Juventus-Trabzonspor si gioca giovedì 20 febbraio alle ore 19.00 allo stadio "Juventus Stadium" di Torino.

Per la Juventus indisponibili: Barzagli, Chiellini, Pepe, Vucinic e Quagliarella; squalificati: nessuno; diffidati: nessuno.

PROBABILE FORMAZIONE

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Isla Vidal Pogba Marchisio Peluso

Tevez Osvaldo

PANCHINA

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ALTRI GIOCATORI

Rubinho
Romagna

Edited by zebrone84 - 23/2/2014, 21:41

Senza la musichetta della Champions, ma con più rabbia. La Juventus torna a sintonizzarsi sull’Europa, due mesi dopo l’eliminazione nelle sabbie mobili di Istanbul. «Rientriamo dalla porta secondaria dell’Europa League con l’obiettivo di abituarci e tornare competitivi nella competizione principale: la finale dello Stadium e la possibilità di giocare la Supercoppa Europea sono due grandi stimoli», ha assicurato Leonardo Bonucci subito dopo il successo sul Chievo. L’operazione Trabzonspor, avversaria giovedì allo Stadium, è cominciata da un po’. Antonio Conte aveva studiato un piano di massima a ridosso dei sorteggi e della stesura del nuovo calendario europeo. Gli ultimi infortuni (Barzagli, Chiellini, Vucinic e Pepe) lo hanno obbligato a rivedere il programma. Non la filosofia di base, però: per la caccia alla doppietta Coppa-Scudetto, lo Special One bianconero si affiderà a un mix di titolarissimi e alternative di lusso.

COPPIA BOCA - Alla seconda categoria appartiene Pablo Daniel Osvaldo , sbarcato a Torino nel mercato di gennaio. Conte lo ha voluto per aumentare la concorrenza nel reparto («Metterà un po’ di pepe ai compagni») e attaccare l’Europa. Dopo due spezzoni (Verona e Chievo), con l’intermezzo fastidioso dell’influenza, Osvaldo si prepara alla prima da titolare. Quasi sicuramente in coppia con quel Tevez che fino a qualche anno fa ammirava come un idolo al Boca Juniors. Al Bentegodi avevano duettato bene e ieri, negli ultimi venti minuti (quando Conte li ha buttati nella mischia al posto di Llorente e Giovinco), si sono ripetuti. Contro il Trabzonspor, a meno di sorprese, saranno loro a caricarsi la Juventus sulle spalle. L’ex Southampton insegue il primo gol in bianconero, l’Apache la fine del tunnel europeo (non segna un gol continentale dal 2009). Tutti gli indizi rafforzano l’ipotesi della “coppia Boca Juniors”. Se Tevez ha superato il fastidio al tendine rotuleo, Osvaldo sta sempre meglio e con un cinguettio su twitter ha lanciato la sua candidatura per giovedì: «Grande vittoria, bravi tutti: e ora concentriamoci sull’Europa».

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L’operazione Europa League è partita in casa turca. E l’ultimo incrocio di campionato, risolto con un pari e patta, non smuove le acque né in classifica né tantomeno nel morale del Trabzonspor. Il 2-2 rimediato in casa del Karabukspor grazie a una doppietta dell’attaccante Emre Gural è un brodino che non solleva nessuno dalla tensione ardente sotto la cenere. La classifica (il Trabzon è nono a 30 punti) non decolla, la squadra fatica ad acquisire una marcia vincente, tra i dubbi che si trascinano sulle condizioni di Florent Malouda e le incertezze perduranti sul nome dell’allenatore destinato a sostituire il dimissionario Mustafa Resit Akcay. Incassati i no dei primi big contattati (compresi gli italiani Roberto Di Matteo e Giovanni Trapattoni), in panchina siede ancora Hami Mandirali che a 45 anni è il primo a sapere che la società sta puntando su altri allenatori: lui è e resterà collaboratore tecnico. L’ex bomber è una vera e propria icona a Trebisonda, visto che contribuì alle fortune della squadra locale per 14 anni in due tranche, per un totale di 212 reti realizzate. E fra i 300 sostenitori attesi giovedì a Torino per assistere al match di andata dei sedicesimi di finale di Europa League sta quasi venendo il magone, nel ripensare a quanti salti di gioia provocarono le celebri punizioni del Mandirali giocatore: missili terra-aria, che molti osarono paragonare ai siluri mancini di Roberto Carlos se non fosse che l’ex nazionale turco amava calciare dritto per dritto, senza ricorrere ad alcun effetto. Il Trabzonspor di oggi naviga in brutte acque: nel 2014 non ha ancora vinto. E per sopravvivere allo Stadium, chissà se basterà il modello Galatasaray, sbarcato il 2 ottobre a Torino con un allenatore appena messo in sella. L’obiettivo è salvare il salvabile, in attesa del ritorno del 27 in Turchia.

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