Pirlo sostituito se ne va. Conte: «Doveva restare»
Decisamente non una giornata da ricordare, per Andrea Pirlo. Dal primo all’ultimo minuto giocato il regista s’è ritrovato Jorginho “elettrosaldato” addosso: davanti alla difesa se giocava un po’ più arretrato, sulla trequarti se avanzava, in corsia se si decentrava. Non c’è stato verso di eludere la sorveglianza. Praticamente il bianconero ha dovuto sopportare la marcatura asfissiante del brasiliano persino quando i gialloblù erano in fase di possesso palla. Jorginho s’è di fatto disinteressato della partita, badando solo a neutralizzare quanto più possibile il suo rivale. E riuscendoci.
ALTRI TEMPI - Antonio Conte ha parlato di “marcatura d’altri tempi”: «Durante i miei primi anni a Lecce, con Boniek , una volta venni a giocare a Torino e dovetti marcare Baggio . Alla fine lui non fece gol e io presi sette in pagella, ma praticamente toccai uno o due palloni al massimo. Ecco, con Pirlo è andata così. Se fosse andato in bagno, si sarebbe ritrovato Jorginho alla porta. Era successo, altre volte, che Andrea fosse marcato, ma mai in modo così asfissiante. Non credo che si sia divertito, non so quante palle abbia toccato. L’aspetto positivo, comunque, è che ha riposato per 35 minuti, e dunque sarà pronto per Verona». Ma Antonio Conte ha anche bacchettato, per altre questioni: «Ad Andrea dirò che quando esce dal campo, sostituito, deve fermarsi in panchina a guardare i compagni».
SPOGLIATOI - Cosa, appunto, che ieri non è successa. Come non era successa neppure sabato 14 settembre, durante la sfida contro l’Inter: a tre minuti dal termine Pirlo ha ceduto il posto a Padoin e ha immediatamente imboccato la via degli spogliatoi di San Siro, evitando di accomodarsi in panchina e seguire la fine del match come invece si tende abitualmente a fare. Tanto più in casa Juve, laddove Conte ha voluto in tutti i modi instaurare un clima di unità di intenti e condivisione di responsabilità. Basti pensare alla scelta - presa di concerto con Gigi Buffon - di schierare Marco Storari , ieri. Basti pensare - varie volte - alle convocazioni anche di giocatori infortunati per le trasferte più importanti, proprio allo scopo di cementare il gruppo. E via a seguire, con tanti piccoli grandi esempi. Ecco, in tale clima indotto, l’idea che qualcuno, una volta fatto il suo, possa decidere di disinteressarsi di ciò che fanno gli altri stride abbastanza. Fosse anche, questo qualcuno, uno dei campioni più forti e preziosi della Juventus, nonché leader carismatico e indiscusso.
FACCIA A FACCIA - Bene inteso, sarebbe sbagliato creare oltremodo un caso-Pirlo. Oggi Conte tornerà sull’argomento faccia a faccia (“è stato notato, non è proprio il massimo dell’esempio” , potrebbe iniziare a dirgli), Pirlo prenderà atto (magari rimarcando che “però, mister, dirlo proprio così urbi et orbi...”). La vicenda sarà verosimilmente chiusa. Contribuisce però a dare l’idea di un clima forse non più così magnificamente idilliaco tra Pirlo e la Juventus e di un periodo non esattamente “da favola” per il giocatore: in condizione non ottimale (così come gli altri reduci dalla Confederations Cup), braccato oltremodo dagli avversari, in attesa di un rinnovo di contratto che la Juventus non è ancora disposta a concedere. E’ il momento, insomma, di qualche colpo di genio alla Pirlo, magari in Champions. E tutto potrà tornare come prima, più di prima.
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