Conte: «E ora festeggiamo. Questa Juve se l'è meritato»
L’eliminazione in Europa League per mano del Benfica fa parte del passato, anche se merita un ulteriore approfondimento. Ma è il 32° scudetto ormai in mano a occupare i pensieri di Antonio Conte e della sua Juventus.
L’ATTESA - "L’importante è che lo scudetto arrivi. Che sia dalla televisione o lo si conquisti in in campo, cambia poco. Ai tempi del Bari conquistammo la promozione un giorno prima con 4 turni di anticipo, contro il Livorno. Ma lo scudetto non è ancora arrivato e l’Atalanta è avversaria di tutto rispetto. Io, comunque, non ci faccio mai l’abitudine, perché questo sarebbe uno scudetto storico, il terzo tricolore di fila. Qualcosa di fantastico per noi tutti. Perché dopo il Quinquennio d’Oro con Carcano, la Juve non ha mai vinto tre scudetti di fila, anzi quelli ne vinsero cinque. E prima di me neanche grandissimi allenatori ci sono riusciti. Io non esulto, non festeggio finché non ho qualcosa in mano, se non c’è la certezza aritmetica. Non fa parte di me".
LE PAROLE DI GARCIA - "Io ho sempre fatto grandissimi complimenti alla Roma per uno straordinario campionato, che ci ha spinto sicuramente a tirare fuori il meglio da parte di tutti noi. Abbiamo ancora di fronte un’antagonista di alto livello che ci spinge a fare cose straordinarie e a tenere il piede sull’acceleratore. Ecco perché la Juve ora ha 93 punti: abbiamo superato le Juve storiche del passato, ma ancora lo scudetto non è vinto. E alla Roma i complimenti continuo a farli per quanto ha dimostrato negli ultimi anni. Io non ho mai criticato le squadre avversarie o parlato di aiuti particolari ad altre squadre".
QUESTIONE RANKING - "Oggi mi sento in dovere di fare i complimenti anche al Napoli per la Coppa Italia, e pure alla Fiorentina per la bellissima partita, a parte - evidentemente- gli episodi fuori dal campo. Io parlo della parte bellissima della serata di ieri. La Juve è rimasta sola a difendere per due anni i colori dell’Italia. Mi auguro che anche la Roma, il Napoli, la Fiorentina, l’Inter possano aiutare la Juve a far riacquistare all’Italia un coefficiente Uefa più importante nel ranking. Perché negli ultimi due anni l’ha fatto solo la Juve".
IL DOPO BENFICA - "La partita di giovedì l’ho rivista e devo dire che le sensazioni avute dal campo erano esatte. Io sono molto soddifatto del percorso di crescita che la Juve sta compiendo in campo europeo. Stiamo consolidando il nostro cammino, e lo abbiamo dimostrato anche quest’anno, perché scivolare in Europa League è stata una cosa positiva per certi versi. Abbimoa fatto più esperienza, ci siamo giocati la semifinale di una competizione europea: per tanti era la prima volta, tanti hanno respirato l’atmosfera della vigilia. Sono molto felice della nostra crescita in campo europeo: l’anno scorso siamo usciti senza rimpianti contro una squadra nettamente più forte sul campo, poi il Bayern vinse la Champions e tutto il resto, quest’anno abbiamo dato la dimostrazione di poter lottare alla pari, anzi di meritare qualcosa di più rispetto a una squadra che viene dopo poche altre, come il Real Madrid, il Barcellona, il Chelsea. Il Benfica non è l’ultima della classe, noi siamo diciassettesimi nel ranking Uefa mentre loro sono sesti: il confronto era impari per noi. E questo deve farci capire quanto la Juve debba crescere ancora, anche se ci stiamo consolidando. Per me è meglio consolildarsi, crescere pian piano piuttosto che avere un exploit: perché sarebbe qualcosa di inattesa, e dopo un exploit di solito si rischia un’inattesa caduta. Ma io ho parlato dopo la partita col Benfica, dopo aver visto i fatti, mentre altri hanno parlato prima, si sono lamentati prima, dicendo che l’Uefa voleva la Juve in finale. Diciamo che una squadra esperta ha meritato di passare per la sua esperienza, ma ai punti avremmo meritato noi la qualificazione".
ITALIANI, IL MEGLIO - "Il calcio italiano è ancora il più difficile in circolazione? Io dico che in Europa chi affronta le italiane non è mai contento. Certo, sul piano economico c’è difficoltà ad acquistare giocatori da 20-25 milioni, anzi per quel che ci riguarda anche da 15 milioni. Ma è la dimostrazione che i tecnici italiani sono molto ricercati all’estero: da Capello a Lippi, da Ancelotti a Mancini e Spalletti, c’è una ricerca continua dei nostri allenatori da parte di squadre estere. E ci sarà un motivo...".
COPPA ITALIA CHOC - "Cosa si può fare per cambiare? Sistematicamente succede sempre qualcosa che poi diventa cronaca. Ma in fin dei conti nessuno farà niente neanche stavolta. E pian piano si va peggiorando, col rischio di trovarci di fronte ad atti delinquenziali cui non si potrà trovare rimedio. Occorre fare grandissima attenzione, drizzare le antenne, non semplicemente fare i moralisti e indignarsi quando accade un fatto, ma costruire qualcosa tutti insieme. Certo, se ne parla ma si esaspera il tutto all’ennesima potenza, e i segnali che mandiamo non sono positivi, da parte di tutti. Periodicamente ci indignamo, i soliti moralizzatori prendono la parola e parlano, ma alla fine nessuno fa niente per far sì che questi fatti non accadano più".
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