Moggi su Libero: "Abete con lei si sono raggiunti nel calcio i minimi storici"
Luciano Moggi parla a Libero di Nazionale: "Sì signori, noi stiamo dalla parte dei giocatori perché loro sono le vittime innocenti di questo Campionato del mondo, gli unici a riconoscere, ancor prima di giocare, la pochezza del gruppo di cui facevano parte. Ricordate le dichiarazioni di Chiellini: «In questo gruppo soltanto due sono i fuoriclasse, Pirlo e Buffon, gli altri devono adeguarsi». Allarme però inascoltato da chi doveva essere attento all’umore dell’ambiente e gravi sono state le conseguenze che ne sono derivate. Qualche baldo opinionista di stanza in Brasile, dopo l’incontro vittorioso contro l’Inghilterra, disse che la nostra era una delle migliori Nazionali, non tenendo ov- viamente conto della pochezza degli avversari oltretutto condotti da mister Hodgson, noto a tutti per non aver vinto mai niente. Addirittura il presidente federale, Giancarlo Abete, nella stessa circostanza e con la prosopopea che lo contraddistingue, rivolgendosi ovvia- mente a quanti avevano fin lì contestato i suoi metodi di conduzione, si spinse a sentenziare: «Questo è il nostro calcio che non è secondo a nessuno come in troppi hanno voluto e vogliono dimostrare». E nell’occasione dobbiamo onestamente ammettere che non aveva l’aria di chi avesse maturato l’intenzione di andarsene dando le dimissioni, tanta era la foga con la quale aveva annunciato la bontà del suo calcio. Nell’interval- lo di ogni partita si faceva trovare sempre pronto a fare le solite comparsate televisive per dispensare i suoi concetti dell’ovvio, non lo ha fatto con il Costarica e tanto meno con l’Uruguay, visti i risultati, poi dopo l’eliminazione che ci ha edotti circa le sue intenzioni di mollare la presidenza comunque fosse andata. Un nostro amico un giorno cadde da cavallo e raccontò a tutti: «Tanto volevo scendere». Così Abete! Sarebbe sufficiente fermarsi alle dichiarazioni del nostro eliminazione della Nazionale guidata da Lippi (2010), sempre sotto la sua presidenza e sempre al primo turno. E a proposito di Lippi ricorderete tutti quanto eb- be a dire Marcello nella sua visita a Coverciano prima che la squadra spiccasse il volo per il Brasile: "Questa Nazionale mi ricorda molto la mia", tutti presero queste parole come un complimento pensando al 2006, era invece un monito perché Lippi in quel momento, valutando le forze che di lì a poco sarebbero scese in campo, pensava al 2010 quando lui fu eliminato in Sudafrica al primo turno.
Due eliminazioni al primo turno, caro Abete, sono troppe, il calcio italiano non merita queste delusioni, noi abbiamo sempre sostenuto che Lei non era in grado di condurre una macchina complessa come in effetti è una Nazio- nale di calcio, nella circostanza calza a pennello il detto che il pesce puzza dalla testa. Siamo perciò felici, come pensiamo quasi tutti gli italiani, che Lei finalmente se ne vada perché sotto la Sua presidenza il nostro calcio ha toccato i minimi storici, il 2006 non lo riguarda, riguarda molto più da vicino le persone che Lei ha voluto far fuori con la farsa di Calciopoli; riguarda una società che si è vista togliere due scudetti senza motivo, i campionati erano regolari e Lei lo sa benissimo, visto che così recitano le sentenze sportive, l’ordinaria di primo e secondo grado; riguarda il desiderio di togliere di mezzo chi poteva togliere a Lei il posto di presidente, per sapienza calcistica che Lei non ha e per aver dato dimostrazione di sapere ottimizzare molto meglio di Lei i budget economici da coniugare con i risultati sportivi: Giraudo per esempio. Prandelli, tanto per essere solidale con Lei , dà in diretta le dimissioni dall’incarico e, come Lei, le rafforza con quella parola «inderogabili» che ha segnato la fine di un incubo per gli italiani che hanno a cuore questo sport.
Dichiarazioni strane quelle del mister nella conferenza del dopo partita. Ha parlato di fallimento del progetto, non sappiamo però di quale progetto e se fosse effettivamente partito un progetto. Ha anche detto, stranamente, che lui non ha mai rubato niente a nessuno, che paga le tasse. Sull’argomento noi siamo perfetta- mente d’accordo con lui perché lo riteniamo una persona per bene, ma non può impedire allo sportivo deluso di pensare: «Ma guarda a chi abbiamo affidato i nostri soldi». Ha sbagliato tutto Prandelli, le convocazioni, le sostituzioni durante le gare, il modo di approcciare le partite. Il tocco d’autore è stato comunque contro l’Uruguay quando toglie l’unico attaccante in campo per far posto a Thiago Motta con Cassano già in campo. A proposito di Cassano, lo convoca dicendogli che lo porta, ma lo utilizze- rà solo per alcuni minuti in alcune par- tite. Meglio non portarlo allora! Litiga con Giuseppe Rossi che se la prende per la mancata convocazione, meglio Rossi mezzo infortunato che altri sani visti in campo. Non ha tenuto in debito conto gli iniziali avvertimenti di Pirlo e Buffon, gente che sa cosa significa vincere, giusto subire quindi le parole di De Rossi, quando dice «con in campo le figurine non si vince».
È ingiusto fare di Balotelli un capro espiatorio, che fos- se questo lo sapevamo e noi lo abbiamo pure scritto quando altri lo definivano la stella del Mondiale dopo il gol segnato all’Inghilterra, lui fa quello che può, cioè poco e male.
Ma quale colpa vogliamo dargli se è stato portato in Brasile? Tutti i giocatori hanno dato quello che po- tevano, prendersela con loro è una forma impropria di dare colpe a chi colpe non ne ha".
fonte: Tuttojuve.com