Juve da sogno, 2-2 con il Milan: è finale di Coppa Italia
Quel Diavolo di un Alex prima, quel fenomeno di Vucinic poi. Sono loro i carnefici del Milan di Ibra. Con le loro magie si regalano una notte da togliere il fiato e consegnano al popolo bianconero la finale di Coppa Italia. Non poteva essere più bello l'ultimo capitolo dell'infinita sfida di Alex al Milan, avversario di tante battaglie (32 incontri disputati, 10 gol realizzati), non poteva essere più dolce la notte di Vucinic, autore di un gol da leggenda e di una prestazione da fuoriclasse assoluto. Ma la magica notte dello Juventus Stadium non è stata solo di Mirko & Alex. La Juventus come collettivo ha risposto alla grande alle aspettative di un pubblico che ha spinto con un entusiasmo fuori dal comune la squadra alla finale di Roma del prossimo 20 maggio. La partita non era affatto semplice. Il Milan ha la genialità di Ibra (in dubbio fino all'ultimo per un'influenza), ha l'esperienza di Seedorf, la freschezza di El Shaarawy e l'affidabilità di Thiago Silva, oltre all'importante ritorno dell'ex Aquilani dal primo minuto. Dall'altra parte c'è una squadra con una voglia matta di regalarsi l'ennesima grande gioia stagionale. Per raggiungere la finale Conte si affida a Vucinic e l'acclamatissimo Del Piero in attacco con Giaccherini e Pepe a spingere sulle fasce. Le chiavi del centrocampo in mano a Pirlo, protetto dai muscoli di Vidal. Caceres, mattatore a San Siro con una doppietta, escluso dall'undici titolare. La prima frazione è emozionante. Le due squadre si affrontano senza paura e i colpi proibiti non mancano. Il Milan fa inevitabilmente la partita, la Juve riparte veloce provando a pungere in contropiede. Vucinic è incontenibile, tutte le azioni pericolose dei bianconeri passano dai suoi piedi. Dall'altra parte il claudicante Ibra non può essere in serata di grazia ma ha il merito di impensierire Storari al 20' con un tiro cross deviato in angolo dal portiere bianconero. Seedorf ci prova con una sballata conclusione dalla distanza, poi sale in cattedra Del Piero che al 28' sblocca il risultato mandando in estasi lo Juventus Stadium. Grande lancio di Pirlo per Lichtsteiner che crossa al centro per il capitano, bravo a superare Amelia e ad appoggiare in rete a porta vuota per la 287ª volta in carriera. L'1-0 accende gli animi. Allegri si infuria con il quarto uomo per il modo con cui Del Piero si libera di Mexes in occasione del gol. Aquilani entra sul ginocchio di Vucinic, Muntari lo emula su Lichtsteiner: per entrambi solo un cartellino giallo. L'arbitro Orsato fa fatica a contenere il nervosismo. I padroni di casa si galvanizzano e cercano il colpo del ko, approfittando di un momento di confusione della retroguardia rossonera ma il solito Vucinic e Pepe peccano di mira. Il Milan subisce, Ibra piano piano scompare. Allegri continua a polemizzare con la terna arbitrale. El Shaarawy al 43' se ne va sulla destra con uno stop a seguire da applausi ma il suo cross teso trova Bonucci prima di Ibrahimovic. La prima frazione si chiude con un'altra chance per Del Piero che di testa manca di qualche centometro l'appuntamento con la doppietta.
RIPRESA, CAMBIA TUTTO - Nella ripresa il copione cambia. Allegri preserva Ibrahimovic togliendolo dalla battaglia: al suo posto Maxi Lopez. Passano sei minuti e il Milan pareggia il conto con Mesbah che sfrutta al meglio un'incredibile leggerezza di Pepe che si lascia scappare l'avversario, lesto ad insaccare di testa su un lancio di Mexes. L'1-1 impaurisce una stanca Juventus che concede troppo campo ai rigenerati avversari. Conte corre ai ripari inserendo forze fresche: fuori Pepe, dentro Marchisio con Giaccherini spostato sulla destra. Muntari mette due volte i brividi a Buffon con due inserimenti centrali di rara pericolosità. Del Piero prova a regalare magie ma non riesce mai a crearsi uno spazio per il tiro. Vucinic continua a spingere e al 68' inventa una giocata da applausi in area rossonera con dribbling secco su Mexes e palla calciata a lato di un palmo. Allegri toglie dal campo Aquilani per l'altro ex al veleno Nocerino. Conte risponde con Borriello al posto di Del Piero che esce al 73' prendendosi la standing ovation dei suoi tifosi. L'entusiasmo del popolo della Juve si ghiaccia all'81' quando Maxi Lopez si inventa un gol di rara bellezza: dribbling secco su Bonucci dal limite e botta sotto il 'sette' imparabile per Storari. Tutto da rifare per i padroni di casa che prima dei supplementari hanno tre chance per il pari, prima con Borriello e poi due volte con Vucinic. Niente da fare, il risultato non cambia più. La Juve conosce la prima sconfitta stagionale nei novanta minuti: per decidere la finalista servirà l'extra time.
VUCINIC, UN EUROGOL - L'inizio dei supplementari è tutto di marca bianconera. Vucinic prende in mano la situazione e si scatena entrando come il burro nella stanca difesa avversaria. Prima impegna Amelia con un diagonale insidioso che diventa un assist per Marchisio che calcia alle stelle, poi si inventa al 96' un gol da antologia con un tiro da fermo dai 35 metri dalla traiettoria imparabile. Lo Juventus Stadium può esplodere di nuovo in una girandola di emozioni che sembra non finire mai. I minuti scorrono lentissimi e la tensione resta alta. Le due squadre sono alle corde e in riserva d'ossigeno. Il Milan cerca il gol qualificazione affidandosi a mischie confuse che trovano in Chiellini una barriera invalicabile. Al triplice fischio è festa grande: la Juve centra la sua 14ª finale di coppa Italia.
TUTTOSPORT.COMConte senza voce, servono le urla di Alessio
Emozioni e l’incredibile frastuono dello Juventus Stadium costringono agli straordinari le corde vocali di Antonio Conte: la voce per richiamare i suoi durano 60’, poi per il finale di gara e tempi supplementari tocca ad Alessio, previo accordo col quarto uomo Damato, urlare in nome e per conto del tecnico titolare.
TUTTOSPORT.COMOrsato fischia: esplode lo Juventus Stadium
Tutti a Roma per la finale che per la Juve vale una stella d’argento, dopo nove trionfi con coccarda, tutti a Roma il 20 maggio. Con il Napoli o il Siena: lo si saprà dopo la seconda semifinale. E ci si va accompagnati dall’incredibile boato dello Juventus Stadium al fischio finale di Orsato dopo 120’ di grandissimo calcio e intensità, con correttezza e giocate doc come i gol di Maxi Lopez e Vucinic che sugella una prestazione eccezionale con un tiro dai 25 metri da cineteca. Bello l’abbraccio tra Seedorf e Del Piero che si scambiano la maglia ed esulta sotto la Scirea con la maglia rossonera: se è l’ultima Juve-Milan per Alex è bellissima.
TUTTOSPORT.COMTutti a Roma!
Una battaglia lunga 120 minuti. E al fischio finale, un’esplosione di gioia. La Juventus è in finale di Coppa Italia. Dopo essere passata in vantaggio, aver subito la rimonta, essere stata costretta ai supplementari e aver tirato fuori tutto l’orgoglio del mondo.
Finisce 2-2, nel segno di Del Piero e di Vucinic, e tanto basta per staccare il biglietto per l’Olimpico. In attesa di andarci, il 20 maggio, ci si gode uno Juventus Stadium spettacolare,
che accoglie le squadre con una coreografia degna dei grandi appuntamenti. Poi si trasforma in una bolgia, per trascinare i bianconeri e respingere con un’onda sonora i tentativi degli avversari, piuttosto timidi per la verità, nonostante nei primi minuti la Juve lasci loro l’iniziativa.
Basti dire che il primo intervento di Storari arriva al 21’, ma non è semplice: Ibrahimovic salta Pirlo al limite e appena entrato in area prova a piazzare un colpo da biliardo sul secondo palo. Il riflesso del portiere bianconero è decisivo per deviare in angolo.
La Juve si affida soprattutto a Vucinic, ispirato nel saltare l’uomo, ma come aveva profetizzato Conte, questa è la partita di Del Piero. Al 28’ Pirlo è come al solito millimetrico nel pescare l’inserimento di Lichsteiner che entra in area dalla destra e appoggia verso il primo palo, dove è appostato il capitano. Non c’è spazio per calciare al volo però, perché Amelia esce e chiude lo specchio della porta. E allora Alex inventa la magia: tocco morbido a scavalcare il portiere e palla depositata in rete.
Una gioia per gli occhi e una mazzata dalla quale il Milan fatica a riprendersi. La Juve entra in pieno controllo della partita e nel giro di pochi minuti va per due volte al tiro con Vucinic. Non sono conclusioni non particolarmente pericolose, ma rendono bene l’idea di come il primo tempo abbia cambiato padrone.
Senza Ibrahimovic e con Maxi Lopez, il Milan della ripresa perde il perno sui cui ruotavano tutte le azioni offensive, ma è meno prevedibile. E così, quando Mesbah si inserisce in area al 6’, tuffandosi sul lungo lancio di Mexes, nessuno lo prende in consegna e firmare il pareggio è fin troppo agevole.
La gestione della gara ora è più complicata, perché il Milan vede riaprisi il discorso qualificazione e attacca con più veemenza. Conte interviene mandando in campo Marchisio al posto di Pepe e spostando Giaccherini a destra. La mossa ha subito effetto e Del Piero e Vucinic tornano a spaventare Amelia con due incursioni dalla sinistra. Alla mezz’ora il capitano si prende l’ennesima standing ovation della carriera, lasciando il posto a Borriello.
Dall’altra parte Inzaghi rileva El Shaarawy, ma mentre si teme il gol dell’ex è Maxi Lopez a colpire, con un destro secco dal limite. La Juve avrebbe la possibilità di riportare la partita sul pareggio, ma Borriello, lanciato da Giaccherini, si allarga troppo al momento di entrare in area e Amelia riesce a chiudere sul primo palo. Vucinic ci prova fino all’ultimo secondo, ma il primo destro viene deviato in angolo e il secondo termina fuori.
Il terzo, scagliato dopo appena 30 secondi del primo tempo supplementare viene respinto corto da Amelia, Marchisio arriva per primo sul pallone, ma manda alle stelle. E’ un’altra Juve adesso. Vucinic pesca prima Giaccherini solo davanti al portiere, ma il tentativo di dribbling non riesce. Il montenegrino mette anche Caceres, entrato al posto di Lichsteiner, in condizioni di battere, ma la difesa rossonera fa muro.
Allora decide di fare tutto da solo. Controlla sulla tre quarti, prende la mira e da venticinque metri spara una sassata sotto l’incrocio che fa esplodere lo stadio.
Sul 2-2 al Milan basta comunque un gol per passare e ti aspetti una reazione rabbiosa. Invece è la Juve che continua a fare la gara e i rossoneri si rianimano solo negli ultimi dieci minuti del secondo supplementare. Minuti vissuti in apnea, cercando di addormentare la partita, di tenere palla e di ricacciare i tentativi rossoneri. E’ una sofferenza, ma così, quando arriva il triplice fischio di Orsato, gridare di gioia è ancora più bello. Si va in finale, signori, si va a Roma!
JUVENTUS-MILAN 2-2
RETI: Del Piero 28’ pt, Mesbah 6’ st, Maxi Lopez 36’ st, Vucinic 6’ pts
JUVENTUS
Storari; Lichtsteiner (46’ st Caceres), Bonucci, Chiellini, De Ceglie; Giaccherini, Pirlo, Vidal; Pepe (18’ st Marchisio), Del Piero (29’ st Borriello), Vucinic
A disposizione: Manninger, Padoin, Estigarribia, Quagliarella
Allenatore: Conte
MILAN
Amelia; Antonini, Mexes, Thiago Silva, Mesbah; Aquilani (23’ st Nocerino), Muntari, Seedorf; Emanuelson, Ibrahimovic (1’ st Maxi Lopez), El Shaarawy (33’ st Inzaghi)
A disposizione: Abbiati, Bonera, Yepes, Gattuso
Allenatore: Allegri
ARBITRO: Orsato
ASSISTENTI: Di Liberatore, Ghiandai
QUARTO UFFICIALE: Damato
AMMONITI: 16’ pt Muntari, 35’ pt Aquilani, 38’ pt Vucinic, 11’ st Seedorf, 35’ st Borriello, 11’ pts Thiago Silva, 7’ sts Vidal
JUVENTUS.COMA caccia della decima Coppa
E con questa sono 14. Tante sono le finali di Coppa Italia raggiunte dalla Juventus. Un appuntamento che ai bianconeri mancava dal 2004 e che, tra due mesi esatti, darà loro la chance di andare a caccia del decimo successo. Un traguardo che sarebbe storico, visto che nessuna formazione ha mai centrato tanti successi nella coppa nazionale. La Juventus è a quota nove, a pari merito con la Roma, grazie alle vittorie nelle edizioni 1937/38, 1941/42, 1958/59, 1959/60, 1964/65, 1978/79, 1982/83, 1989/90 e 1994/95.
Appuntamento dunque il 20 maggio 2012, all’ Olimpico di Roma, uno stadio che, in tema di finali, qualche ricordo piacevole ce l’ha regalato...
JUVENTUS.COMPirlo: «Passati contro una grande squadra»
Per raggiungere la finale di Coppa Italia, la Juventus non poteva sperare in una serata migliore. In uno Juventus Stadium gremito e festante, i bianconeri hanno eliminato i rivali di stagione del Milan. Un 2-2 spettacolare ed emozionante per tutti i 120 minuti.
Tra i più felici a fine gara non può che esserci il grande ex Andrea Pirlo. Queste le parole del fuoriclasse bresciano. «È stata una bella partita e siamo contenti di aver raggiunto la finale contro una grande squadra, abbiamo raggiunto il primo obiettivo della stagione. Ci tenevamo a passare il turno e siamo contenti che anche la gente si sia divertita. Ora non pensiamo alla fatica e alla partita di domenica con l’Inter, dobbiamo solo festeggiare. Scudetto ancora aperto? Il nostro compito è di cercare di vincere partita dopo partita e restare incollati al Milan».
JUVENTUS.COMAlessio, la voce di Conte
Centoventi minuti di emozioni sono stati troppi anche per la voce di Antonio Conte. Al termine del 2-2 con il Milan, che ha spalancato alla Juventus la finale di Coppa Italia, il tecnico bianconero è afono e lascia al suo fido secondo Angelo Alessio l’onore del palcoscenico.
Il vice allenatore commenta così, in conferenza stampa, la situazione del mister e la partita dello Juventus Stadium: «Antonio vive sempre la partita in modo passionale e ha passato parte della gara senza voce. Abbiamo fatto una grande prestazione, merito di questi ragazzi di che ci tenevano ad andare in finale e da otto mesi stanno facendo cose straordinarie. Stasera abbiamo trovato di fronte una grandissima squadra, non potevamo pressare a tutto campo. Siamo stati bravi a reagire dopo lo svantaggio e nei supplementari abbiamo reagito al meglio creando tre occasioni e trovando il gol di Vucinic».
JUVENTUS.COMDel Piero: «Fino all’ultima goccia di sudore»
Antonio Conte l’aveva detto: «Sarà la partita di Alessandro Del Piero». E il capitano non lo ha smentito, con una prova di grande sostanza e un gol da fuoriclasse qual’è. «Sono felicissimo per questa serata - commenta Alex - Ci tenevamo moltissimo a passare il turno e credo proprio si sia visto».
In effetti la Juventus non ha mai mollato, neanche quando il Milan è riuscito a ribaltare il risultato e tante altre squadre avrebbero perso la bussola. Era troppo forte la “fame” dei bianconeri per mollare: «Abbiamo dato tutto, fino all’ultima goccia di sudore, in entrambe le partite. Il Milan ha fatto altrettanto e credo sia stato giusto finire ai supplementari. Loro sono una grande squadra, già rodata, ma noi avevamo troppa voglia di arrivare in finale».
I 120 minuti sono stati dispendiosi dal punto di vista fisico e mentale certo, ma il passaggio del turno regala energie supplementari: «Ora godiamoci il passaggio del turno e portiamoci dietro questa carica, questo entusiasmo sino alla partita di domenica contro l’Inter. Dobbiamo continuare così anche in campionato. Il Milan ha quattro punti di vantaggio ed è forte, ma noi vogliamo andare sino in fondo e tentare il tutto per tutto».
JUVENTUS.COMVucinic: Grinta, determinazione, spirito di sacrificio
Tre gol nelle ultime quattro partite, con tanto di pali colpiti a profusione. Assist, giocate decisive, una presenza costante nel gioco, la volontà di sacrificarsi per la squadra, una spina nel fianco delle difese avversarie. Signore e signori ecco a voi Mirko Vucinic, categoria top player. Il montenegrino è stato il protagonista assoluto dei supplementari che hanno deciso la sfida contro il Milan. Prima provando a far segnare i compagni, poi tirando fuori dal cappello a cilindro un gol da cineteca. Un destro teso, potente, preciso sotto l’incrocio, scagliato da distanza siderale: «Ogni tanto ho questi colpi - sorride Mirko al termine della battaglia- meno male questa sera mi è riuscito».
E dire che fino a qualche settimana fa c’era chi metteva in dubbio le sue qualità: «Anche prima giocavo bene - sottolinea Vucinic - però i gol non arrivavano. Ora sto segnando con continuità, ma non è questo l’importante. Ciò che conta è che la squadra ottenga risultati. Questa sera era importante passare il turno. Lo volevamo noi e lo volevano i tifosi».
La gara sembrava essersi messa in discesa, poi però il Milan ha tirato su la testa «e ci ha creato qualche difficoltà con il suo possesso palla - spiega il montenegrino - Siamo riusciti a vincere con grinta, determinazione, corsa e spirito di sacrificio. Basti pensare a quanto abbiamo coperto anche con gli attaccanti laterali e i centrocampisti. Eppure nei supplementari avevamo ancora energie».
Ora per affrontare l’Inter, nel big match di domenica sera, sarà fondamentale recuperare energie: «Anche se quella di questa sera è stata una gara dispendiosa cambia poco. Dopo tutto, quando affronti l’Inter sai di giocare contro una grande squadra e di dover dare tutto».
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