| Suarez: «Juve guardami!»
L’attaccante dell’Ajax: «Sono eccitato dall’idea di sfidare Del Piero: lui è un mito»
Segna come Van Basten, piace ai bianconeri, è amico di Caceres: «Prima della partita voleranno battute piccanti fra di noi»
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GIANNI LOVATO
AMSTERDAM. Ama partire da lontano Luis Suarez, proprio come Ibra. Allo svedese lo accomuna anche una certa imprevedibilità che a volte sfocia nell’anarchia e, nei momenti più alti, sfiora l’arte. Gli estimatori (molti) dell’uruguaiano dicono che sottoporta il giovane Luis mostri però l’opportunismo dei grandi bomber e all’Ajax sul tema sono decisamente competenti. Marco Van Basten, l’algido Dennis Bergkamp, il già citato Ibrahimovic, aggiungiamo pure Klaas Jan Huntelaar. La lista è lunga. Punto di partenza, o semplice tappa, il destino di tutti è legato a filo doppio con l’Ajax. Dove arriverà, dunque, l’ultimo capitano dei Lancieri, capocannoniere del campionato olandese con 23 gol in altrettanti match? «Al momento voglio arrivare al meglio alla sfida di domani sera» spiega serafico, concedendosi un minimalismo che non è costituisce davvero la sua cifra in campo.
Bel match per tutti, per lei
sarà anche un gran bel palcoscenico.
«E’ vero, so che l’Ajax e la Juventus hanno una storia in comune, fatta di grande rivalità. Non saranno certo le motivazioni a mancarmi. Spero di mantenermi in media...».
Fermare Suarez è il punto di partenza della Juve.
«Fermare tutto l’Ajax non sarà semplice. Ci manca forse l’esperienza, la Juve invece ne ha da vendere. Ma possiamo supplire con l’entusiasmo, il coraggio. Di sicuro sarà una partita molto intensa tra due squadre che rappresentano scuole tanto diverse. Noi attaccheremo, la Juve aspetterà per ripartire improvvisamente».
All’Amsterdam Arena ci sarà il tutto esaurito.
«Una sfida così merita il massimo in tutti i sensi. Per noi sarò un vantaggio, ma spero che anche a Torino nel match di ritorno lo stadio sia pieno».
Ogni bomber è cresciuto nel mito di un predecessore. Chi è stato il suo punto di riferimento?
«In realtà non mi sono ispirato a un giocatore in particolare. Ovviamente guardavo con ammirazione fuoriclasse come Ronaldo, poi Ronaldinho e naturalmente anche le stelle locali in Uruguay. Ho cercato di rubare qualcosa a tutti e magari un po’ di più a Batistuta per la sua capacità realizzative».
Parlava di Ajax giovane e Juve esperta. Vale anche per i rispettivi capitani...
«Del Piero non è soltanto un giocatore fantastico, è il simbolo della Juve e del calcio italiano. Quante partite ha deciso. Quanta qualità. Rappresenta, con la sua longevità, un esempio e sono contento di poter giocare contro un mito come lui. Lo rispetto tanto».
Alla Juve mancherà Iaquinta, mentre potrebbe recuperare in extremis Trezeguet.
«La Juve ha nella sua rosa grandi giocatori, non penso che quell’assenza peserà troppo. Soprattutto dovesse giocare Trezeguet, che ha dimostrato di essere uno dei più grandi attaccanti della storia recente».
Ha chiamato Caceres?
«Non ci siamo ancora parlati, però sono certo che prima del match qualche parola la scambieremo. E voleranno battute gustose, ovviamente».
Come vede il suo futuro?
«Il mio presente è nell’Ajax e, dal momento che ho appena prolungato il mio contratto, lo sarà anche il mio prossimo futuro. Quella firma ha rappresentato molto per me, così come l’avere ottenuto la fascia di capitano nonostante sia un giocatore straniero. Sono abbastanza giovane e ho ancora molto da imparare. Penso che una società seria ed ambiziosa come l’Ajax rappresenti l’ideale per fare crescere uno di talento. Più avanti, vedremo...».
L’Italia potrebbe fare parte dei suoi programmi?
«Ripeto, per ora sto bene nell’Ajax e non penso troppo al futuro. Ma non si sa mai. A essere sincero oggi il campionato più affascinante è la Premier League, ma anche la serie A è molto interessante. Una bella sfida, certo, ma ora mi concentro sull’Ajax. Alla Juve penso, ma da avversario».
Tuttosport
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