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| Calciopoli, oggi la Cassazione. In tre contro la prescrizioneUltimo atto della giustizia ordinaria: il processo rischia molte prescrizioni, ma De Santis, Bertini e Dattilo hanno rinunciato e una loro assoluzione cambierebbe tuttoTORINO - Tre uomini contro la prescrizione: De Santis, Bertini e Dattilo oggi affronteranno la Cassazione senza nessuna rete di protezione. I tre ex arbitri hanno rinunciato alla prescrizione, perché vogliono essere riconosciuti innocenti. Sono gli ultimi fischietti ancora coinvolti nel processo che, nel corso dei due precedenti gradi di giudizio, ha visto assolvere via via tutti i direttori di gara. E’ stato il più evidente e clamoroso sgretolamento dell’impianto accusatorio, perché la famigerata “cupola moggiana” perde non poco potere se, alla fine, poteva contare solo su tre arbitri, ammesso che oggi il numero non si restringa ulteriormente. Come si truccano i campionati se gli arbitri non fanno parte dell’associazione a delinquere? A cosa serve manipolare le designazioni se poi sul campo tutto è regolare (come scritto la giudice Casoria nella sua sentenza)? E’, quindi, significativo che gli unici a rinunciare alla prescrizione, siano tre arbitri. Se vincessero la loro battaglia sarebbe complicato tenere in piedi la teoria dell’associazione e di conseguenza quasi tutto il resto. INCONGRUENZE - Chi, invece, non ha rinunciato alla prescrizione (Moggi e Giraudo, per esempio) sperano che la Cassazione si accorga delle più clamorose incongruenze che hanno caratterizzato il processo. E la competenza è il primo punto che i legali di Moggi porranno oggi, il processo per loro doveva svolgersi altrove: a Roma, visto che le indagini erano state condotte dai Carabinieri di Roma, o a Torino, visto che i presunti reati originavano da lì. La scelta di Napoli è legata ai pm che hanno portato avanti l’inchiesta (Beatrice e Narducci), ma resta ingiustificata dal punto di vista tecnico. E come le partite di calcio si possono giocare in uno stadio più o meno ostile, anche i Tribunali - si sa - possono presentare sostanziali differenze per l’imputato. E’ ovvio che se venisse accolta la questione della competenza territoriale, la Cassazione annullerebbe la sentenza. E poi la strana scelta delle intercettazioni che gli inquirenti, selezionando solo ed esclusivamente quelle che potevano sostenere l’accusa, senza tenere assoluto conto di quelle che potevano invece dimostrare un’altra verità. O la strana vicenda del video che doveva dimostrare come si truccavano i sorteggi e che invece non dimostrava un bel niente: video sparito dalle prove e sostituito da una serie di fotogrammi contraffatti. E ancora il modo ancora non del tutto chiarito di come gli inquirenti si siano procurati l’elenco delle famigerate schede svizzere di Moggi, andando a recuperare una prova oltre confine senza una regolare rogatoria. Guido VaciagoFonte: tuttosport.com
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