Lo ha deciso il giudice di pace. Il 6 ottobre scorso, dopo Inter-Napoli, l'uomo aveva denunciato scritte del tipo 'Napoli fogna d'Italia', 'Ciao Colerosi' e 'Partenopei tubercolosi' esposte a San Siro. Condannata per responsabilità oggettiva, la società milanese gli verserà 1500 euro
NAPOLI - "Vesuvio, pensaci tu". I tifosi del Napoli sono tristemente abituati ad essere accolti da striscioni di questo tenore negli stadi italiani. Ma uno di loro, G.D.B., ha detto basta e oggi si è visto riconoscere un risarcimento destinato a costituire un precedente storico. Da oggi, chi allo stadio si ritiene offeso da slogan che lo colpiscono in senso etnico-geografico-razziale, può far valere le sue ragioni davanti a un giudice e non piegare più la testa di fronte all'ignoranza e alla stupidità.
L'uomo si è rivolto al giudice di pace, raccontandogli di essere uscito da San Siro, il 6 ottobre scorso dopo Inter-Napoli, "indignato e profondamente colpito da striscioni denigratori nei confronti dei napoletani, esposti nel secondo anello della curva nord, occupata dagli ultrà interisti". Le scritte, si legge nell'esposto al giudice di pace, "recitavano espressioni come 'Napoli fogna d'Italia'; 'Ciao Colerosi'; 'Partenopei tubercolosi'; 'Infami', cui si aggiungevano canti e cori razzisti e offensivi".
Ebbene, a distanza di quasi un anno dalla denuncia di G.D.B., il dottor Antonio Marzano, giudice di pace della prima sezione di Napoli, ha riconosciuto il "danno esistenziale" causato all'uomo da quegli striscioni e ha condannato l'Inter, per responsabilità oggettiva, a risarcire G.D.B. con 1500 euro. I legali dell'Inter avevano chiesto l'invalidamento dell'azione legale per errata competenza territoriale.
( 05/08/2008 )fonte-kataweb sport