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| Immobile, la Juve, il Toro e la passione dei tifosi traditaChe Ciro Immobile da Torre Annunziata, il capocannoniere del campionato e probabile prossimo attaccante della Nazionale ai Mondiali, possa barcollare di fronte all’offerta plurimilionaria dei tedeschi del Borussia Dortmund, ci sta. Che la Juventus, comproprietaria del suo cartellino insieme con il Toro, curi i propri interessi e pensi unicamente a monetizzare una plusvalenza clamorosa (seppur per meriti altrui, tutti granata) che soltanto qualche mese fa non poteva nemmeno immaginare, ci sta pure. Così come ci sta che Urbano Cairo sia in qualche modo obbligato a venire a patti con le intenzioni della società bianconera, dell'agente del giocatore (Alessandro Moggi, figlio di Luciano) e con le eventuali ambizioni dello stesso Immobile (come già aveva fatto per Ogbonna, come potrebbe ritrovarsi a fare con Cerci), oltre che con i conti del club che presiede. Quello che non ci sta è fregarsene così spudoratamente della passione dei tifosi (in questo caso di quelli granata, ma varrebbe in qualsiasi altro caso); del fatto che fra due giorni il Toro si ritrovi a giocare la partita forse più importante del suo ultimo, travagliatissimo ventennio, in uno stadio finalmente pieno e voglioso di celebrare il ritorno a una dimensione calcistica degna di una tradizione gloriosa; del rispetto degli equilibri e dei valori anche morali di una competizione sportiva (il contesto emotivo e ambientale di Cirociclone a questo punto rischia davvero di ribaltarsi, al punto che c’è chi già non esclude - alla luce della furente reazione di Urbano Cairo, che potete leggere oggi sul giornale - una sua deflagrante esclusione contro il Parma). Vero poi che Immobile non ha mai dichiarato fedeltà eterna al Toro, ma le sue freschissime, accorate dichiarazioni d’amore per la squadra che lo ha lanciato sul serio (“Io in un grande club? Ci sono già, e se andiamo in Europa…”) certo mal si sposano all’intesa con i tedeschi che nel suo entourage si dà già per raggiunta. Ammazza, che fretta! L’appuntamento torinese con il Borussia si poteva combinare anche lunedì prossimo, per esempio, e in presenza del Toro, per correttezza procedurale, a salvaguardia almeno dell'apparenza. Averlo combinato ieri, in una situazione globale di altissima tensione calcistica, tra le ansie arbitrali dei tifosi granata (giustificatissime dai fatti pregressi) e le spavalde dichiarazioni di fiducia esternate da Galliani sulla rimonta del Milan per l’Europa League (ai danni sempre del Toro, che pure gli sta davanti in classifica), anche rifuggendo dalle dietrologie, è stato quantomeno inopportuno. A volte i tifosi si fanno effettivamente delle paranoie, ma in questo caso vai a dar loro torto. E se mai Cairo si fosse davvero messo in testa di essere stato preso in giro, o anche soltanto snobbato, potremmo vederne delle belle. O delle brutte. TUTTOSPORT.COM
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