| INTER-JUVENTUS 1-1
Buffon 6.5; Barzagli 7, Bonucci 6.5, Chiellini 6; Lichtsteiner 5.5 (Isla 4.5), Vidal 7, Pirlo 5 (Padoin sv), Pogba 6, Asamoah 6.5; Tevez 6.5, Vucinic 5 (Quagliarella 6).
Un pareggio a San Siro è un risultato che si può sempre accettare di buon grado, eppure c'è una sensazione di rammarico e di non totale appagamento che mi accompagna dacché è finita la partita. Poi, guardandomi intorno, ho scoperto che non sono l'unico juventino insoddisfatto. Anzi, ho incrociato alcuni commenti di persone arrabbiate come se avessimo perso 4-0. E allora dico che finalmente ci siamo, in tutto e per tutto. Dopo anni in cui con un pareggio a San Siro ci saremmo leccati le dita, riecco lo spirito che ci ha accompagnato per buonissima parte della nostra storia gloriosa: la Juventus deve sempre scendere in campo per vincere, un pareggio è una mezza sconfitta, anche se ottenuto a San Siro, per di più dopo essere andati sotto. I motivi per arrabbiarsi li ritrovi poi analizzando la partita: per lunghi tratti l'Inter ci ha aspettati nella sua metà campo con un atteggiamento degno della migliore provinciale, ma del resto Mazzarri non è uno sprovveduto e, sapendo di avere a che fare con una squadra più forte della sua, per raggiungere il risultato qualcosa doveva inventarsela, anche se poco nobile e non all'altezza del blasone del suo club. Inoltre, dopo la nostra fantastica reazione, le occasioni per vincere le abbiamo avuto, peccato che la più clamorosa sia capitata sui piedi più sciagurati che abbiamo, quelli di Isla, che rimane un oggetto misterioso. Ti arrabbi poi perché non si riesce a capire il motivo per cui uno come Icardi con noi faccia sempre la figura del fenomeno. Il loro gol nasce da un errore di Chiellini, che però non mi sento di condannare del tutto sia per quello che rappresenta, sia perché per il resto è stato impeccabile. Vorrei poi dire che questo pari mi ha ricordato un po' quello dell'inizio della scorsa stagione a Firenze, con la Juve che a volte ha dato l'impressione di voler controllare la situazione senza sprecare troppo energie in vista tra l'altro dell'inizio della Champions; la differenza è che allora finì 0-0, mentre stavolta abbiamo dovuto rincorrere il risultato. Ti arrabbi anche perché pensi che uno come Giaccherini ti avrebbe fatto comodo ma, si sa, questa dirigenza si è insediata in un momento in cui c'erano cento milioni di passivo e ora ci ha restituito una squadra molto forte e un bilancio quasi a posto: l'unica cosa che mi sento di dire è che la matematica non è mai stato il mio cavallo di battaglia, però per un rincalzo così prezioso avrei preteso qualche milione in più, atto a giustificare maggiormente il sacrificio. Ti arrabbi soprattutto perché si smette di rincorrere il record di Capello, che è stato per 76 giornate in testa alla classifica. Conte si ferma dunque a 48, proprio contro l'Inter. Nella smorfia il 48 è il morto che parla. A voi l'interpretazione del sogno.
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