Bacconi: «Sulle punizioni 3 o 4 sulla linea di porta»
I gol del Verona li ha visti, rivisti e analizzati in ogni singolo dettaglio. Forse soltanto Antonio Conte e i suoi collaboratori hanno trascorso più tempo di Adriano Bacconi (esperto di tattica della Rai ) davanti a quei filmati.
Bacconi, che idea si è fatto delle reti di Toni e Gomez?
«Penso che i gol siano la conseguenza di un cambiamento del contesto tattico. La Juve è andata in affanno, ha perso lucidità».
Sull’azione del 2-2, quella dell’incornata di Gomez, gli esperti si dividono sugli imputati.
«Il primo errore è di Peluso: Romulo non va mai lasciato libero di crossare. Prima di lasciare la sua zona di competenza doveva accertarsi che un compagno prendesse il suo posto. Senza contare che è mancato un giocatore che stesse sulla palla».
E Ogbonna?
«Il suo è il peccato più veniale. Ogbonna ha perso la marcatura, ma in quelle situazioni non è semplice: l’attaccante arriva dalle spalle ed è avvantaggiato. Però...».
Però...
«Non penso che la Juventus debba fasciarsi la testa, si tratta del classico momento in cui gira tutto storto sui calci da fermo. Sono convinto che ci sia una componente di casualità».
Cosa glielo fa pensare?
«Un dato relativo al girone di Champions League dello scorso anno. La Juventus era la squadra che percorreva più chilometri a gioco fermo, ovvero nei minuti che trascorrevano tra l’uscita del pallone e la rimessa in gioco. Non è un dettaglio, è la conferma di un’attenzione massimale nei novanta minuti».
Rimedi alle ultime defaillance?
«Ho sentito ipotizzare la marcatura a uomo sui calci di punizione laterali. Non sono d’accordo: è una soluzione impossibile».
Questione di uomini?
«Direi di no: la Juventus fisicamente è ben strutturata. Conte ha a disposizione i migliori difensori e i migliori centrocampisti».
Allora lei come proverebbe a risolvere l’ansia da palla inattiva?
«Un’idea ce l’avrei, però consideratela una provocazione e non un insegnamento o un consiglio. Cercherei di prendere meno rischi con una linea più bassa dei 16 metri. Ma in realtà la cosa che mi stuzzicherebbe sperimentare sulle palle da fermo è un’altra: due linee difensive invece che una. Posizionerei 3-4 giocatori a difendere sulla linea di porta e altri 3-4 a presidiare l’area di rigore».
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