E Tavecchio abolisce la discriminazione territoriale., Il consiglio federale ha eliminato la parte dalla norma che sanziona i cori o gli striscioni che avevano riferimenti di "origine territoriale", come il famigerato "lavali con il fuoco&q

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zebrone84
TOPIC_ICON11  view post Posted on 18/8/2014, 21:28 by: zebrone84     +1   -1
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Tavecchio dà il via libera al... Vesuvio. Il più famigerato dei cori di "discriminazione territoriale", come vengono definiti dal codice, da adesso in teoria non è più sanzionabile, perché il Consiglio Federale è intervenuto d'urgenza sulle norme e ha cancellato la "discriminazione territoriale" con effetto immediato. Insomma, non costituisce più comportamento sanzionabile. in più "l'offesa, la denigrazione o l'insulto per motivi di origine territoriale" viene cancellata dall'articolo 12 (prevenzione di fatti violenti) come causa di responsabilità oggettiva delle società.

HANNO VINTO I CLUB - E' il trionfo dei club che da tempo si battevano (Adriano Galliani in testa) per l'abolizione di quella norma, ritenendola un meccanismo di potenziale ricatto da parte delle curve nei confronti delle società. Ma è anche uno dei primi atti ufficiali di un presidente federale che è stato protagonista delle recenti cronache per lo scivolone sui "mangiatori di banane". Una frase, quella sfuggita a Tavecchio, che per la cronaca rimarrebbe sanzionabile perché riconducibile al razzismo. Cori sul Vesuvio, Etna ma anche per tutti i riferimenti cittadini invece sono stati, per così dire, "liberalizzati". Per il momento solo questi, per esempio, "Heysel o Superga" che vengono considerati nella categoria "offensivi della memoria", restano sanzionabili. Le società risponderanno per insulti di secondo genere, «ma - ha spiegato Tavecchio - con gradualità", e senza chiusura immediata delle curve. Il presidente Tavecchio ha spiegato che la modifica intende «evitare provvedimenti drastici e vuole favorire interventi più ponderati».

Insomma, sarà ancora più intricata la comprensione delle decisioni del giudice che dovrà arrampicarsi, suo malgrado, su uno scivoloso regolamento, cercando di distinguere insulto da insulto, un esercizio giuridico surreale. E resta, di fondo, l'assurdità di norme che - depotenziate o meno - finiscono quasi sempre di colpire nel mucchio e falliscono nell'educazione del tifo, territorio troppo spesso senza regole, cultura e sensibilità.

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