«E’ un periodo fortunato, speriamo che possa continuare così per almeno un altro mese. Ci sta di cambiare il modo di battere le punizioni. Lo faccio anche per sorprendere l’avversario. Un po’ tutti i miei tiri sono diversi. All’andata a Lione ero stato sfortunato: avevo tirato quasi rasoterra, in barriera saltarono tutti tranne uno, e proprio su di lui picchiò la palla. Invece stavolta è andata bene, l’ho tirata alta, ho deciso di calciare nel modo più classico»: declama la sua classe così, Andrea Pirlo, come se disegnare un arabesco nell’aria, con palla nel canestro dopo un giro della morte in volo, fosse un giochetto da ragazzini, dettato solo da colpi più o meno acconci della fortuna. Contro i francesi ha infilato il suo sesto gol stagionale su punizione: 4 in campionato (al Milan, al Catania, al Napoli e al Genoa) e 2 in Europa (contro la Fiorentina al Franchi, prima del bis con il Lione).

CLASSICO - «Comunque la punizione che mi dà più gusto, che è anche più sicura, è quella che gira sopra la barriera. Un calcio classico. Sin da bambino mi allenavo a tirare così». Anche in casa, usando un divano del salotto come barriera. E adesso, con le semifinali dietro l’angolo, in attesa che il sorteggio indichi il prossimo avversario della Juventus oltreconfine, Pirlo cambia nome all’Europa League: «Possiamo dire che inizia una sorta di miniChampions, è quella che stiamo giocando. Benfica, Siviglia o Valencia? Sono tutte squadre forti, squadre che hanno una caratura da Champions League. Vedremo». Con aggiunta via twitter: «Complimenti a tutti, godiamoci questa meritata qualificazione ma rimanendo concentrati per centrare gli obiettivi. Avanti tutta!». Davanti ai cronisti aveva anche puntualizzato: «La marcatura di Malbranque a uomo? Sono abituato al fatto che mi mettano degli uomini addosso, non è certo la prima volta che mi capita». Intanto, a distanza, Pirlo incassa anche gli elogi speciali del ct Prandelli: «Se ai Mondiali mi mancassero Andrea e Buffon, sarei messo male come Lippi in Sudafrica». Quando entrambi i campioni, infortunati, poterono dare un contributo davvero minuscolo, solo per pochi minuti. Il portiere all’alba dell’avventura azzurra, il regista negli scampoli finali.

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