto un buon campionato ma non ha fatto la storia. Questo deve essere uno stimolo feroce per arrivare a conquistare il sogno. L'allenatore deve essere sia tattico che psicologo. Deve avere tutto per gestire al meglio tutte le situazioni: tecniche, con i media, con la società. Non puoi primeggiare su qualcosa e in altri aspetti mostrarti carente. Devi essere completo su tutto».

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