Ancora un'ottima Juve, a cui manca solo un pizzico di Pepe
Al quarto tentativo, la Juventus è riuscita a battere la Lazio. Dopo i due pareggi nelle prime due sfide della stagione e dopo la sconfitta a Roma che non ha permesso ai bianconeri di raggiungere la finale di Coppa Italia, ieri, una doppietta di Vidal ha archiviato la pratica biancoceleste. La partita ha proposto anche un cambio di modulo, l’unica novità realizzabile vista l’impossibilità di schierare un 4-3-3 che in certe situazioni sarebbe stato ideale. Conte ha ribadito più volte che per lo schieramento con tre punte manca l’uomo chiave. Manca Simone Pepe. Proprio lui che, contro la Lazio, nelle ultime stagioni ha fatto meraviglie, e che gli unici minuti giocati finora sono stati contro i biancocelesti nella partita d’andata.
Una grande mancanza per la Juve di quest’anno, che ha dovuto rinunciare all’uomo forse più duttile di tutta la rosa. “Simone ci è mancato tantissimo in questi mesi, è l’unico con certe caratteristiche” ha dichiarato Conte prima e dopo la partita con il Bayern. Una stagione nata malissimo per il numero sette bianconero, con l’infortunio al ginocchio durante il trofeo TIM a luglio. Poi, quando sembrava arrivato il momento del rientro, dopo la partita di novembre con la primavera, dopo la panchina a Catania e i 21 minuti in casa con la Lazio, Simone è stato nuovamente fermato, e a febbraio ha deciso di operarsi per rimuovere le calcificazioni alla coscia sinistra. Un susseguirsi di riprese e ricadute, di ottimismo e tormenti.
Uscito dalla sala operatoria con il solito sorriso, Pepe ha rassicurato i suoi tifosi e scherzando ha scritto su twitter: “30 scudetti sul campo e 30 punti sul flessore”. Ottimista e simpatico, mai banale e spiritoso, è mancato in campo ma non si è mai allontanato dal gruppo bianconero. Sempre presente negli spogliatoi prima del match, immancabile in tribuna per supportare i ragazzi, coinvolto come se potesse entrare in campo da un momento all’altro. La società l’ha appoggiato e l’ha aspettato, difendendolo dalle voci ridicole di cessione in estate. Lo attendono i tifosi, che nella meravigliosa stagione passata si sono accorti della sua importanza per i colori bianconeri, anche dal punto di vista umano.
E Simone non è stato a guardare: appena possibile, ha ripreso ad allenarsi e a spremersi per tornare al suo posto il prima possibile; perché, come dice lui, vedere la Juve giocare così è un piacere, ma il fatto di non poter essere in campo lo fa rosicare da morire! “Semplicemente Juve!” ha commentato ieri sera nel post partita. Una Juve che non vede l’ora di sfruttare la sua corsa, la sua forza, il suo grande cuore. Che sa quanto può ancora dare questo giocatore, con il suo grande attaccamento alla maglia e con la sua immensa professionalità. Una Juve che aspetta di esultare ancora per i suoi gol, che spera che questo calvario finisca prestissimo. Il desiderio, forse irrealizzabile, è che quei 21 minuti dello Juventus Stadium non siano gli ultimi della stagione. Tutti sperano di sentire ancora quel boato che accompagna il ritorno in campo di un giocatore tornato dopo tanta sofferenza.
fontE: Tuttojuve
CONFERENZA INTEGRALE - CONTE: "Tre punti importanti ma non abbiamo ancora niente in mano. Ora sarebbe un delitto non far giocare Pogba"
Antonio Conte ha risposto alle domande dei cronisti nella conferenza post-partita. TuttoJuve.com la sta trascrivendo integralmente:
A questo punto lo Scudetto è vicino. Dovrebbe succedere una sorpresa, qualcosa che non si è mai visto sui campi...
"Io mi auguro di non vederla mai questa sorpresa, soprattutto se sono io in testa. Se la mia squadra è lì ad inseguire, mi auguro di vedere un domani questa sorpresa. Quest'anno mi auguro di non vederla. Sicuramenti quelli di oggi sono tre punti importanti, tre punti che ci fanno aumentare il distacco sia dal Napoli che dal Milan, fanno capire che stiamo facendo veramente qualcosa di straordinario, da un anno a questa parte. Numeri importanti. Sono contento, però non abbiamo ancora niente in mano, mancano sette punti per la matematica e quando avremo questi sette punti allora faremo un'analisi".
Al di là dei tre punti avete fatto una grande prestazione, dopo l'eliminazione dalla Champions. La forza di questa squadra è quella di rimanere sempre sul pezzo: è questa la migliore soddisfazione per lei?
"Sì, sicuramente sono molto contento perchè non dimentichiamo che la Lazio era rimaneggiata in fase difensiva, ma davanti e a centrocampo schierava gli effettivi migliori. E non dimentichiama che si tratta di una squadra che fino a due mesi fa era a tre punti da noi. Questo fa capire, nonostante la Champions, il percorso straordinario che sta facendo questa squadra, staccando anche dirette antagoniste partite per vincere come Napoli e Milan. Io penso che sia stata un'ottima prestazione da parte nostra. No0n c'è stato e non ci poteva essere alcuni risvolto negativo dal punto di vista psicologico. Noi abbiamo incontrato una squadra che si è dimostrata sia all'andata che al ritorno - ma lo sapevamo - più completa, più forte, più abituata a queste partite, per cui è andata avanti la squadra migliore. Quando avviene ciò, bisogna essere anche uomini di sport, riconoscere, fare l'applauso, cosa molto difficile in Italia. A noi ancora non ci applaudito nessuno. Noi andiamo avanti utilizzando la partita di Champions per capire dove possiamo migliorare,quanto possiamo migliorare. Ma sono sicuro che ci vorrà del tempo. Questo è fuori dubbio....".
Quanto manca alla sua squadra per raggiungere i fasti dell'era Lippi?
"Io ho avuto il piacere, la fortuna e forse anche un po' la bravura di far parte di quella squadra, e noi alla prima partecipazione in Champions vincemmo. Però la diretta antagonista si chiamava Ajax e non l'ho vista negli ottavi, nei quarti. Adesso è il periodo delle super potenze, L'unica cosa di cui sono sicuro è che ci vorrà del tempo e bisognerà avere pazienza. Perchè nella nostra situazione sono anche tutti quanti gli altri. Ci vorrà del tempo, bisognerà essere molto umili e capire che bisogna lavorare, lavorare e lavorare, crescere in casa sapendo che non puoi comprare fuori, sapendo che gli altri, invece, arrivano, mettono i soldi e ti comprano i giocatori".
Pensi che il 3-5-1-1 sia una strada da non abbandonare? Lo rivedremo con il Milan o in altre occasioni?
"Ribadisco che per noi non cambia assolutamente niente, cambiava solo che Marchisio nella fase offensiva diventava attaccante e nella fase di non possesso ci dava una grossa mano. Magari succede a volte che le due punte non diano una mano così importante come quella che ti può dare Marchisio, che è un centrocampista. Questa soluzione mi ha portato ad utilizzare un giocatore che in questo momento, sinceramente, non far giocare è un delitto, parlo di Pogba. Io penso che un allenatore debba cercare in tutti i modi, con tutte le proprie forze di far giocare i migliori e inventarsi qualcosa. Noi non abbiamo inventato niente perchè Marchisio è un giocatore moderno, un giocatore che può fare quello che ha fatto stasera. Lo ha fatto in maniera importante e sono dispiaciuto che non abbia fatto gol, anche se poteva farlo. Sicuramente però hanno fatto molto bene sia Marchisio che Vucinic, hanno dato anche qualità, palleggio profondità, palleggio, ci hanno dato tanto. Quindi sono molto contento, è una soluzione sicuramente che è nelle nostre corde, ma che non ci siamo inventati dall'oggi al domani. Marchisio vede i movimenti che fanno gli attaccanti e lui nelle sue corde ha questi tipi di movimenti".
C'è qualcosa che non ti è piaciuto dela tua squadra?
"Diciamo che se avessimo preso gol mi sarei arrabbiato molto".
Avete subito troppe occasioni...
"Sì, ma occasioni create da mischie. Il mio timore era che con tutte queste palle alle, una palla sporca, Klose o un centrocampo a rimorchio tirasse e facesse gol. E tu mettevi in bilico una partita che era praticamente dominata e stravinta. Però sappiamo che il calcio è questo e che dobbiamo sempre stare sul pezzo se vogliamo vincere".
fontE: Tuttojuve
Contacts