"Juve, mi spiace ma ti batto"Il genoano Gasperini si confessa con Mosca
di Maurizio Mosca
Gasperini, che bambino era nella sua Grugliasco?
"Mio padre impiegato, mia madre in negozio, una pescheria. Lì vicino c'era un enorme cortile, pallone e bicicletta fino a sera. Subito sani principi, dando alle cose il loro giusto valore. Grazie ai miei".
Pochi anni prima eravamo in guerra. Cosa le hanno raccontato?
"Ricordi terribili che mi hanno segnato. La fucilazione di 70 ragazzi di Grugliasco. Evento raccapricciante, indelebile".
Gasperini è nato il 26 gennaio, come Mourinho e Delio Rossi. Tre acquari. Quindi sensibili fino alla permalosità, fortemente suscettibili se non dai loro ragione, ambiziosi. E' proprio così?
"Beh, è un lato del carattere, comune a molti tecnici. Dobbiamo fare delle scelte, quindi siamo soggetti a critiche e a essere tacciati di presunzione".
Pallone, pallone all'oratorio. Sì, ma come è nata la sua passione per la Juve?
"Mio padre andava spesso al Comunale a vederla. Me ne parlava tanto. Così la Juve mi è rimasta sulla pelle". Poi rivela: "Volevo fare un provino alla Juve. Mio padre mi accontentò solo quando portai a casa una bella pagella. Agli organizzatori dissi la bugia che avevo più di 9 anni perché alla Juve prendevano solo chi aveva compiuto il decimo. Un caos, eravamo in 200. Chissà perché hanno scelto proprio me. Loro correvano tutti dietro alla palla, io cercavo già allora un'idea di gioco, da regista".
Forse lì nacque il Gasperini futuro mago del Genoa. Intanto giocò in tutte le formazioni giovanili fino alla Primavera, con Rossi e Brio.
"Pablito? Un fulmine. Mai visto un attaccante più veloce. In tre derby giovanili con il Toro ci ha lasciato i menischi".
Aggregato alla prima squadra nel '76-77.
"Boniperti mi scrisse che voleva i capelli corti e ordinati. Lo stile Juve. Trap allenatore: mi insegnò a vivere in campo. Era la Juve dei record dei 51 punti. La squadra migliore di tutti i tempi".
Quale allenatore non dimenticherà mai?
"Galeone, che ho avuto tre anni al Pescara. Allora era unico. Ci dava allegria e goliardia, un po' come oggi Leonardo. Ci faceva allenare anche sulla spiaggia, tipo Copacabana. E quante bottiglie di champagne stappate nello spogliatoio! Mi tolse dalla corsia mettendomi al centro, vero regista".
Lì è maturato il mago del Genoa-spettacolo. Si è ritirato a 35 anni. Nel '94 Gasperini alla Juve allenatore dei piccoli. La società investiva molto sui giovanissimi. Come si impara a fare l'allenatore?
"Sul campo, assorbendo un po' da tutti. Aggiornarsi continuamente. Io imparai dal Trap e da Lippi, che non è solo un grande motivatore. E da Ancelotti, unico. Ma quello che mi ha lasciato di più il segno è Hiddink. Come tecnico delle giovanili, alla Juve giravo il mondo avendo l?incarico di osservatore. Quando tornavo, Moggi mi chiedeva soltanto: 'Ma è da Juve?': Io dovevo rispondere solo sì o no".
E lei come interpreta la guida di una squadra?
"Anzitutto è fondamentale avere unione di intenti con la società. Curo reparto per reparto, poi i singoli. Nulla di improvvisato. Spazio alla fantasia, clima sereno ma di grande applicazione. Cerco di ottenere da tutti il massimo e un ritmo altissimo. Devi dare professionalità se la pretendi dai giocatori".
Poi tutto di un fiato: "Sorrido a sentir parlare di moduli. Io faccio un 3-4-3 elastico, ma la squadra gioca a memoria. Certo, ho dubbi e certezze, ma queste le difendo a oltranza. E chi sbaglia paga. Voglio gente che arrivi al campo felice".
I suoi capolavori di questa stagione?
"Criscito portato a quarto esterno sinistro di centrocampo. Ha più libertà di offendere e di difendere. Sarà l'alternativa di Grosso al Mondiale. Poi Palladino, classe e concretezza. L'ho avuto nella Primavera della Juve. Esterno di attacco, ha estro e sa coprire. Anche lui è nel giro di Lippi. Noi spendiamo molte energie, dobbiamo alternarci. Ora ho Palladino e Sculli a sinistra e Palacio e Mesto a destra".
Fanno il paragone tra lei e Scoglio: dicono che il tecnico di Lipari avesse la sua stessa intransigenza.
"L'ho conosciuto poco, comunque a Genova si dice che io e lui, pur molto diversi, siamo i due migliori allenatori del Genoa degli ultimi 40 anni. Ne vado fiero".
Quanti record la sua squadra...
"Vero. Per esempio, sono diventato il primo allenatore della storia del Genoa a a battere tre volte la Samp nel derby. Che soddisfazione!"
L'hanno battezzata "Gasperson" per la sua capacità di tenere un ruolo attivo nel mercato come il tecnico inglese Ferguson. Chi è stato?
"I tifosi e soprattutto Preziosi quando facemmo il contratto nell'estate 2006. Arrivai e portai subito il Genoa in serie A".
Pronto per una big?
"Il Genoa è già una grande squadra, la mia grande squadra. Cara Juve ti stimo e ti ho nel sangue, ma domenica ti batto".
Come?
"Sbagliando pochissimo, giocando con qualità e coraggio, grande movimento, sperando che la Juve sia ancora in un momento difficile. Dura, eh? Ma possibile".
Ma il Genoa in trasferta soffre sempre...
"Vero, deve imparare ad avere la stessa carica e mentalità che ha in casa. Però quest'anno, nell'andata, ci ha tolto qualcosa l'Europa League".
12 febbraio 2010
Sportmediaset
Caro Mister Gasperini, si vedrà sul campo chi vincerà..